Ivan Malfatto per Il Gazzettino
L’uno-due di stile pugilistico, temuto dagli ambienti federali, non è arrivato. Il primo colpo sì. La discesa in campo alle prossime elezioni Fir di una cordata ispirata dal Benetton Treviso. Il secondo colpo è stato schivato. All’ora abbondante di gioco Kris Burton (Benetton) ha messo l’Italia a distanza di break dal Canada permettendole di vincere 25-16 il secondo test del tour americano. Fosse venuta la sconfitta dopo quella con i “cuccioli” dei Pumas sarebbe stato un ko pesante da cui rialzarsi. Il Canada è alla seconda partita dopo il Mondiale, gli azzurri alla settima. Conta su una manciata di professionisti di medio-basso livello più tanti dilettanti, a differenza nostra. E’ solo un posto dietro l’Italia nel ranking (13°), ma fra i due movimenti c’è un abisso di potenzialità economica e frequentazione internazionale. Perdere, anche in trasferta e con una nazionale piena di rincalzi, avrebbe riportato l’orologio all’ultima sconfitta di Rovigo 2000. Cioè all’ingresso nel Sei Nazioni, spartiacque dell’italica storia rugbistica. Il 25-16 invece certifica che Italia 2 è in grado di battere (a fatica) Canada 1. E che anche gli Usa sabato, pur da rispettare, non possono fare paura.
Il colpo assestato dalla cordata elettorale alternativa ha lasciato invece il segno. E un
interrogativo principe, fra i tanti. Ora il presidente Giancarlo Dondi si ricandiderà, o farà
correre uno dei delfini Saccà, Gavazzi o magari un veneto per “occupare” il campo rivale? L’interrogativo nasce da voci in ambito Fir secondo le quali Dondi stesso avrebbe espresso
perplessità in caso di tre candidati e spaccatura del movimento.
I tre candidati presidenti ci sono: Gianni Amore ha ufficializzato da tempo che correrà,
l’uomo nuovo e quello del palazzo. La spaccatura del movimento pure. Alimentata da contenziosi ad alto (Benetton-Pro12), medio (Rovigo-Eccellenza) e livello base (sparizione
dell’under 18 e accorpamento di tre annate nell’under 20) per fare qualche esempio. Bisognerà vedere la nuova cordata quanto riuscirà a trasformarla in consenso politico. Solo allora, probabilmente, sapremo se Dondi correrà per il suo quinto mandato, quello del ventennio.