Effetto placebo: il potere della mente

Creato il 27 novembre 2013 da Naturopatiablog @NaturopatiaBlog

Fa paura alla medicina moderna e alle case farmaceutiche ma l’effetto placebo è una realtà. Perché guarire con una finta pillola o con un finto intervento si può…

Affrontiamo in questo articolo un argomento che non piace per niente alla medicina allopatica: l’effetto placebo. Nonostante il fatto che nelle università di medicina non si insegni che di sfuggita la psicosomatica, gli studenti di medicina, prima o poi, imparano che la mente può influenzare il corpo, anche se la maggior parte di loro rigetterà, nel corso della loro carriera, questa convinzione.

Eppure, se un paziente si sente meglio dopo aver assunto una pillola di puro zucchero, piuttosto che un farmaco vero e proprio, si parla di effetto placebo. La maggior parte dei medici non ama affrontare l’argomento perché sconvolge gli esperimenti e non ha un fondamento scientifico dal punto di vista bio-medico.

L’effetto placebo è la terapia della mente

È così, l’effetto placebo è semplicemente un esempio di terapia effettuata dalla mente. È la capacità intrinseca che ha il nostro cervello di interagire sul nostro corpo dandogli le informazioni necessarie per attivar il sistema di guarigione. Se i medici se ne servissero, invece di osteggiarlo, esso potrebbe diventare il più grande alleato della medicina moderna: l’arte della medicina risiede anche nella capacità di scegliere le terapie più adeguate e nel modo di presentarle ai pazienti, in modo da potenziare e sfruttare l’effetto placebo per aumentare l’efficacia delle terapie, qualsiasi esse siano.

Il fondatore della terapia psicologica PSICH-K, una terapia psicologica su base energetica, Rob Williams, chiama l’effetto placeboeffetto percezione”. Il famoso biologo Bruce Lipton lo chiama invece “effetto credenza”, per sottolineare che, qualsiasi siano le nostre credenze, vere o false, si avrà lo stesso impatto sul nostro corpo e sul nostro comportamento. Anche Lipton sostiene che l’effetto credenza, o effetto placebo, che dir si voglia, costituisce un fulgido esempio della capacità di autoguarigione intrinseca del nostro corpo-mente. Esso, invece, nella medicina moderna viene associato nel peggiore dei casi, a metodiche fasulle, e a pazienti deboli e suggestionabili. Questo è un grande errore.

L’effetto placebo dovrebbe essere trattato nelle aule di medicina in maniera molto più esaustiva, per insegnare agli studenti a riconoscere il potere delle nostre risorse interiori. La medicina non dovrebbe “liquidare” il potere della mente come qualcosa di irrilevante rispetto al potere delle sostanze chimiche o del bisturi, e dovrebbe abbandonare la convinzione che il nostro corpo e la nostra mente siano sostanzialmente stupidi e che abbiamo bisogno di interventi esterni per la conservazione della salute. Se si imparasse a sfruttare questo effetto che altro non è che una capacità mentale intrinseca alla natura umana, i medici, e tutti gli operatori sanitari e para-sanitari avrebbero a disposizione uno strumento molto efficace, fondato sull’energia e privo di effetti collaterali.

Allora perché non si prende mai in considerazione l’effetto placebo?

Il motivo per cui la medicina non prende in considerazione l’effetto placebo, non è solo il pensiero dogmatico, ma anche considerazioni di ordine economico. Se la mente è così potente da guarirci, perché andare dal medico? E, cosa ancora più importante, perché prendere “farmaci”? Lo sapete che le case farmaceutiche studiano i pazienti che reagiscono con l’effetto placebo, escludendoli dalle sperimentazioni cliniche??

Certo è che le case farmaceutiche sono molto irritate dal fatto che in molti dei loro test clinici i placebo, cioè i finti farmaci, si dimostrano altrettanto efficaci delle loro molecole chimiche: da qui si evince che l’effetto placebo risulta essere una minaccia per “loro”, poiché il loro unico interesse è brevettare nuovi farmaci. .

