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Effetto del dna fantasma

Creato il 04 giugno 2015 da Dariosumer

 EFFETTO DEL DNA FANTASMA
Il primo esperimento descritto è opera del Dr.Vladimir Poponin,
un biologo quantistico. Inzialmente venne svuotato un contenitore
(cioè al suo interno venne creato il vuoto), e quindi l'unica
cosa rimasta erano i fotoni (particelle di luce). Si misurò la
distribuzione (cioè la posizione) dei fotoni e si trovò che
questi erano disposti in modo completamente casuale tutto
all'interno del contenitore. E tale risultato era conforme con
quanto ci si aspettava. [ovvero conforme al Secondo principio della termodinamica (entropico)]Poi venne inserito del DNA all'interno del recipiente e si rieffettuò la misura della distribuzione (posizione) dei fotoni.
Questa volta i fotoni erano SCHIERATI in modo ORDINATO e
allienati con il DNA. In altre parole, il DNA, fisico, produceva
un effetto sui fotoni, non fisici. Dopo di questo, il DNA venne rimosso dal contenitore, e si ricalcolò la distribuzione dei fotoni. I fotoni RIMASERO ORDINATI e allineati ladove era stato inserito il DNA. A cosa sono connesse le particelle di luce?...e qui entra in gioco, in modo molto implicito, il principio di non-località.
La spiegazione di questo fenomeno dice che evidentemente il DNA stesso ha prodotto nel "vuoto" un modello di disturbo, uno specifico modello vibratorio. Da qui nasce la teoria dei campi morfogenetici, cioè ogni essere umano e vivente, lascia una traccia invisibile della propria esistenza. Il DNA ha una sorta di legame e sembra quindi comunicare con il "vuoto". La cosa più sorprendente è che tutti i risultati indicano che rispetto alla comunicazione il DNA non è soggetto a nessuna limitazione. L'ipercomunicazione del DNA non sembra servire ad uno scopo preciso e circoscritto, ma costituisce un'interfaccia con una rete aperta, una rete di coscienza o di vita!
Proprio come Internet insomma il DNA può immettere i propri dati in questa rete,in questo campo, e richiamare dati da questa rete o entrare in contatto con altri utenti della rete. L'IPERCOMUNICAZIONE o COSCIENZA DI GRUPPO. Questo spiega perchè se leviamo l'ape regina dal suo alveare,le api operaie continuano a lavorare duramente secondo dei precisi schemi,ma una volta uccisa l'ape regina,anche a chilometri e chilometri di distanza ,le api operaie all'improvviso perdono l'orientamento e ,ad una ad una, cominciano inesorabilmente a morire. Ma potrebbe spiegare anche perchè quando una tartarughina nasce,uscendo dalla sabbia per la prima volta,sà già che dovrà raggiungere il mare. Oppure potrebbe spiegare facilmente il perchè quando pensi ad una persona ,questa, o la incontri o ti chiama...oppure entrare in una casa ed avvertire una strana sensazione...sentirsi osservati...etc etc
Ad oggi al contrario di quanto si pensi conosciamo molto poco sul DNA, circa il 5%, ovvero la parte legata al corredo genetico. Il restante 95% circa viene definito DNA non sense o muto, proprio perchè non si conosce ancora con precisione la sua funzione. Tutti gli esperimenti scientifici sembrano però supportare la teoria legata ai campi morfogenetici. In pratica per fare un esempio è come se la coscienza universale o luce di fondo o l'energia di base che unisce tutto il conosciuto, si condensasse in materia fisica tramite il DNA ed una volta finito il ciclo vitale torni ad essere luce. Per farvi un esempio che renda l'idea è come la luce che passando attraverso il prisma diventa multicolore. La luce è l'energia di fondo quella che si è originata dal big bang e che si è evoluta verso l'infinito diventando cosciente di sè, il prisma è il DNA e i colori sono la materia organica che conosciamo...risulta logico che se dovessimo levare il prisma rimarrebbe solo la luce...
Il secondo esperimento è stato fatto dall'Istituto Heart Math, e la relazione in merito è intitolata "Effetti locali e non locali delle frequenze coerenti di Heart sui cambiamenti di struttura del DNA" (Trascurate il titolo! L'informazione è incredibile).
