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Edoardo Camurri, 50 anni dopo Zatterin, intraprende il suo "Viaggio nell'Italia che cambia", da stasera su Rai Storia

Creato il 14 settembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano

Edoardo Camurri

Su Rai Storia, sabato 14 settembre alle 21.30, prima tappa di “Viaggio nell’Italia che cambia” un reportage settimanale in 40 puntate che dal Nord al Sud, dalle piccole province alle grandi metropoli, racconterà luoghi, realtà sociali ed economiche dell’Italia di oggi. A cinquant’anni di distanza dallo storico reportage itinerante di Ugo Zatterin che seppe raccontare l’Italia degli anni ’60 e del boom economico, Edoardo Camurri in questo suo viaggio rivelerà un nuovo cambiamento, di segno diverso, forse opposto; ma tra i molti segnali di crisi si scopriranno anche visioni per il futuro e si potranno ascoltare le parole dei testimoni di un popolo fatto sì di poeti e navigatori ma soprattutto di artigiani e intellettuali, scienziati, storici e imprenditori.
Nel primo appuntamento Edoardo Camurri ci porta in Lombardia in un viaggio alla ricerca del lavoro manuale e della più antica tradizione artigiana ma anche tra sofisticate tecnologie e innovazioni a disposizione oggi dei giovani artigiani.
In Italia, nel corso dei passati decenni, si è affermata una visione secondo cui il lavoro intellettuale sia da preferire sempre, in tutti i casi, al lavoro manuale. Come se i mestieri fondati sulla manualità non contino. Negli anni i giovani e le loro famiglie hanno preferito sempre più spesso la laurea al mestiere, ufficio e scrivania al posto della bottega. Ma hanno fatto bene? E oggi? Dove è finito il lavoro manuale? Il viaggio in Lombardia inizia sul Lago d’Iseo dove Camurri incontra una famiglia di boscaioli, forse gli ultimi eredi di una tradizione e cercherà di capire come è cambiato il loro lavoro, seguendo una giornata di taglio in foresta. “Nel corso degli anni – spiega il giornalista - l'Italia ha progressivamente dimenticato la cultura materiale e i mestieri artigiani. La conoscenza dell'origine delle cose, della materia di cui sono fatti gli oggetti, della fatica e dell'abilità necessarie per dare forma al mondo, nel frattempo, sono diventati il segno di riconoscimento di pochi iniziati.”
Il viaggio prosegue a Cremona dove dal prezioso legno dell’abete rosso si ricavano gli strumenti più rari del mondo: i violini Stradivari e Amati. Alla Scuola di Alta Liuteria Edoardo Camurri conoscerà i giovani che hanno scelto come lavoro un mestiere d’arte e di eccellenza italiana. L’abilità delle mani non è però scollegata dal successo industriale e dal progresso. “L’arte liutaia è entrata di diritto nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità. Qualcosa da proteggere e ammirare senza discussione come La Gioconda, come Pompei…come il Colosseo. - racconta Camurri - La mano del Maestro è l’unica capace di stabilire se un tronco di legno produrrà mai il suono perfetto. E il Liutaio d’esperienza è anche l’unico in grado di insegnare come si fa a trasformare la materia in musica”.
Un grande modellista del legno, Giovanni Sacchi, fu l’anello di congiunzione tra la tradizione artigiana e la grande industria del design negli anni Sessanta. Uno dei suoi alunni racconta l’entusiasmo che prova ancora oggi nel mettere mano agli oggetti. E il futuro? Nei laboratori di ingegneria del politecnico di Milano faccia a faccia con gli artigiani di domani: i makers, giovani che hanno deciso di tornare a prodursi gli oggetti in casa, grazie a sofisticate e innovative tecnologie come le stampanti e le taglierine 3D.


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