Effettivamente se ci fermiamo ai soli risultati elettorali non si può che prendere atto di una certa rottura con il passato del popolo elettore: la piazza di Milano costituisce da sempre un’importante roccaforte politica, e che dire di Varese, che ha visto scalzati i leghisti?
Ma è davvero successo questo in queste ultime settimane? Ha perso il centro destra e ha vito il centrosinistra. Non è forse quello che vanno a raccontare i vari Berlusconi, Bersani e Di Pietro?
Ma qualcuno si è fatto qualche conto, soffermandosi sui numeri effettivi.I risultati hanno dimostrato ancora una volta lo scarso interesse degli italiani per la politica e la scarsa affluenza alle urne. Pertanto vincitori e vinti in realtà hanno perso tutti quanti, in termini assoluti, consenso (solo la lega può vantarsi di essere cresciuta a Milano). Anche coloro i quali vantano in queste ore un risultato plebiscitario (tipo De Magistris a Napoli), in realtà si è accaparrato la maggioranza della minoranza dei votanti.
Un’altra considerazione da farsi che forse dovrebbe far riflettere un po’ tutti è che i vari Pisapia e De Magistris (ma anche altri) hanno fondato la loro campagna elettorale sulla loro libertà rispetto ai partiti che li vorrebbero assoggettare.
Da ultimo nemmeno il Movimento 5 stelle (che ha visto crescere il proprio consenso) né il cosiddetto terzo polo (che in realtà non esiste) sono riusciti a rappresentare una valida alternativa
Quindi a ben vedere, anche se in molti vorrebbero convincerci del contrario, qui non ha vinto nessun partito se non quello dell’astensionismo: alcuni (purtroppo sempre meno) cittadini hanno scelto i propri amministratori cercando di trovare nei programmi di questi le migliori risposte alle esigenze delle loro città/province. E adesso tutti sul carro dei vincitori…