Apriti cielo! Queste parole hanno messo ulteriore dinamite nei difficili rapporti tra il governo e l’attuale situazione del mondo del lavoro. Una frase quella del premier, che, pronunciata due giorni dopo il difficile tavolo con le parti sulla produttività, scatena le ire della Cgil. Susanna Camusso, numero uno del sindacato di Corso d’Italia, parla di “peggior liberalismo e nessuna idea per la crescita”.
Non è la prima volta che Monti suscira aspre reazioni ma, qui, non si parla di bon ton ma di un punto cardine di una conquista storica e “siccome non c’è nulla si reinventa una logica contro i lavoratori” sentenzia la Camusso. I tempi stringono nel rigore e il Monti senza paura affronta i tabù più a rischio con un fendente duro, colpendo lo statuto dei lavori giudicato “insufficiente” per creare occupazione. Appoggio del Pdl e di Fli e della Fornero : “Noi abbiamo modificato l’art. 18, siamo per fare occupazione, non l’abbiamo fatto a caso”!
Certe disposizioni intese a tutelare le parti deboli nei rapporti economici – continua Monti – hanno finito, impattando sul gioco del mercato, per danneggiare le stesse parti deboli che intendevano favorire”.
Siamo stritolati in una morsa che non concede tregua, l’Italia rischia ancora, la materia sociale è quella più incandescente e lede la parte debole del paese in questa crisi così dura che da tempo ci regala, meno consumi (nessuno spende più niente perchè teme di non averne per il domani), meno occupazione, inflazione alle stelle e meno potere d’acquisto .
In effetti Monti ha imposto un rigore a tanti ma dovremmo parlare anche dell’inefficienza dei managment prima di scaricare le colpe sui lavoratori. Cambiare modo di fare politica per favorire il necessario mutamento è sicuramente più utile a questa Italia che brucia in mano all’attuale politica che corrompe l’economia a scapito della meritocrazia.