Renzi dà la sveglia ai Sindaci per l’edilizia scolastica e lo fa con un appello diretto che mira ad avviare i lavori nelle scuole che verranno segnalate dai Sindaci stessi. Investire sull’educazione significa avere un progetto ad ampio raggio, che parte dal recupero degli edifici e della dignità sociale degli insegnanti. E la dignità degli insegnanti si recupera, anche simbolicamente ma non solo, dai mattoni che ogni giorni mettiamo sopra alle loro teste e sopra alle teste dei bambini.
Ci sarà qualche risposta da parte dei Sindaci? E se saranno in troppi a rispondere? In che modo verranno selezionati i progetti? Ancora non lo sappiamo, ma quella di Renzi è un’inversione di rotta rispetto al passato, dove le scuole non hanno ricevuto alcuna attenzione, o ne hanno ricevuta poca e al ribasso, sia dal punto di vista strutturale, sia da quello umano. Come sappiamo dal giorno dell’insediamento di Renzi, l’edilizia scolastica sarà al centro del programma del nuovo Governo.
“Vogliamo che il 2014 segni l’investimento più significativo mai fatto sull’edilizia scolastica“. È quanto scrive il premier Matteo Renzi in una lettera inviata ai sindaci a cui chiede: “scegliete all’interno del vostro Comune un edificio scolastico. Inviateci entro il 15 marzo una nota sintetica” sul loro stato.
“Noi cercheremo nei successivi quindici giorni di individuare le strade per semplificare le procedure di gara e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna”.
“Caro collega – scrive Renzi nella lettera ai sindaci – stiamo affrontando il momento più duro della crisi economica. Il più difficile dal punto di vista occupazionale. E un sindaco lo sa. Perché il disoccupato, il cassintegrato, il giovane rassegnato, il cinquantenne scoraggiato non si lamentano davanti a Palazzo Chigi: bussano alla porta del Comune. Voi Sindaci siete stati e siete sulla frontiera e paradossalmente lo avete fatto in un tempo di tagli senza precedenti. Grazie, a nome del Governo”.
“Ma dalla crisi – avverte – non usciremo semplicemente con una ricetta economica, anche se fin dalla prossima settimana arriveranno i primi provvedimenti economici del nuovo Governo. No, dalla crisi si esce con una scommessa sul valore più grande che un Paese può incentivare: educazione, educazione, educazione. Investire sull’educazione necessita naturalmente di un progetto ad ampio raggio, che parta dal recupero della dignità sociale delle insegnanti e degli insegnanti”.
A questo punto, Renzi aggancia il discorso sull’edilizia scolastica.
“Ci sarà modo per parlarne nel corso dei prossimi mesi”, assicura spiegando però che “ora la vostra e nostra priorità è l’edilizia scolastica. Nessun ragionamento sarà credibile finché la stabilità delle aule in cui i nostri figli passano tante ore della loro giornata non sarà considerata il cuore dell’azione amministrativa e di governo. Non vi propongo un patto istituzionale – spiega il premier – ma più semplicemente un metodo di lavoro. Vogliamo che il 2014 segni l’investimento più significativo mai fatto da un Governo centrale sull’edilizia scolastica. Stiamo lavorando per affrontare le assurde ricadute del patto di stabilità interno”.
Da qui la proposta: “Vi chiedo di scegliere all’interno del vostro Comune un edificio scolastico. Di inviarci entro il 15 marzo una nota molto sintetica sullo stato dell’arte. Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati: ci occorre – per il momento – l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica di realizzazione. Semplice e operativo come sanno essere i Sindaci. Noi cercheremo nei successivi quindici giorni di individuare le strade per semplificare le procedure di gara, che come sapete sono spesso causa di lunghe attese burocratiche, e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna”.