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Elezioni 2013: Cosmo-agonia dei minimi sistemi

Da Trentinowine

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[di Paola Attanasio - Attesa]

de il Conte - L’argomento interessa poco ma dopo l’affermazione politica di Angela Merkel, la grande rinuncia di Silvio e tutto quello che sta succedendo, ricordo che tra poco si voterà anche nella Provincia Autonoma di Trento.

Vedendo quanto succede in ‘Talia, dove stanno i ‘Taliani, vivendo ai confini della mia terra natale ma anch’io partecipe di proclami, liste, partiti e partitini, mi stupisco come nei programmi non venga dato chiaro valore a prossime politiche economiche per turismo e vigne.

Dico Turismo e Vigne (Doc, si intende) perché, quando conviene per le uve, ci sono accenni o forti dichiarazioni che vengono poi rimandate o dimenticate.

In fondo siamo la brutta copia del governo nazionale isterico e traballante che della dilazione politica ha fatto il fantasioso perno di un benessere che ha “da venì” e di sacrifici che devono essere fatti subito.

Anche da noi quindi non bastano le venti dita (mani e piedi) per turare tutti i buchi di un sistema che fa acqua e, per noi, anche vino.

Nel nostro territorio vivono circa 600 mila anime (sono molto meno di un quartiere urbano di media città) ma abbiamo il simpatico record di oltre 1 milione di teste dure per conoscenze agricole, per imprenditorialità e senso pratico del sociale.

Stupisce come unioni contadini, cooperative indipendenti e altro si sono volenterosamente e volontariamente sotterrate sotto consorzi, gruppi di vendita o privati talvolta sponsorizzati.

Stupisce che non facciano mai sentire la loro voce come fanno da sempre le famose “sette sorelle” della benzina e se lo fanno è solo per chiedere sussidi e pietà.

Poi, me ne spiego la ragione: mentre le poverelle del petrolio osteggiano, si accordano e osteggiano ancora la politica, nel nostro caso ci “accordiamo” singolarmente, valle per valle, zona per zona, per essere poi in disaccordo con tutti e su tutto.

Dopo Silvio ecco che anche noi ci lamentiamo se lo Stato fa qualche indagine, mette qualche multa. Perché anche noi siamo in fondo tra quelli del divieto di sosta da trasgredire e non pagare.

E’ vero che se periodicamente versiamo lacrime di vino frettolosamente asciugate da altri, altre aziende industriali (extra agricoltura) come Whirlpool o Subaru, se ne vanno o se ne andranno presto. Perché finiti i ponti d’oro esistono fatturati che non tornano, difficili da raggiungere come le decisioni da prendere e men che meno qui in Trentino.

Non mi stupisce quindi l’intervento di Cosimo sui “Briganti”, sul lavoro nero di neri e bianchi perché anche da noi, gente sempre poverella di campagna – come del resto dappertutto – si pensa che “si fa ma non si dice” !.

Il Vino in Trentino è o non è tra i fondamenti della nostra terra, risorsa economica di un territorio ancora agricolo? Se lo è – domandiamoci – è ancora insieme al Turismo da considerarsi elemento valido per diminuire senza troppi sussidi il gap regionale? Oppure è ancora un rebelot di disavanzi di vigna, di sovvenzioni non più concesse, di nepotismi ormai inutili?

Soprattutto: costante argomento di dubbi, mugugni e silos straboccanti?

Traguardando Veneto, Toscana, Lombardia, Alto Adige (tanto per citare qualcuno) pare che questi pur con fatica, ma anche con una certa determinazione, sappiano ancora coniugare attività e politiche incrociate con i governi locali.

Nel 2013 dovremmo pensarci su’ bene.

In Trentino, appunto, dove esiste ancora la cosmoagonia di minimi sistemi.

il Conte

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