Del DNA preso da placenta umana (la forma più originaria e intatta di DNA) fu inserito in un recipiente con cui era possibile effettuare le misurazioni dei suoi cambiamenti. Si diedero 28 boccette di questo DNA (una per ciascuno) a 28 ricercatori addestrati. A ciascuno di questi era stato spiegato come generare e SENTIRE le emozioni, e ciascuno di loro provò forti emozioni.
Quello che si scoprì è che il DNA CAMBIO' LA SUA FORMA in base ai sentimenti dei ricercatori.
1. Quando i ricercatori PROVAVANO gratitudine amore e apprezzamento, il DNA rispondeva ALLENTANDOSI e i filamenti si
srotolavano. La lunghezza del DNA aumentava.
2. Quando i ricercatori PROVAVANO rabbia, paura, frustrazione o stress, il DNA rispondeva RESTRINGENDOSI. Diveniva più corto, e
si interrompevano diversi codici del DNA!
Se ti sei mai sentito abbattutto da emozioni negative, ora sai che anche il tuo corpo faceva altrettanto. L'abbattimento dei codici del DNA fu invertito e i codici furono inseriti nuovamente quando sentimenti di amore, gioia, gratitudine e apprezzamento furono provati dai soggetti.
A questo esperiemento seguì più tardi un test sulle persone HIV positive. Scoprirono che i sentimenti di amore, gratitudine e apprezzamento creava 300.000 VOLTE la RESISTENZA che avevano in mancanza di questi stessi sentimenti. Quindi ecco la risposta a che cosa puòaiutarti a stare meglio, indipendentemente da quanto siano orribili il virus o i batteri che ci circondano. Rimani in uno stato di gioia, amore, gratitudine e apprezzamento! (vedi acqua)
Questi cambimenti emotivi accadevano al di là degli effetti elettromagnetici. Gli individui che avevano imparato a sentire amore profondo furono in grado di cambiare la forma del proprio DNA.
Gregg Braden afferma che questo illustra una nuova riconosciuta forma di energia che connette tutto il creato. Questa energia si presenta come una RETE (o CAMPO) STRETTAMENTE INTESSUTA che connette tutta la materia. Fondamentalmente, siamo in grado di influnzare questa rete della creazione tramite le nostre VIBRAZIONI.
Il DNA conosciuto esiste sotto forma di geni che decodificano proteine e rappresentano solo il 10%...ed il restante 90% che ruolo svolge?
La scienza ancora non lo sà e definisce questa parte del dna: non sense o muto come abbiamo visto in precedenza. Ma sarà "muto" realmente?
Secondo gli ultimi studi,quindi, il DNA non serve solo a produrre proteine nella cellula e quindi a strutturare l'organismo. I dati suggeriscono che esistono sorte di cunicoli spazio temporali magnetici (ampiamente dimostrati in esperimenti sulle particelle di materia come anche il teletrasporto quantistico) che si fissano su sequenze di questa potente biomolecola fungendo da canali di comunicazione. Si giunge così ad un modo del tutto nuovo di considerare le cose, in cui concetti come coscienza e percezione hanno accesso alla fisica. I campi magnetici dei cunicoli spazio temporali, attaccati a fogli spazio temporali che contengono la biomateria comune, sono buoni candidati per la spiegazione fisica della percezione. Il magnetismo dei cunicoli spazio temporali potrebbe addirittura essere considerato la quintessenza dei sistemi viventi.
Questo significa che la scienza è sul punto di dimostrare il rapporto tra gravitazione e coscienza, come due poli opposti.
In pratica siamo in procinto di dimostrare come il cosmo sia infarcito fino al midollo di forze coscienti e non certo più un meccanismo determinato o ad orologeria.
Deteniamo il potere sui nostri geni...
Gli ultimi successi sul dna non sense dimostrano la correlazione tra dna non sense ed espressione genetica anche se il lavoro è ancora lunghissimo....
