Ciò che si temeva sembra realizzarsi. Parliamo del clamore mediatico suscitato da Gomorra la serie Tv trasmessa sul canale satellitare della piattaforma di Sky, Atlantic. La prima puntata della serie è andata in onda lo scorso 6 Maggio, dopo una spasmodica attesa accompagnata da polemiche e discussioni molto accese, che hanno coinvolto da un lato gli abitanti di Scampia (che è la location principale in cui si svolgono gli episodi della serie) e le associazioni che lavorano in quel territorio e dall’altro lato la produzione della serie Gomorra, alla cui realizzazione ha collaborato anche Roberto Saviano. A seguito di tali polemiche in un primo momento sembrava che la messa in onda di Gomorra dovesse essere anche posticipata: questo, però, non è accaduto e, anzi, sembra che la prima puntata abbia avuto un buon seguito.
Il punto focale della vicenda, però, non riguarda gli ascolti o lo share registrati dalla serie Tv, ma gli impatti negativi che questa può avere nel diffondere un’immagine ancor più funesta di Scampia e della periferia Nord di Napoli. Proprio in tal senso si registra un primo episodio che sembra andare in questa direzione, confermando i timori iniziali degli abitanti di Scampia. L’episodio in questione riguarda una scuola del Trentino Alto Adige e, in particolare, di Bolzano che aveva deciso di far compiere a quaranta propri studenti un’esperienza di grande valore: sei giorni – a partire dal prossimo 19 Maggio – presso il terreno di Chiaiano confiscato al clan Camorrista dei Polverino ed ora gestito dall’associazione Libera-Resistenza anticamorra di Scampia. Nella mattinata di ieri, però, l’organizzazione del campo scuola si è improvvisamente bloccato e il preside della scuola di Bolzano ha comunicato telefonicamente l’annullamento della “gita”a causa del fatto che i genitori degli studenti – dopo aver assistito alla prima puntata della serie Tv Gomorra – si sono opposti, chiedendo addirittura che ai ragazzi fosse assicurata una scorta.
Un brutto colpo per Scampia e per i suoi abitanti, ma anche per tutti coloro che in questi anni hanno deciso di rimanere sul territorio per costruire un’alternativa ai luoghi comuni, credendo nella possibilità di un cambiamento. Si conferma, così, la forza della televisione nel creare stereotipi “estremi” e nell’etichettare i luoghi in maniera perentoria, rappresentando in tal caso Scampia come luogo del male.