E qual è mai il significato del nome della famosa Elena? Non si riscontra in greco, ma in albanese esiste proprio un termine adatto ad una donna così, a cui stava bene il nome di elëna, cioè di una pazza, o forsennata o, come meglio si direbbe in francese, fole, folâtre. La bella Elena, che supponiamo essere stata anche spiritosa, doveva essere priva di quella avvedutezza di una saggia matrona, la quale, avendo in casa il marito, non si lascia sedurre da impudenti cicisbei.
Frontespizio del libro
Eleno, l'indovino Eleno ha, nella etimologia del suo nome, un significato simile, alludendo all'uscire fuori di se stesso proprio di colui che è dotato di spirito profetico; come se si dicesse furibondo, simile alla Pitonessa, la quale, furore repleta, prediceva il futuro. La correttezza della etimologia è confermata ancora meglio dal fatto che i nomi Elena ed Eleno hanno lo 'spirito aspro' davanti alla ε iniziale, suono che è ancora presente nei termini albanesi ëlën 'pazzo - maschile' ed, elën 'pazza - femminile', poiché si pronunciano come se vi fosse una aspirazione delle vocali: hëlën, helën. Chi sa se i vocaboli fello, folle non siano derivati da ello, olle, a cui veniva preposta la f che fa le veci del digamma eolico, la cui forma era di una F, e come tale veniva pronunciata?
Per altro si sa che davanti alla ε di Elena si scriveva il digamma, e si pronunciava Fελένα (Felena).
La stessa considerazione si può fare sul nome di Lino, maestro di Orfeo che a mio giudizio, con una piccola modifica, potrebbe derivare dal nome Eleno.
Nome simile a quello di Eleno ebbe Oleno, antichissimo poeta di inni, forse anteriore ad Orfeo. Si sa che i primi poeti o furono o vennero ritenuti pieni dello spirito di Apollo, per cui Oleno ebbe il nome di furibondo poiché i Greci definivano l'ispirazione poetica come entusiasmo, ed anche mania.
La poesia greca, dice uno studioso*, è stata trasmessa, in origine, dallo spirito di Apollo sia in Femonoe che in Oleno.
Riflette Malte-Brun che nelle radici della lingua albanese si rileva chiaramente l'analogia con la lingua eolica (e) allorché si applicano ad esse il digamma o la metatesi della lettera r o gli altri cambiamenti di lettere che erano in uso fra gli Eoli. Se applichiamo questa osservazione al nome di Ettore, notiamo che ha un significato analogo a quello che gli viene dato da Omero: uccisore d'uomini. In albanese vrectoar vuol dire uccisore. Se si antepone alla ε il digamma, ne risulta ve, poiché il digamma si pronunciava anche come la consonante v (la w dell’inglese, N.d.T.) raddoppiata. Se si considera la lettera r, si ricaverà vrector dal verbo vraam uccidere. Lo stesso Malte-Brun riconosce l'uso del digamma nella parola vraam, che è il ραειν (rain), infinito di ράω (rao), corrumpo, destruo. Per cui non è arbitrario il significato frìgio-albanese di Ettore, e soprattutto perché la ε di ‛Eκτωρ ammette lo spirito aspro.
* Patrici. “Della Poetica”.
Liberamente tratto dal libro Memoria sulla lingua albanese dell’autore Giuseppe Crispi