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Effetto Motivazione...nel bene e nel male...

Da Genna78

Effetto Motivazione...nel bene e nel male...

Effetto Motivazione...nel bene e nel male...
Ciao,
quante volte hai sentito dire “se solo avesse voglia
o una variante  scolastica “se s'impegnasse di più”.
In entrambi questi casi si prende di mira la famosa
motivazione, che detto nel comune parlare è la
“voglia di fare qualcosa” unita alla perseveranza
di portarla avanti. Due abilità psicologiche di cui
abbiamo parlato moltissime volte perché sono
fondamentali ma che nascondono un pericoloso
“effetto secondario” che ho chiamato “effetto
motivazione”.
Esistono centinaia di studi sulla motivazione e sulla
sua importanza, soprattutto da un punto di vista
scolastico e lavorativo. Dove tutti disegnano lo stesso
schemino che recita più o meno così, a) motivazione,
b) preparazione, c) performance, d) risultato...e poi si
torna al “punto a” (come vedi nell'immagine del post).
Se si hanno buoni risultati la motivazione crescerà e
viceversa. Ma questo, come sappiamo dipende sia
da tendenze di base, cioè familiari e genetiche...
...e sia dalle convinzioni che abbiamo assorbito, se
infatti crediamo di essere abili, di avere quella che
noi psicologi chiamiamo auto-efficacia, anche se
riceviamo un “risultato negativo” questo può non
influire sulla motivazione al “secondo tentativo”.
Così mettendo in ballo questo circolo, esso può
diventare o virtuoso (quando la motivazione in
un nuovo compito è sempre più alta) o vizioso
(quando la motivazione è sempre più bassa)...
come vedi "il + ed il -" dell'immagine.
Quindi la motivazione sarebbe una sorta di benzina
in grado di facilitare o ostacolare la performance.
Nulla di più semplice ed intuitivo vero? Così noi
stessi, nel parlare quotidiano, ci riferiamo alla
motivazione come “volontà”, “carattere”, ecc.
Come qualcosa che “nasce da dentro e spinge
verso fuori”...ma in realtà le cose non vanno
sempre così, infatti anche le proprietà dell'
obiettivo ci motivano...
...ok, d'accordo siamo sempre noi ad attribuire un
significato, per cui importanza a quel certo obiettivo,
ma è indubbio che andare a fare il lavoro che fai
oggi con uno stipendio triplicato, ti aiuterebbe o no
nell'essere motivato? Sicuramente si! Lo sappiamo
che non sono i soldi a motivare...era solo un
esempio ;) Deve nascere un matrimonio fra 
le tue convinzioni e i tuoi obiettivi.
Ok, ma mi sto perdendo, questa è la “motivazione
classica”, che tutti conoscono. Ma ti sei mai chiesto,
magari appassionato di crescita personale se la
motivazione possa nuocere? Ebbene, nella mia
personale esperienza messaggi motivazionali in
stile sviluppo personale anni 80/90 può a volte
fare più  male che bene, soprattutto nel periodo
della crescita, quando i ragazzi non hanno
ancora piena padronanza di se stessi (se mai
la si possa raggiungere).
Esempio classico: “un ragazzo di 10 anni cade
dall'altalena e scoppia a piangere come un bimbo
di 3 anni”. Il padre, un po' spaventato ed un po'
imbarazzato per le lagne del figlio, dopo averlo
rassicurato e medicato gli dice “smettila di
piangere, solo le femminucce piangono”. Come
se il bambino potesse, con la “volontà” e con
la “motivazione” smetterla di piangere a
comando.
Ok, lo sappiamo bene che i bambini piangono molto
spesso per attirare l'attenzione, ma nel mio semplice
esempio voglio sottolineare qualcosa di molto più
sottile. Il fatto che il bambino inizi a pensare “cavolo 
se non riesco a smetterla di piangere forse non sono 
bravo/adatto/intelligente” ecc. Quindi la mancanza
di motivazione viene scambiata per la mancanza di
abilità... in questo caso abilità di regolazione delle
emozioni.
“I bambini sono un argomento delicato” proviamo a
prendere un adulto obeso. Magari sono anni che
prova a fare diete ma non riesce a dimagrire, che cosa
gli diranno i suoi cari? O meglio, che cosa penseranno
i suoi cari? “ se solo avessi la forza di volontà per
tenere duro” … “se solo avesse la motivazione
necessaria per smetterla di mangiare in questo
modo”. Ancora una volta il messaggio che passa
salta completamente il fattore “skills” (abilità).
In ambito clinico questi messaggi possono portare
diversi problemi come ansia, disistima e depressione.
