Un’altra immagine che aveva spesso colpito il signor Monde, un’immagine che è facile cogliere, a Parigi, quando dalla strada si getta uno sguardo oltre le vetrate dei ristoranti: l’uno di fronte all’altro, divisi da un tavolo sparecchiato con sopra la tovaglia chiazzata dal vino, due tazzine di caffè, dei bicchieri di liquore o di digestivo, un uomo di una certa età, piuttosto in carne, dal viso rubicondo, lo sguardo felice e un po’ ansioso, e una giovane donna con la borsa sollevata all’altezza del viso, intenta a ritoccarsi il contorno delle labbra davanti allo specchietto.
G. Simenon, La fuga del signor Monde, Adelphi 2011, pagg. 72-73