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El Mundo: non ci sarebbe stata l'Italia senza Giuseppe Verdi. Non ci sarebbe stato Verdi senza Shakespeare
Da RottasudovestSono di quelli che pensano che l'Italia sia sempre esistita, anche dopo la caduta di Roma, almeno nel sentire delle classi più colte, e che poco sia cambiato da Ahi serva Italia di dolor ostello, scritto nel XIII secolo da Dante. Questo sentimento di un'unica patria e questo vagheggiare una possibile convivenza dei popoli della penisola, sotto una nuova autorità comune, fosse un Papa, un Imperatore o un avventuriero, non sono mai venuti meno. Però non sarebbe la stessa Italia senza Verdi, questo è indubitabile. Il Va' pensiero ascoltato lontano dalla propria terra riempie il cuore di emozioni e porta le lacrime agli occhi e ci si sente più italiani che mai, anche se non si stanno rimpiangendo le rive del Giordano e le torri di Sion (ma non c'è italiano che non sappia cosa si celava dietro il fiume e le città d'Israele). Ma non è questo che interessa Amón, giustamente. Lui continua infatti il suo omaggio a Verdi, affermando che l'Italia non sarebbe probabilmente esistita senza Verdi, ma cosa sarebbe di Verdi senza Shakespeare? "Lo scrittore inglese gli fece scoprire il potere scenico della parola e lo espose alla convivenza impossibile delle passioni. La gelosia di Otello, l'ambizione insaziabile di Lady Macbeth, lo stomaco incredibile di Falstaff, come immagine della sua ultima opera e come portavoce di un epitaffio che non osò scrivere sulla sua tomba: Tutto, nel mondo, è burla". Una conclusione, questa, che colpisce, spiega Amón, perché "Verdi si era messo dalla parte dei sofferenti. La gitana del Trovatore, il gobbo di Rigoletto. E aveva concepito la sua migliore musica per la nobiltà del Marchese di Posa, l'amore impossibile di Aida, e per l'innocenza di Desdemona, ma i suoi quasi 90 anni di vita gli diedero ragioni per rassegnarsi all'oscurità dell'anima umana, per allontanarsi da Dio e per consolare i musicisti espulsi. Volle interrarsi con loro, insieme a loro, la sua gente, nell'ospizio che porta oggi il suo nome, Casa Verdi, e che trabocca di pellegrini e di flash e di camelie, perché oggi ricordiamo i 200 anni dalla sua nascita". Amón chiede aiuto a Gabriele D'Annunzio, per concludere il suo articolo: "Verdi ha dato voce alla speranza e al lutto. Ha pianto e amato per tutti noi". E propone un video da youtube di Bella figlia dell'amore, dal Rigoletto. Grazie, Rubén.
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