Effetto distrazione
Creato il 07 novembre 2011 da Valentediffidente
mi distrassi un attimo. fu così che nacqui. per colpa di una distrazione. i miei genitori, nonostante tutto, non mi hanno abbandonato mai. mio padre tedio e mia madre frenesia mi sono sempre stati vicini. presenze immancabili fino a quando non mi distrassi per la seconda volta. o forse si distrassero loro, non lo so. fu così che ci perdemmo di vista per non vederci più. la vita da quel giorno fu come un frustata di capelli neri in pieno volto in una giornata di forte vento. io ho sempre amato il vento, non c'è un motivo o forse c'è ed io non so spiegarlo. sono secoli ormai o forse giorni che non so più nulla dei miei genitori. però il mio corpo non dimentica di essere sangue del loro sangue. così a volte succede che dal nulla una novità mi investe come una tempesta e la frenesia mi aggredisce. devo allora mettere al centro di tutto la novità. il resto non conta più nulla. poi, piano piano, mi accorgo che la novità poi non era 'sta gran cosa, o forse la novità invecchiando perde il suo status di novità. ed è in queste situazioni che mi soccorre la parte di sangue paterno: quel tedio, che quando arriva, sembra eterno quanto era stimolante la frenesia della novità. è così che vivo, in questi sbalzi d'umore, di questa droga ematica. spesso gli sbalzi sono così violenti che cambiano la mia percezione del mondo esterno. io sono convinto che si alteri totalmente anche la realtà. i medici, però, dicono che non può essere. ma si contraddicono perché è evidente dal loro comportamento che, almeno io, ai loro occhi appaio mutato, totalmente diverso. e poi, anche se la realtà fosse uguale, che differenza farebbe? io la percepisco alterata e tutto il mio pensiero e il mio agire si adattano di conseguenza. ormai è da una eternità lisergica che sono qui. seduto, inerte. non ho più voglia di rialzarmi perché sono stanco di cadere. si sta bene anche qui, seduti. condivido il punto di vista dei cani, anche se li odio. li odio perché sono riusciti a rovinare una delle mie sensazioni migliori. amo la pioggia. amo gli odori dopo la pioggia. vengono come intensificati. la pioggia esalta l'odore della terra, dell'erba. a volte anche il vento svela il suo profumo se porta pioggia. i cani bagnati di pioggia puzzano in maniera vomitevole. sono qui seduto, in questa stanza bianca con le pareti morbide perché un giorno ho ucciso. sì, le ho squarciato la gola. non è stata cattiveria, bensì una distrazione. mi sono distratto un attimo, quell'attimo sufficiente per dimenticarmi che l'amavo alla follia... o forse l'amavo perché folle... non ricordo, ma sono inezie, dettagli inutili, come un petalo di fiore che cade. quanti di voi hanno mai dato importanza ad un petalo che cade? io mi sono distratto ed è successo quello che è successo. per questo sono qui. condannato senza appello. ma non è grave. da questa situazione che divora tutta la mia attenzione, io potrei andarmene quando voglio. dovrei solo distrarmi un secondo da questa realtà. riuscire a scartarla. come quei trequartisti dai piedi buoni che saltano i difensori rocciosi. quello è il trucco. devo solo trovare il modo di metterlo in atto. ci sono miliardi di libri, con miliardi di parole scritte che vogliono insegnarti tutto. io quei libri li ho sempre detestati. ogni volta che terminata una lettura mi convincevo di aver imparato qualcosa di assoluto, mi imponevo di dissuadermi. ho sempre preferito i libri che smembravano le mie certezze, insinuavano dubbi. perché alla fine, non serve avere strategie e dogmi esistenziali, la vita e la morte sono solo il prodotto di un attimo di distrazione.
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