Effetto placebo: un esperimento sulle ginocchia

A suffragio dell’effetto placebo sono state fatte molte ricerche da parte di medici e chirurghi accreditati. Vi riporto uno studio della Baylor School of Medicine, pubblicato nel 2002 sul “New England Journal of Medicine”: si trattava di valutare gli interventi chirurgici su pazienti affetti da gravi dolori alle ginocchia (Moseley et al. 2002). L’ autore principale di questo studio, il dott. Bruce Moseley, era sicuro che la chirurgia sarebbe stata risolutiva per i suoi pazienti e dichiarava che nella chirurgia non esiste l’effetto placebo. Lo studio mirava a dimostrare l’effetto più efficace dell’intervento chirurgico. Vennero quindi formati tre gruppi di pazienti: nel primo, il chirurgo raschiò la cartilagine del ginocchio. Nel secondo, mise a nudo l’articolazione, eliminando del materiale che si riteneva la causa dell’infiammazione. Nel terzo si fece una finta operazione. I pazienti furono anestetizzati, incisi e ricuciti , come se avessero subito l’intervento. I tre gruppi seguirono la terapia post-operatoria di routine, compresa la fisioterapia. Inutile dirvi che i risultati furono inaspettati e sorprendenti. I pazienti operati migliorarono come era lecito aspettarsi, ma il gruppo placebo migliorò nello stesso modo degli altri! Il dott. Moseley rimase scioccato e dichiarò:

“la mia abilità di chirurgo non ha svolto nessun ruolo su questi pazienti, l’intero beneficio dell’intervento per l’osteoartrite del ginocchio è dovuto all’effetto placebo”

Tutto questo, nonostante si eseguano negli Stati Uniti 650.000 interventi all’anno, ad un costo di circa 5000 dollari l’uno. Le televisioni mostrarono chiaramente i risultati straordinari riprendendo i pazienti del gruppo placebo che giocavano a basket dopo il finto intervento chirurgico. Per i due anni consecutivi il gruppo placebo non fu informato della verità. E questo è solo un esempio.

L’effetto placebo nei casi di depressione

Ci sono studi che affermano che l’effetto placebo funziona anche per la cura di altre malattie, come l’asma, il morbo di Parkinson e la depressione. Nella cura della depressione spesso si sono fatte prove con i placebo, e anche in questo caso si sono avuti risultati che devono far riflettere. Lo psichiatra Walter Brown, della Brown University School of Medicine, propose pillole di placebo nel primo approccio a depressioni medie e moderate. Fu detto ai pazienti che le pillole non contenevano principi attivi, ma che erano molto efficaci. L’assicurazione che fossero efficaci, funzionò così bene da dimostrare che l’effetto placebo funziona anche in assenza di veri farmaci.

C’è un altro studio contenuto in un documento del Departement of Healt and Human Services che riporta casi di depressioni gravi la percentuale di miglioramento dei pazienti trattati con farmaci è del 50% contro un 32% di miglioramento con il placebo. Non male per delle pillole di zucchero! (Horgan 1999). A causa di questo imponente effetto placebo le industrie di antidepressivi sono state pesantemente attaccate e accusate di gonfiare l’efficacia dei loro farmaci. Del resto, quanto più viene pubblicizzato l’effetto miracoloso di un farmaco, tanto più si avrà una componente di effetto placebo. Perché le convinzioni sono contagiose: pensate solamente al successo del Prozac. Oggi viviamo in una cultura dove la gente crede che gli antidepressivi funzionino, quindi, funzionano.

Effetto placebo e depressione: il caso di Janis Schonfeld

Ci sono stati casi di persone uscite dal tunnel della depressione prendendo pillole di zucchero, come il caso di una donna, Janis Schonfeld, seguita dal dott. Perez, che prese parte ad un test clinico dell’Effexor (un antidepressivo) nel 1997. La donna soffriva da trent’anni di depressione, ma prese solamente il placebo, e fu seguita per tutto il tempo della sperimentazione con scansioni cerebrali che rivelarono un sensibile aumento della attività della corteccia prefrontale. Quando le fu detto che aveva assunto solo il placebo, rimase stupefatta. Ma i suoi miglioramenti non erano solo nella sua testa, erano stati verificati anche biologicamente. Questo per dimostrare che quando la mente cambia, cambia anche la biologia del nostro corpo.

Effetto placebo ed effetto nocebo

Quindi, sebbene alcuni medici siano consapevoli dell’effetto placebo, pochi hanno preso in considerazione i suoi effetti sulla capacità di autoguarigione. Ma se il pensiero positivo, e cioè una forte convinzione sull’efficacia e sul risultato della cura, possono produrre effetti positivi su un ginocchio danneggiato o far guarire dalla depressione, pensate che effetti devastanti possono avere i pensieri negativi: se la mente è in grado di guarire, si parla di effetto placebo, ma se la mente si intrattiene in pensieri e suggestioni negative, che possono ledere la nostra salute, allora parliamo di “effetto nocebo” , il potere delle credenze negative. Ma di questo parleremo un’altra volta…


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