Editoriale di Edoardo Lombardo.
Al termine delle Consultazioni di ieri con il Presidente Napolitano, possiamo cominciare a proporre un’analisi cercando di prevedere quello che succederà oggi.
Credo che tutte e quattro le posizioni, che i partiti di maggioranza hanno espresso, siano comprensibili e in parte condivisibili. Ma tutte evenziano grossolani errori politici, che di certo non aiuteranno il nostro Paese.
Cominciamo con Monti. L’uomo della provvidenza laica e religiosa. Scelto dal Presidente Napolitano, oggi è il Leader politico che gli ha dato più grattacapi. Prima ha deciso di “salire in politica”, cercando di difendere gli sforzi e i sacrifici fatti, nella speranza di darsi una nutrita rappresentanza parlamentare ritenuta decisiva nella prossima legislatura. Ha ottenuto esattamente il risultato opposto: scarna e non decisiva rappresentanza, trascinando su di sè l’odio di tutte le forze politiche per i sacrifici fatti (non importa se siano stati anch’essi complici). In un secondo momento ha ritenuto di regalarsi una gabbia d’oro da cui gestire il complicato gioco di poltrone che si attiverà da oggi, puntando alla Presidenza del Senato, quindi, la carica più alta in caso di vacanza della Presidenza della Repubblica. Non ha sostenuto Grasso, altro errore politico. Infine, proponendo un Governo con le principali forze del Paese, non vuole includere il Movimento 5 Stelle. Primo partito, per numero di voti, alla Camera.
Grillo. Ha incontrato Napolitano ieri mattina lasciando ai Capigruppo M5S di Camera e Senato la “libertà” di leggere una dichiarazione di fronte ai giornalisti: “Finora non c’é stata data nessuna rappresentanza istituzionale a M5S, né la presidenza del Senato né della Camera, che sono state oggetto di mercanteggiamento tra i partiti. Non è stata riconosciuta la volontà popolare”. Questo è il rispetto per i giornalisti, conferenze stampa dove si leggono dichiarazioni e portavoce in silenzio stampa. Ma non è questo l’errore grave. Dal suo punto di vista il gioco è perfetto: costringere al Governo Pd-Pdl o al nulla di fatto, per fare il pieno di voti al prossimo giro. Ma lascia un Paese senza Governo, oltre a diminuire giorno per giorno le possibilità economiche per attuare le sue riforme. Aumentano Spread, interessi e debito grazie alla sua irresponsabilità.
Berlusconi. L’uomo che, convintamente, fece cadere Monti ritenedo esaurita l’esperienza di un Governo di coalizione, oggi ci ripropone la stessa soluzione. Sostiene di avere lo stesso programma di Bersani, che ritiene di sottoscrivere l’Agenda Monti con un occhio all’equità. Un bel corto circuito. Certo è che la chiave potrebbe essere la fuoriuscita dal centro destra della Lega, che potrebbe votare la fiducia (rischiando però di perdere le regioni). Di sicuro quello che interessa al Pdl è stringere un accordo con la sinistra sul Presidente del Consiglio per ottenere il Quirinale, dimostrando responsabilità e apertura al Pd, che al contrario si dimostra eternamente rigido nei confronti di Berlusconi. Conquistato il Quirinale il Pdl penserà alle imminenti nuove elezioni, cercando di fare il pieno e garantire al Cavaliere una protezione eterna.
E poi c’è Bersani. “Disse – se prenderò il 51% mi comporterò come se avessi il 49% – ha preso il 25% e si comporta come se avesse il 51%” (cit. Travaglio) credo sia la frase che riassuma meglio la sua situazione.
Da questa tempesta perfetta i modi per uscire sono solo due. Formare o non formare un Governo. Per formare un Governo ci vanno i numeri e Bersani sicuramente non li ha. Oggi riceverà un mandato esplorativo dal Presidente Napolitano per certificare la mancanza di una maggioranza disponibile a sostenerlo. Allora si passerà a proporre un Governo di coalizione, di cui non farà parte il Movimento 5 Stelle. Eleggeremo il nuovo Presidente della Repubblica, si tornerà ad elezioni e il prossimo Governo sarà a 5 stelle (sempre che non si candidi Renzi).
La foto di Grillo è di Niccolò Caranti, licenza CC BY-SA, modificata
La foto di Bersani è © Riccardo Schilirò – 2013
La foto di Monti è © Alberto Schilirò – 2013
La foto di Berlusconi è della Secretaría de Estado de Comunicación del Ministerio de Presidencia