Era il 1982 e Alberto Casiraghi faceva il tipografo – ma anche lo scenegrafo, il liutaio, viveva o aveva vissuto altre vite ancora , non necessariamente tutte insieme – e ogni tanto, pubblicava, da sé e per sé, un librino, contenente un pensiero, un motto, una trovata, e un’immagine.
Dieci anni dopo Alberto Casiraghy avrebbe incontrato Alda Merini, la “i” sarebbe diventata una “y” e poco alla volta sarebbe nata la casa editrice Pulcino Elefante.
Il Pulcino si trova a Osnago, in una piccola casa con cortile e giardino, una casetta carica di quadri, dipinti, fotografie, maschere, dove ogni oggetto sembra raccontare una storia, un incontro o anche soltanto regalare un sorriso; fuori ci sono le galline, il gattone e la legna per la vecchia stufa; le scale dentro si arrampicano fino in cima, dove si trova l’archivio. Per ogni esemplare prodotto, Alberto Casiraghy ne ha conservato una copia.
Tutto fatto a mano. Casa e bottega, dove Casiraghy ha la sua macchina a stampa a caratteri mobili e i suoi tesori. I suoi tesori sono i caratteri stessi, non tanto (o non solo) le lettere, quanto tutti i caratteri illustrati, moltissimi incisi sul legno, alcuni su zinco, delle piccole opere d’arte. Che si guardano e mirano come quei tesori inestimabili appartenenti ad altre ere e che sono ancor più preziosi perché irripetibili. La maggior parte delle splendide incisioni sono state fatte da Alberto Porazzi, artigiano che non si va lontano a chiamarlo genio, creatore di minuscole riproduzioni di dettagli di quadri famosi, immagini inventate, ritratti, ecc.
I libri di Pulcinoelefante sono una disarmante dichiarazione di amore alla poesia, al pensiero, alla creatività; non c’è un formato standard, non vi sono “collane” preformate, l’unica dichiarazione di intenti è avere qualcosa da raccontare. Per questo ci sono libri con colori, contenenti cd, cartoline, fotografie, incisioni in vari metalli, formati rettangolari, quadrati, libri su cui le parole vengono solo impresse, senza inchiostro, perché il messaggio contenuto si esprime al meglio così.
La libertà – e in casa di Casiraghy campeggia un quadretto col motto “Digiuno castità disobbedienza libertà” – è il vero motore dell’arte di Pulcinoelefante. Il suo lavoro appartiene a un tempo senza tempo, dove non ci sono scadenze ne denaro (non fa pagare a nessuno scrittore e i suoi librini hanno prezzi variabili, che non tengono in considerazione né la fattura del libro (ce ne sono alcuni con incisioni in oro) né la fama dell’autore. Gli autori: tantissimi i nomi noti nel vasto catalogo del Pulcino. Edoardo Sanguineti, Bruno Munari, l’amica Alda Merini (che arrivava a telefonare ad Alberto anche 20 volte al giorno ed è stata quella che l’ha introdotto all’ambiente culturale milanese), Allen Ginsberg… Tutti rapiti dalla semplicità e della magia degli artefatti pulcineschi. Insieme a quelli noti, ci sono gli esordienti, gli amici, le persone venute appositamente da lui con un pensiero in testa.
Quest’anno il catalogo del Pulcino arriverà alla tondissima infinita cifra di 8888. Andrea Kerbaker, attuale docente di Istituzioni e Politiche Culturali all’Università Cattolica di Milano e scrittore, ha deciso di omaggiare il risultato numerico con una mostra a Milano, in zona Cermenate; l’ultimo libro inserito nel ciclo ciclo sarà a cura dei figli di Kerbaker, dettaglio non ininfluente per Casiraghy, che ci tiene a dirlo.
Laddove è tutto automatizzato, frettoloso, scontato, c’è qualcuno capace di fermarsi, un giorno intero, e con le mani e con i propri mezzi, a creare qualcosa che sappia far sorridere o riflettere. Incidere sulla carta un segno differente, imprimerlo nella testa di chi lo legge.
Una galleria di immagini della casa bottega del Pulcinoelefante, per suggestionarvi e risvegliarvi.
Ultima curiosità: il nome “Pulcino elefante” viene da un disegno di Alberto Casiraghy, fatto all’età di 15 anni circa, per una mostra di illustrazioni per bambini.
Magazine Cultura
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