Quando, nel 2000, la Celera Genomics di Craig Venter portò per prima a termine la corsa alla mappatura del genoma umano, si era ben lontani dall’immaginare quanto complesso fosse il nostro DNA. All’epoca sembrava che solo l’1-2% dei circa 20.000 geni individuati fosse connesso con la produzione delle proteine, i mattoni del corpo umano. A cosa serviva tutto il resto? La tesi dominante è che si trattasse di “spazzatura”, di materiale di risulta dell’evoluzione, non connesso con gli schemi tecnici che permettono la sintesi delle proteine e dunque la costruzione di un essere vivente. Qualcuno non era convinto. Quella “materia oscura” nel nostro genoma doveva avere qualche funzione. Così nel 2003 è nato ENCODE, un consorzio di ricerca con l’obiettivo di realizzare un’enciclopedia degli elementi che compongono il DNA umano – da qui l’acronimo (ENCyclopedia Of Dna Elements) che in inglese vuol dire anche “codificare” – guidato dal National Genome Researh Institute degli Stati Uniti e dall’European Bioinformatics Institute. I risultati sono stati pubblicati qualche giorno fa e rovesciano completamente le precedenti convinzioni sull’argomento.
Gli interruttori del genomaInizialmente partito con l’obiettivo di esaminare solo l’1% del genoma, determinando per ciascun paio di coppie azotate la funzione precisa, ENCODE ha poi raggiunto obiettivi sempre più ambiziosi grazie al rapido sviluppo delle tecnologie di sequenziamento del DNA. Ora è stata portata a termine l’assegnazione di una funzione a circa l’80% del genoma, tra cui la maggior parte dello spazio tra i geni considerato fino a poco tempo fa inutile e invece strettamente collegato all’espressione genetica. In pratica, anche se molte di queste parti che compongono la “materia oscura” del genoma non sono associate alla sintesi delle proteine – primo compito di ogni gene – esse sarebbero comunque capaci di regolare l’espressione di geni distanti tra loro e coordinare altre funzioni collegate anche all’emergere di patologie genetiche. Tutto ciò rende naturalmente il nostro genoma enormemente più complesso di quanto finora immaginato, e dimostra che la strada da fare per arrivare a comprenderne appieno le funzioni è ancora lunga.
Il progetto ENCODE riunisce decine di centri di ricerca tra Europa e USA e 440 scienziati.
“Il lavoro è ancora lungi dall’essere completato”, sostiene infatti Ewan Birney, biologo computazionale dell’European Molecular Biology Laboratory, uno dei centri di ricerca europei – con base nel Regno Unito – che costituiscono il consorzio ENCODE. Se si vuole davvero realizzare un’enciclopedia di tutti gli elementi del genoma che non sia solo un semplice elenco di “voci”, ma una dettagliata spiegazione della funzione di ogni elemento, si deve ammettere di essere appena al 10% del lavoro complessivo. Per accelerare il lavoro, il consorzio ha ora reso pubblici i dati raccolti (come già venne fatto all’indomani del Progetto Genoma Umano) sul sito istituzionale di ENCODE e attraverso ben 30 paper pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche: il numero di Nature di questa settimana dedica la sua copertina al progetto, ospitando il principale paper sul tema; 18 articoli più specifici sono stati pubblicati su un numero monografico di Genome Research; altri 6 su Genome Biology; mentre ulteriori 6 articoli sono in corso di pubblicazione su Science, la rivista Cell, il Journal of Biological Chemistry e altri: ciò da l’idea dell’importanza storica di questo avvenimento. Gli scienziati di tutto il mondo potranno ora studiare i dati per approfondire la comprensione di quel 99% del DNA che fino a poco tempo fa era definito mera “spazzatura”.
Il numero di "Nature" di questa settimana dedicato ai risultati di ENCODE.
Costato fino a oggi 185 milioni di dollari, oltre all’impegno di quasi 450 scienziati, il progetto ENCODE proseguirà nei prossimi anni e porterà i laboratori di ricerca a sviluppare presto nuove terapie genetiche, consentendo – si stima – un ritorno dell’investimento di diversi ordini di grandezza superiore alle cifre spese. Queste aree che dividono i geni gli uni dagli altri nasconderebbero infatti i segreti dell’espressione genica, ossia gli interruttori che accendono o spengono un gene, attivando o disattivando la sintesi proteica. Una volta scoperto il modo di premere a nostro piacimento quegli interruttori, potremmo riuscire a curare numerose malattie che sappiamo essere di origine genetica tra cui, spiega Matt Murano su Science, “alcune malattie autoimmuni come il diabete-1, l’artrite reumatoide, la malattia di Crohn e il lupus, e che coinvolgerebbero il 24,4% del DNA”.

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