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Editoria a pagamento o book on demand?

Creato il 05 marzo 2013 da Sulromanzo

LibroL’Italia è un Paese in cui si legge pochissimo, un italiano su due non legge neppure un libro all’anno. Eppure moltissimi scrivono. Una contraddizione in termini, dato che chi non legge non può scrivere bene. È questo il punto, saper scrivere. Chi pensa di saperlo fare, ma non riesce a trovare un editore che creda nel suo lavoro, ha diverse possibilità.

L’editore a pagamento chiede agli autori un “contributo” per le spese di stampa. L’autore paga per vedere la sua opera pubblicata. Alcuni editori, come per esempio Gruppo Albatros Il Filo, pubblicano soltanto previo esborso di una bella sommetta da parte dello scrittore: presentano un contratto in cui l’autore si impegna ad acquistare un certo numero di copie, in modo da “ammortizzare le spese”, un modo elegante per dire: paga e qualsiasi cosa scrivi sarai pubblicato, l’importante è che paghi. Poi ci sono gli editori a cosiddetto “doppio binario”, ossia gruppi editoriali che pubblicano alcuni lavori senza chiedere contributi ed altri solo dopo un esborso da parte dell’autore.

Nell’intricata selva dell’editoria odierna c’è una nuova tendenza, il book on demand, metodo di auto-pubblicazione. Un sistema adottato da piccoli editori, per citarne alcuni Edizioni del Faro, Zona Contemporanea, Phasar Edizioni. L’Agenzia editoriale Bozze rapide promuove il print on demand. Ultimamente però anche i grossi gruppi editoriali promuovono nei loro siti la possibilità per l’autore di auto-pubblicarsi. “Ilmiolibro” che fa parte del "circuito" Feltrinelli, ad esempio, propone all’autore preventivi ad hoc, con possibilità di scegliere anche il tipo di copertina e il formato, nonché il tipo di stampa, a colori o in bianco e nero.

Facciamo un esempio pratico. Ci si iscrive a “ilmiolibro” inserendo i propri dati, nome, cognome, mail. Poi si accede alla funzione vera e propria. C’è la possibilità di avere un preventivo gratuito. Copertina rigida con sovraccoperta, stampa in bianco e nero, formato standard, numero di copie 500, pagine 500, costo totale euro 7967,96 anziché 11382,8. In pratica, facendo un rapido calcolo, euro 15,94 a copia.

Se volessimo risparmiare adottando la copertina morbida, sempre 500 copie, di 500 pagine ciascuna, stesso formato o stesso tipo di stampa, pagheremmo euro 5460 invece di 7800, ossia euro 10,92 a copia. Nel sito di self-publishing de “ilmiolibro”, si precisa che ben 20.000 scrittori hanno scelto la strada dell’auto-pubblicazione; tanti, se rapportati al numero dei lettori.

Non è previsto servizio di editing e correzione bozze. Il libro viene pubblicizzato nel circuito Feltrinelli, accanto alle pubblicazioni di autori che hanno seguito il percorso standard free, e se qualcuno lo richiede in libreria, il testo può essere ordinato perché è tra le pubblicazioni non disponibili. L’autore dunque deve correggersi da solo le bozze, deve saper fare editing, caricare le eventuali immagini e poi autopromuoversi. Il libro sarà dotato di ISBN e potrà essere commercializzato.

Ecco cosa scrive Giuseppe Catozzella, in un’intervista realizzata per il blog «Destrutturalismo e altro»: «Feltrinelli non ha adottato un sistema chiamato ilmiolibro.it. Esiste questa attività, promossa principalmente dal gruppo Espresso-Repubblica, e Feltrinelli pubblica ogni anno quello che, da una vastissima giuria di lettori e infine da una giuria interna alla casa editrice, viene ritenuta l’opera migliore. È di nuovo un altro modo per fare scouting, per cercare nuovi stimoli, opere buone. Sì, credo che tra editoria a pagamento e book-on-demand come lo chiami ci siano moltissime affinità. La sostanza è la stessa: pago per vedere il mio romanzo rilegato. Questa non è editoria, ripeto. È l’appagamento di un superficialissimo desiderio. Superficialissimo perché poi credo che di solito, per lo meno, quei volumi rilegati finiscono per rimanere negli scatoloni, in quanto manca completamente tutta la parte di promozione e distribuzione dell’opera, parte fondamentale del lavoro di un editore».

Anche Lulu offre un vasto assortimento di libri a copertina rigida o morbida, di varie dimensioni, commisurate alle esigenze del cliente che, come recita la pubblicità “non ha niente da perdere”, giusto qualche soldo.

Il problema reale del self-publishing è che non garantisce nessuna selezione sui lavori pubblicati, quindi chiunque abbia un po’ di denaro da investire può pubblicarsi da solo. Ma si tratta soltanto di un servizio di stampa, piuttosto esoso, con aggiunta di ISBN. Infatti, il libro non sta in libreria, al limite può essere ordinato da chi ne fa richiesta. La pubblicità de “ilmiolibro” garantisce che l’auto-pubblicazione consente all’autore di apparire accanto a scrittori famosi sponsorizzati dall’editore legato al circuito di auto-pubblicazione, in questo caso Feltrinelli.

Lo scrittore affermato non paga per pubblicare, i suoi libri campeggiano nelle vetrine di tutte le librerie e il numero di copie non è di certo pari a 500.

Si sente dire che c’è molta differenza tra il book on demand e l’editoria a pagamento. In realtà si tratta in entrambi i casi di semplici operazioni commerciali, tese a sollevare l’editoria dalla profonda crisi economica che ha colpito tutti i settori, libri compresi. Si tratta in tutti e due i casi di pubblicazioni senza filtro in cui l’autore deve impegnarsi in una costosa e lunga operazione di marketing post-pubblicazione, ossia vendere il proprio libro. Dato che l’autore non ha di fatto un contratto con un editore che si preoccupa del lato commerciale, deve smerciare da solo il proprio prodotto.

A parte i costi altissimi, quasi 8000 euro per 500 copie, cifra che dovrebbe far riflettere chiunque, e forse pensare che una somma del genere sarebbe sufficiente ad aprire una casa editrice ex-novo, si crea con simili metodi una selva di pubblicazioni che servono soltanto ad alimentare le casse degli editori e l’ego di scrittori abbienti che mal si rassegnano a tenere nel cassetto i propri “capolavori”.

Il book on demand è il futuro? Ma davvero in futuro solo chi ha denaro per auto-pubblicarsi potrà chiamarsi scrittore? E parole come “talento”, “creatività”, dunque, dovrebbero albergare soltanto nella testa di chi ha le tasche piene? Credete che Bukowski avrebbe avuto oggi come impiegato postale e carpentiere che viveva in periferia 8000 euro da investire in 500 copie delle sue opere? Aveva ragione: “Siamo divorati dal nulla”.

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