El País: Matteo Renzi e la svolta politica italiana che potrebbe non piacere a Bruxelles
Da Rottasudovest
Anche per El País in Italia è in corso
una svolta politica, un giro político, come scrive nella Home Page
del suo sito web. Sono due gli articoli che il più importante quotidiano
spagnolo progressista dedica all'Italia, questa mattina. Il primo lo
firma Pablo Ordaz, il corrispondente da Roma, ed è una cronaca
fedele dell'approvazione della nuova elegge elettorale. "Sostituire
l'antica e anticostituzionale legge elettorale e sostituirla con una
nuova, che faciliti la governabilità del Paese, era il primo
obiettivo dichiarato di Renzi. Sebbene dovrà essere sottoposta
all'approvazione del Senato, si può dire che il nuovo Capo del
Governo ha annotato la sua prima vittoria" scrive Ordaz. Con
questa nuova legge, spiega il corrispondente, si cerca di "mettere fine ai problemi storici di ingovernabilità, scommettendo chiaramente
sul bipartitismo e riducendo il potere d'influenza dei piccoli
partiti, i quali otterranno un seggio solo se supereranno il 12% dei
voti". E, dopo aver spiegato i meccanismi di premio di
maggioranza al partito più votato e la fine del bicameralismo
perfetto, Ordaz aggiunge la nota di colore. All'approvazione della
nuova legge alla Camera, "i deputati di Grillo hanno messo in
circolazione, anche attraverso la rete,alcuni cartelli in cui si
vedono i volti di Renzi e di Berlusconi, con un cuore rosso in mezzo
e la scritta condannati all'amore".
Da Madrid Alejandro
Bolaños analizza invece le misure economiche annunciate ieri da
Matteo Renzi, sottolineando come potrebbero risultare "indigeste
per Bruxelles". Solo una settimana fa, scrive Bolaños, "la
Commissione Europea segnalava l'Italia come nuovo malato
dell'eurozona, e le prescriveva la solita ricetta: austerità, non
per contenere il deficit, ma per ridurre quanto prima il voluminoso
debito pubblico (133% del PIL); e riforme, per risollevare l'ansimante
produttività e, a medio termine, la crescita e l'impiego".
Solo che, a quanto pare, Matteo Renzi ha deciso di fare a modo
suo ed El País non resiste al paragone con la situazione spagnola. Il
premier italiano teme che l'austerità gli faccia sfuggire i primi
segnali di ripresa, mantenendo il consumo bloccato. Dunque, ha
preferito concentrarsi sull'altro messaggio di Bruxelles: "il
rischio che la ripresa non decolli". Così ha deciso di fare
"quello che il Governo di Mariano Rajoy rimanda, abbassare le
imposte per palliare la cascata di carichi fiscali con cui si sono
affrontati gli enormi buchi di bilancio legati alla crisi".
L'Italia è avvantaggiata dall'aver ridotto il debito fino al 3% del
PIL (in Spagna il rapporto debito-PIL è al 6,5%). Ma "la
questione è che per Bruxelles, nel caso italiano, la riduzione del
deficit deve continuare di buon passo fino a diventare surplus, per
iniziare ad abbassare il debito pubblico quanto prima". Ma, e
qui sta la differenza tra i due leaders Rajoy e Renzi, "il
premier italiano ha dimostrato che quello che è prioritario per la
Commissione Europea non lo è per lui".
Sono così arrivate
le riduzioni delle tasse (così si avvicina a un sistema fiscale di
imposte indirette caro alla Commissione) e la decisione di non
continuare la riduzione del deficit e, anzi, di utilizzare il margine
ottenuto per "compensare parte della caduta di entrate associata
alla riduzione delle tasse". Non è ancora chiaro dove Renzi
taglierà le spese e la riforma del lavoro è in attesa di essere
approvata dal Parlamento. "Insomma" conclude Bolaños "il
Primo Ministro italiano ha fermato l'orologio dell'aggiustamento del
bilancio, ha premiato il taglio delle tasse a quello delle spese e ha
condizionato la gran parte della riforma del lavoro al sostegno
parlamentare, in Italia sempre incerto. Non sembra essere a gusto di
Bruxelles."
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