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Gabriele Salvatores, dopo i due film tratti dai romanzi di Niccolò Ammaniti, continua la sua analisi sui percorsi di formazione attraverso la trasposizione di Educazione siberiana, primo romanzo di Nicolai Lilin; una storia di bambini (Absolute beginners di fronte alle scelte che la vita impone) che crescono in un ambiente totalmente degradato, nel quale le scelte fondamentali continuano però a fare la differenza. Una storia di uomini veri, girata fra Milano e Vilnius, da dove provengono quasi tutti gli attori.
Trama Kolima e Gagarin sono due bambini che crescono nel ghetto dei siberiani deportati in Transnistria negli anni a cavallo della caduta del muro di Berlino. La comunità siberiana è composta da autodefiniti "criminali onesti", dotati di un rigido codice d'onore e di tradizioni che ne definiscono l'identità, ed è guidata dal nonno di Kolima, nonno Kuzya, temuto e rispettato da tutti, rigido guardiano dell'ortodossia criminale dei siberiani (vietati stupri e sfruttamento della prostituzione, il traffico di droga, lo strozzinaggio, i proventi dei furti devono andare a beneficio di tutta la comunità e il denaro non può essere conservato in casa). Nonno Kuzya cresce Kolima educandolo al rispetto delle regole. Il migliore amico di Kolima, Gagarin, rappresenta invece la ribellione all'ordine costituito. Crescendo entrambi vengono attratti da una ragazza mentalmente disturbata, Xenya, che come tutti i matti gode di particolare rispetto da parte dei siberiani. Crescendo i caratteri dei due amici entrano sempre più in collisione, le rispettive scelte di vita li porteranno l'uno contro l'altro, fino all'unico epilogo possibile.
Intepreti: John Malkovich: giganteggia nel ruolo del nonno Kuzya, un vero maestro di vita, depositario di una morale forse deviata ma granitica, enunciata attraverso aforismi definitivi: "un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare", "la dignità una volta persa non si può più ritrovare". Arnas Fedaravicius è Kolyma "adulto", un ragazzo che - grazie agli insegnamenti del nonno - ha sempre un sistema di valori a cui fa riferimento e riesce perciò a mantenere una sorta di leggerezza di fronte a qualsiasi bruttura. Vilius Tumalavicius interpreta invece Gagarin, il personaggio che "può fare qualsiasi cosa perchè non crede in niente"; scoprirà che il vuoto di valori porta al non-senso della vita e che la ricchezza non dà la felicità, come ben rappresentato dalla parabola dei lupi. Eleanor Tomlinson (che rivedremo fra poco nel Cacciatore di giganti di Bryan Singer), molto convincente nel ruolo, è una Xenya quasi più esile nel fisico che nella psiche. E' lei - cherchez la femme, toujours - a catalizzare la dinamica fra Gagarin e Kolima e sarà sempre a casa sua che l'amicizia fra i due troverà epilogo. Peter Stormare è Ink, il maestro di tatuaggi (un aspetto fondamentale della cultura dei criminali onesti), semplicemente splendido. Infine una citazione anche per il bravissimo Arnas Sliesoraitis, attore che interpreta il Kolima ragazzino sgranando gli occhi di fronte agli insegnamenti del nonno.
Conclusioni
Questo è un film che non si può non apprezzare. Lontanissimo dagli stereotipi del solito cinema italiano,ci racconta (finalmente!) una storia universale ed è curato fin nel minimo dettaglio da una crew di collaboratori abituali di Salvatores. Bellissima la fotografia di Petriccione, ma curatissimi anche i costumi. Ogni inquadratura è studiata nei particolari, ma il gusto estetico viene sempre tenuto al servizio del film, senza un'ombra di compiacimento.
Certo, la morale dei criminali siberiani segue un'etica di violenza (mai di sopraffazione, però), ma il rifiuto di regole e radici per inseguire ricchezza e potere alla fine portano Gagarin a vivere sulle montagne della Cecenia, braccato come una bestia e probabilmente desideroso di incontrare la morte. Mantenere la propria identità e conservare un sistema di valori che può anche evolversi ma non negarsi alla base è invece la strada che segue Kolima; la dignità una volta persa non si recupera mai più.
Chissà che non sia un suggerimento provvidenziale, quello del film di Salvatores, che giunge a puntino in questo strano momento, in questo strano Paese.
2013 - Educazione siberiana
Regia: Gabriele Salvatores
Fotografia: Italo Petriccione
Scenografia: Rita Rabassini
Costumi: Patrizia Chericoni
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