Perché il messaggio che passa non è “tu non sei
motivato” ma “tu non sei motivato perché qualcosa
non funziona in te, tutti sarebbero motivati e tu no”.
Lo so che sembra strano ma prova a pensare a questo
tipo di messaggi nella tua vita quotidiana. E ti
renderai facilmente conto che molte comunicazioni
tendono a presupporre questo tipo di messaggi.
Tranquillo, la gente non lo fa apposta, lo fa solo per
ignoranza. E' convinta che se uno, ad esempio non
esce di casa perché agorafobico, ciò che gli serve è
una buona motivazione per farlo. Si siamo d'accordo
che potrebbe aiutare tantissimo avere delle ottime
motivazioni per uscire di casa (una vincita all'otto,
un appuntamento galante ecc.). Ma siamo davvero
sicuri che tutto si riduca a mancanza di volontà o
di motivazione?
La risposta è chiaramente negativa,  e credo di averti
mostrato il perché negli esempi. Un obeso desidera
con tutto se stesso dimagrire, lo so che una cosa è
desiderare ed un'altra è invece rimboccarsi le maniche
per  farlo. Ma molto spesso queste persone mancano
soprattutto di abilità, di conoscenze per portare a
termine i loro impegni. Si è chiaro che il circolo che
ti ho descritto all'inzio del post è fondamentale...
...chi riesce a creare un circolo virtuoso ha molte più
probabilità di riuscire ed avere alte performance...ma
non sempre. Infatti esistono casi, come quelli legati
alla psicopatologia nei quali motivare con ancora più
forza fa più male che bene. Perché ripete quel tipo
di messaggio che forse porta le persone a stare non
troppo bene “smettila di piangere”. Cioè ferma con
la tua volontà un processo che scaturisce in modo
inconscio e spontaneo.
“Quindi Genna non devo motivare mio figlio o i miei
colleghi? Come faccio ad evitare quel messaggio?”...
No no, motivare serve ancora come rinforzo per avere
migliori performance. Ma ci sono due accortezze da
seguire, la prima è capire se ciò che sta accadendo, il
famoso blocco se è di tipo motivazionale o meno. In
questo caso è meglio dire al bambino “tranquillo se
aspetti un po' passa tutto” piuttosto che intimargli di
“smetterla di avere male o di piangere”. Una volta
appurato che la motivazione non metta in conflitto
conscio ed inconscio (emozione e razionalità)...
…bisogna comunicare al bambino, così come nello
adulto che la motivazione e la volontà funzionano
come due muscoli, bisogna allenarli. C'è chi nasce
con un corpo prestante per correre e chi invece deve
allenarsi parecchio, ma entrambi possono raggiungere
grandi risultati. Quindi la comunicazione NON è:
“non ci riesci perché ti manca una roba che si
chiama motivazione...”... così sembra ancora di
dirgli che è uno svogliato...
ma è “trova il modo di far nascere dentro di te la tua
vera passione verso questa cosa, puoi farlo? È nelle
tue corde?”. Lo so che se avessi davanti un bimbo
non potrei parlare così e forse sarei io che dovrei
trovare  la combinazione affinché si motivi. Ma 
anche noi adulti abbiamo bisogno di ridirezionare
il “tiro della motivazione”. Rendendoci conto che
si tratta di un'abilità come le altre...
...e che tutte le altre abilità contano e si sommano 
nel creare quella che si chiama “auto-efficacia”. Così
se ti faccio giocare ad un video game impossibile e
dopo poco non hai risultati, cioè non sei riuscito a
sviluppare quelle abilità minime per proseguire nel
gioco, la tua motivazione scenderà a zero. Viceversa
se ti faccio fare qualcosa che so essere sfidante per
te e so che ne possiedi le abilità allora cosa succede?
Diventi più motivato? E come fai a saperlo?
Perché guarda caso queste indicazioni ti fanno entrare
nel  flow ...se il compito ha i criteri adatti e tu hai le
abilità adatte, accedi spontaneamente a questo stato
di flusso. Ma se qualcuno ti chiedesse dopo questo
compito se eri motivato o meno cosa riponderesti?
Probabilmente... “non lo so” infatti la motivazione
è qualcosa che quando funziona “non si vede”. No
non è necessariamente inconscia ma nasce da
quella parte della mente...
Ok, credo di aver “parlato fin troppo” per cui ti
lascio la parola per farmi sapere cosa ne pensi.
Ero motivato a scrivere questo post? No è che
l'argomento mi affascina così...
A presto
Genna


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