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Egiziani alle urne / Scelta decisiva a breve

Creato il 13 giugno 2012 da Marianna06

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“Il prossimo presidente dovrà guidare il Paese sulla via della democrazia, della libertà d’espressione e dell’uguaglianza tra gli egiziani- dicono a chiare lettere, facendo sentire la propria voce, in un documento ufficiale i vescovi copto-cristiani d’Egitto - tanto sul piano dei diritti che dei doveri”.

E in effetti, in attesa del ballottaggio del 16-17 giugno per l’elezione del presidente,che sarà la nuova guida dopo l’era Mubarak, questo pensiero rispecchia in pectore il sentire, e quindi i desiderata, della maggior parte della popolazione egiziana.

Le motivazioni che spingono la gente di ogni ceto e ambiente, ad eccezione fatta delle caste  privilegiate (e sappiamo quali sono), verso questa direttrice di pensiero sono molteplici e anche molto differenti.

I copto-cristiani per esempio sono, in Egitto, coloro che si aspetterebbero sul serio molto e molto di più dal “nuovo” corso.

Quanto meno di non essere discriminati,se non quando addirittura  perseguitati, come spesso è accaduto anche in un recente passato e continua ad accadere quotidianamente  nell’ambito della società civile.

L’attesa, dunque, non fa certo dormire sonni tranquilli quasi a nessuno, poiché parliamo di un Paese nel complesso estremamente popoloso e povero,diviso tra militari arroganti e/o propugnatori della sharìa, in cui i giovani(i non privilegiati) incontrano ormai enormi difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro (eccezione fatta per soluzioni limitate nel tempo e precarie) e sono costretti così ad un’emigrazione forzosa in giro per il mondo.

Mondo  che oggi,  è noto che  privilegia i respingimenti piuttosto che l’accoglienza.

Dopo la vittoria  a maggio, alle legislative,  del partito “Libertà e Giustizia” dei Fratelli musulmani(47,2%) e il clamoroso successo dei salafiti di “Al Nour”(24,3%) , su chi  cadrà la scelta dell’elettorato per l’uomo “nuovo”, che guiderà l’Egitto nei prossimi anni ?

Sarà Mohamed Mursi (islamista moderato?) o Ahmed Shafiq (uomo dell’antico regime) ?

Quello che lascia perplessi gli osservatori  è , a respirarlo in loco, un certo diffuso clima di rassegnazione da parte di tutti in quanto paiono inghiottiti nel nulla gli eventuali candidati laici e democratici, come se  piazza Tahrir non ci fosse mai stata.

Insomma  dobbiamo convenire che quella egiziana è stata una velleitaria “primavera “ a conti fatti.

  Che essa quasi certamente non darà i frutti  promessi e sperati  e che comunque qualcuno, esperto di “cose” egiziane,  aveva previsto in partenza?

Per il prossimo appuntamento alle urne, allora, sarà il caso di incrociare le dita e di mettersi  forse a “pregare”, come certamente faranno i copti-cristiani, è proprio  il caso di dire, perché non si caschi dalla padella nella brace.

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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