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Egitto / La libertà d'espressione non si tocca / Le promesse non mantenute della presidenza Al Sisi

Creato il 23 giugno 2014 da Marianna06

Sisi

 

Tre giornalisti dell’emittente panaraba Al Jazeera arrestati a dicembre con l’accusa di aver diffuso notizie false e sostenuto i Fratelli musulmani, un’organizzazione “terroristica” per i militari al potere in Egitto, sono stati condannati oggi a sette anni di carcere.

La sentenza, emessa da un tribunale del Cairo, colpisce l’australiano Peter Greste, l’egitto-canadese Mohamed Abdel Fahmy e l’egiziano Baher Mohammed.

Al Jazeera è finita nel mirino dei militari egiziani perché sospettata di appoggiare i Fratelli musulmani. Il movimento islamista è stato al potere al Cairo dal giugno 2012 al luglio 2013.

Ciò che preoccupa è che questa condanna, contro ogni principio democratico, mina comunque la libertà  di espressione e, per giunta, il tutto  sta accadendo a pochi giorni dalla presidenza  Al Sissi, che aveva fatto ben sperare per l’Egitto in un ritorno alla normalità.

Notizie del genere non predispongono certo positivamente il resto del mondo a fare investimenti laggiù, e in particolare l’Europa mediterranea, che le è dirimpettaia, e di cui l’Egitto ha bisogno invece per incrementare la propria bilancia commerciale anche con la vendita di pacchetti turistici.

Se si considera che turismo, ad esempio, per l'Egitto equivale  a ottime disponibilità di lavoro per la sua gente.Specie per le giovani generazioni, che non dovrebbero più emigrare.

 

E noi italiani lo sappiamo molto bene, essendo stati , che non è molto, dei partner privilegiati del governo egiziano, nel settore turistico, ai tempi di Mubarak. 

 

             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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