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Elezioni e truffe - Bangkok, Thailandia

Creato il 10 ottobre 2011 da Pulfabio
Elezioni e truffe - Bangkok, ThailandiaLuglio 2011. E' tempo di elezioni in Thailandia. Un'ondata continua di gente converge sulle grandi direttrici di Bangkok - Sukhumvit, Vipawadee, Pahonyothin - diretta verso le province di provenienza, che nella maggior parte sono quelle dell'Isan, a nord-est, verso il Laos.Passeggio con A., l'accompagno a prendere il taxi che la porterà a Mochit, una stazione degli autobus oggi immersa in un caos da aeroporto internazionale in periodo di grounding. Un autista di tuk-tuk offre il suo servizio per 300 baht, quando normalmente utilizzando un taxi col tassametro la tratta dovrebbe costarne 100-150. Lo liquidiamo in fretta. Anche il primo tassista le chiede 300 baht. Lei lo lascia andare, poi ne ferma un altro. Stessa storia. E così anche col terzo, e un quarto.Avverto un odorino strano, un fetore che mi ha stuzzicato il naso spesso in passato. Seguo l'istinto, come fosse uno di quei fili di fumo seguiti dai nasi lunghi e vibranti dei cartoni animati. Mentre lei fa due passetti verso il centro della carreggiata per fermarne un altro io resto sul ciglio e osservo attentamente. Quando lei si avvicina al finestrino per parlare col conducente il proprietario del tuk-tuk che la voleva truffare si sbraccia verso lo sconosciuto collega e gli fa segno di chiederle 300 baht. L'altro segue il consiglio e A., ovviamente, non accetta.Questa volta ti ho visto, lestofante da strapazzo. Prendo A. per un braccio e l'accompagno cento metri più in là. Lei mi segue - incredula mentre le racconto ciò che ho visto - a distanza di sicurezza dal manigoldo, dove un tassista - onesto come la maggior parte di quelli che non ronzano attorno ai turisti - acconsente ad accompagnarla utilizzando il tassametro.
"Un thailandese non si dovrebbe mai comportare così...con altri thailandesi poi...", continua a ripetere fino a quando la porta si chiude.
"...con nessuno..." penso io, mentre la saluto.Non riuscirà a tornare a casa e ad andare a votare perché tutti i posti in autobus sono pieni fino al mattino successivo, ma almeno è riuscita a tenersi stretta la dignità. E pure qualche banconota.
Immagine da globalvoicesonline

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