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e.e. cummings – If

Creato il 10 ottobre 2011 da Editoredimestesso

e.e.cummings poete. e. cummings (secondo la sua abitudine di firmarsi in minuscolo) nacque il 14 ottobre 1894 a Cambridge in Massachussets. All’età di dieci anni iniziò a scrivere poesie e nel 1917, giovanissimo, pubblicò una selezione di componimenti nell’antologia Otto Poeti ad Harward.

 Amico di Gertrude Stein, Ezra Pound e Pablo Picasso, al quale lo avvicinava la forte passione per l’arte e la pittura, partecipò alla seconda guerra mondiale come guidatore di ambulanze. Accusato ingiustamente di spionaggio, fu rinchiuso a La Ferté-Macé. Dopo la fine del conflitto, si divise fra il Connecticut e Greenwich Village, con frequenti viaggi in Europa soprattutto a Parigi.

 Durante la sua vita compose circa 2.900 poesie e ricevette diverse importanti onorificenze, tra cui una borsa di studio della‘ Academy of American Poets, due borse di studio Guggenheim, la cattedra di insegnamento ad Harvard e nel 1958 vinse il Bollingen Prize in Poetry.

 Cummings è stato per molti aspetti un poeta rivoluzionario e controcorrente, uno sperimentatore della forma e della parola. Celebre è l’uso personalissimo dell’ortografia e della sintassi, ma soprattutto della punteggiatura.

Alla fine della sua carriera fu spesso criticato per essersi adagiato su quella che era ormai diventata la sua firma poetica e di aver smesso di sperimentare ulteriori soluzioni. Nonostante questo, al momento della morte il 3 settembre 1962, era il secondo poeta più letto negli Stati Uniti, dopo Robert Frost.

 Tra le sue opere principali: Tulipani e camini (1923), XLI Poesie (1925), Poesie 1923-1954 (1954).                                                                                                                                                                                                              

If

 

If freckles were lovely, and day was night,

   And measles were nice and a lie warn’t a lie,

      Life would be delight,–

      But things couldn’t go right

      For in such a sad plight

 I wouldn’t be I.

 

If earth was heaven and now was hence,

   And past was present, and false was true,

      There might be some sense

      But I’d be in suspense

      For on such a pretense

You wouldn’t be you.

 

If fear was plucky, and globes were square,

   And dirt was cleanly and tears were glee

      Things would seem fair,–

      Yet they’d all despair,

      For if here was there

We wouldn’t be we.

 


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