Magazine Italiani nel Mondo

Editore negli Stati Uniti

Creato il 01 giugno 2015 da Fugadeitalenti

L’Italia, lo sappiamo, è un Paese dove alcune categorie di lavoro sono chiuse e rigide. Il giornalismo italiano è forse uno dei più chiusi. Quando negli Stati Uniti racconto che c’è bisogno del tesserino, per poter praticare il mestiere di giornalista, i miei interlocutori non capiscono. La concezione che il giornalismo, che dovrebbe dare voce a coloro che non ce l’hanno, sia una sorta di casta… è fuori dal mondo“: Nicola Orichuia, 33 anni, direttore del magazine “Il Bostoniano”, sintetizza in modo esemplare -dagli Stati Uniti- la sua delusione per quella che appare a tutti gli effetti una enorme promessa tradita.

La sua storia prende le mosse con una laurea in Scienze della Comunicazione, in Italia: ben presto si confronta -suo malgrado- con un mondo del giornalismo dove il lavorare gratis è praticamente la regola. Prima uno stage  per ottenere l’agognato “tesserino da pubblicista”, poi il lavoro in una free press con la qualifica di caporedattore, alla “stratosferica” cifra di 300 euro al mese.

Prima di partire per gli Stati Uniti insieme alla sua compagna, Nicola invia montagne di curricula alle redazioni italiane. Senza esito.

Il biglietto di sola andata per Chicago è senza rimpianti: nell’Illinois si iscrive a un Master in Giornalismo, scoprendo un mondo dell’informazione ben diverso – Oltreoceano. Più libero, senza “caste” e ordini di sorta, utili solo a creare barriere invalicabili tra chi è “dentro” e chi è “fuori”. “Il giornalismo negli USA è un mestiere come un altro: chi è bravo ce la fa, chi non è bravo può andare a cercare qualcos’altro“, sintetizza lui senza mezzi termini. Anche perché, nota, “i giornali investono sui giovani“. Per quanto riguarda la Penisola, Nicola si chiede ancora oggi, criticamente: “come si fa a trovare lavoro come reporter, in Italia?

Dopo alcuni stage presso testate importanti, Nicola comincia a lavorare per un giornale italiano a Chicago, “Fra Noi”. Pochi mesi dopo deve però traferirsi, con la propria compagna, a Boston.

E’ sulla costa Est che la sua esperienza fa il salto di qualità: appena approdato, nota l’assenza di una testata di riferimento per la vasta comunità italoamericana. Nasce così l’esperimento editoriale de “Il Bostoniano”, inizialmente sito web, poi anche testata cartacea – diffusa in 11mila copie. Nicola nè è giornalista ed editore.

Ospite della puntata è Stefano Vaccara, direttore di un’altra testata italiana negli Usa, “La Voce di New York”. Con Stefano ci concentriamo, oltre che sulle opportunità per i giovani giornalisti in Italia, anche sul tema della libertà di stampa. E riflettiamo sul perché questa sia molto più garantita, negli Stati Uniti, rispetto al Belpaese.

Nella rubrica “Expats” spazio, come ogni ultimo sabato del mese, alle vostre lettere: oggi vi proponiamo quella di Simona, che -più che concentrarsi sulle opportunità di lavoro per i giovani in Italia- ci ricorda che spesso -a mancare ancora di più- sono le “prospettive” collegate a questi lavori…

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La discussione di maggio: “E’ arrivata la ripresa, sul fronte occupazione? La vedete? Se doveste scegliere -oggi- tra restare in Italia o espatriare… quale sarebbe l’opzione su cui puntereste? E sul fronte della selezione da parte delle aziende vedete un cambio di passo, nella valutazione e risposta ai curricula?”

Inviate le vostre lettere/spunti/riflessioni, specificando il Paese di residenza, a: [email protected]I migliori contributi saranno pubblicati sul blog ufficiale della trasmissione e letti in onda alla fine di ogni mese.

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Alla prossima puntata: sabato 6 giugno, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24



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