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Editoriale di giugno

Creato il 06 giugno 2011 da Carlo_lock
Questo giugno è incominciato con "TU"...tu come la canzone di Umberto Tozzi. Soltanto penso che la mia "tu" sia più profonda di quella di Tozzi e in ogni caso voglio lasciare il mistero a chi sia dedicata.
"TU" può essere un campanello, un suono, un telefono occupato....ma chi l'ha detto che è soltanto una donna? E se una donna sparisce o non si fa vedere può essere soltanto, magari, un suono che fa capolino, un clacson nell'animo, che ci desta solo per un attimo per poi riprendere noi la consueta vita monotona. Come se questa donna fosse perennemente presente, ma a intermittenza. Innamorarsi di una presenza-assenza, come innamorarsi di un ideale, di un'idealizzazione, di un simbolo, di un piacere in sé. Il mese scorso ho scritto come anche la simpatia per un leader politico sia in fondo un innamoramento di un simbolo mutante, che ci tradisce nell'effettualità, svanito il periodo pre-elettorale.
Se dobbiamo incarnarci in qualche personaggio attualissimo, possiamo parlare del fenomeno Pisapia-De Magistris, vincitori a furor di popolo delle ultime amministrative comunali a Milano e a Napoli, due uomini al di fuori dei consueti partiti bipolari, rappresentanti di Sinistra Ecologia e Libertà e Italia dei Valori.
Voglio soffermarmi più che altro sulle persone e non sui loro ruoli. Di Pisapia mi piace molto l'uso reiterato che fa di un verbo....."seppellire". "Li seppelliremo!", disse a un vecchio comizio di Bertinotti nel '96 e poi ancora di nuovo "li seppelliremo di voti" il 13 maggio in piazza Duomo. "Seppellire" sembra un verbo soft, molto politically-correct, ma rinvia alla morte dopotutto. Si seppellisce chi non c'è più, gli si toglie la luce. E dirò ora una provocazione...penso che pensare Pisapia colpevole di un furto e in carcere abbia dato più fascino al personaggio, proprio perché se di un furfante si trattava (cosa smentita per altro) sarebbe stato un furfante molto galante, come forse lo era il "bel rené" e in più ideologizzato, quindi mosso da nobili principi (condivisibili o meno, ma pur sempre una fede). Ma al di là delle ciance, dei tempi passati, sia Pisapia che De Magistris hanno regalato al nuovo giugno aria nuova, quell'aria nuova di cui tutti parlano. Si tratta ora di vedere se questo vento sia solo una volgare scoreggia olezzosa, insignificante quanto putrida oppure il vento delle montagne che rinfresca i polmoni. "Il vento cambia davvero", "Il vento cambia davvero", adesso vedremo. Ma non dobbiamo montarci la testa, non dobbiamo.
Il mese appena trascorso è stato un mese d'amore, d'amore per il ritrovarsi in piazza, per credere come sempre in qualcosa. Basta questo. La gente ha bisogno di un po' di ossigeno d'amore dentro la fogna perenne di Milano o di Napoli. Un amore contrastato dai nemici, come sempre, ma pur sempre l'amore.
Ed ecco che il mese di giugno non poteva che cominciare con una dichiarazione d'amore, nell'auspicio che anche gli amori più difficili, più sfuggenti rimangano sempre nei nostri cuori, anche a costo di essere ridicoli....perché un amore non passa mai per caso per strada, non ci si innamora per sbaglio, anche perché innamorarsi degli altri è pur sempre un voler bene anche a noi stessi, scoprire nell'altro quello che ci manca o quello che vorremmo essere. E bisogna continuare ad amare allo sfinimento, gli altri con le loro invidie o i loro giudizi oggettivi non contano nulla.
E per concludere il gay-pride tornerà a Milano e sarà nuovamente una festa all'insegna dell'amore, nonostante i nemici...Ma del resto i nemici ci piacciono....cos'è la vita senza un nemico?
Che voi possiate fare l'amore più spesso, come recitava una pubblicità su un cartellone con testimonial Alessandro Gassman.
C'è bisogno di consolazione, c'è bisogno di smetterla con televisione, c'è bisogno di tornare a casa con le labbra bagnate (qualunque tipo di labbra) e guardare attoniti la gente chiedendosi se si sta sognando, c'è bisogno di andare oltre.
Il 2 giugno, festa della Repubblica, palazzo comunale aperto, ho stretto la mano al mio sindaco, lo guardavo sorridere ai bambini, abbracciare ragazze, non mi sentivo così bene da anni.

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