ROMA – L’educazione sessuale? Dovrebbe iniziare ad essere impartita ai bambini di 6 anni. E ai piccoli di 9 anni si dovrebbero spiegare come si fa sesso e come ci si protegge da malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze, in particolare insegnando loro come si usa il preservativo. Sono raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che sottolineano, tra l’altro, l’importanza di spiegare ai più piccoli non solo come funziona la contraccezione, ma anche l’orientamento di genere, facendo loro accettare le diversità nell’orientamento sessuale.
Nel documento “Standard per l’educazione sessuale”, realizzato da Oms Europa e Centro Federale per l’Educazione alla Salute di Colonia si spiega che l’educazione sessuale a cui larga parte della cultura conservatrice, almeno in Italia, si oppone, in realtà inizia da sé, quando i bambini giocano al “dottore”, intorno ai 3 anni, poi esplorando il corpo con il gioco, anche degli amichetti, intorno ai 5 anni, e quindi, dai 6 anni in poi, con le sensazioni di vergogna e pudore.
Proprio tra i 4 e i 6 anni, infatti, sottolineano dall’Oms, i bambini iniziano a scoprire il proprio corpo e quello degli altri, attraverso i “giochi a sfondo sessuale”, anche se a questa età la maggioranza dei bambini inizia a sperimentare pudore rispetto al proprio corpo e inizia a mettere dei confini.
Tra 6 e 9 anni si spiegano i cambiamenti del corpo, mestruazioni, eiaculazione e le differenze tra i due sessi, anche se in questa fase si inizia a provare vergogna e imbarazzo, e molti non vogliono più farsi vedere nudi, mentre tra i 9 e i 12 bisogna capire i rischi di esperienze sessuali non protette. Sempre secondo le indicazioni dell’Oms, tra i 9 e 12 anni i bambini devono conoscere la contraccezione e sapere come funziona.