News dal mondo: è di Alexis Tsipras il trionfo alle urne in Grecia, in queste elezioni 2015. Il quarantenne ingegnere diventerà il Primo ministro greco più giovane degli ultimi 50 anni, portando a casa un’ indiscutibile vittoria: con il 36, 34 % dei consensi dei votanti, il partito Syriza conquista 149 seggi in Parlamento.
Soltanto due in meno rispetto a quelli che avrebbero garantito la maggioranza assoluta, ma Tsipras non si scoraggia: già da oggi ha cercato il dialogo con gli altri 7 partiti che hanno superato la soglia del 3%: Nea Dimokratia del premier uscente Antonis Samaras col 27,81% e 76 seggi, il partito filo-nazista Alba Dorata è il terzo partito del paese con una percentuale del 6,28% e 17 seggi, Potami (centro-sinistra), con il 6,04% dei consensi. Segue infine il Partito comunista di Grecia col 5,47% e 15 seggi; 13 i seggi invece per i Greci Indipendenti (4,75%) e il Pasok (4,68%).
Dichiarata quindi la coalizione di Syriza con i Greci Indipendenti (centro-destra), che condivide la linea antieuropeista, si tira indietro invece To Potàmi (“Il fiume”), che non intende appoggiare il Governo.
E’ il trionfo della sinistra, quella di un uomo che crede di poter cambiare le cose, che non intende sottostare ai diktat della troika, che vuole dirottare le politiche economiche europee verso una nuova strada. Tsipras annuncia riforme strutturali che riguarderanno la sanità gratuita per le classi medio-basse, il rialzo del salario minimo da 340 a 750 euro, la reintroduzione della tredicesima per stipendi e pensioni fino a 700 euro, che erano stati ‘tagliate‘ dalle misure d’austerity imposte dall’Europa. Per quanto riguarda il debito pubblico, Tsipras ha intenzione di chiedere all’Europa un taglio del 60% e punta a trasformare i 280 miliardi di euro di debito in un megabond, quando si registrerà una crescita economica di almeno il 3%. Altra riforma pubblica, quella di sistemare la questione delle tv: in Grecia i canali televisivi sono privati, in mano a multinazionali destinatarie di pubblici appalti e proprietarie tra l’altro delle più famose squadre di calcio: un nodo di conflitti di interessi che il futuro Presidente ha intenzione di sciogliere, innanzitutto con una corresponsione nei confronti delle casse pubbliche.
L’Europa reagisce senza esporsi troppo, Bruxelles e Berlino si complimentano con il leader e prossimo Premier, sono disposti ad aprire un dialogo. Il presidente dell’ Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem tocca invece il tasto dolente del debito: “Non vedo sostegno per una cancellazione del debito, abbiamo fatto già tanto per alleviarne il peso, allungando le scadenze agendo sui tassi, siamo pronti a discutere con il nuovo governo ma lavorare con l’Eurozona significa accettarne tutte le condizioni”
Difficile stimare l’esito dell’inevitabile scontro tra i maggiori esponenti della troika e questo giovane uomo, che è riuscito a portare la speranza in 2 milioni e mezzo di greci e non solo: molti sono i partiti, soprattutto dei principali Paesi periferici, che alzano lo sguardo verso la Grecia e che si ritengono pronti ad aprire le porte a questa ventata di sinistra. Ci sono poi gli anti-europeisti, come Le Pen e Salvini, che si dicono contenti della vittoria di Tsipras e che lo potrebbero quindi appoggiare in sede di Parlamento europeo.
Intanto ieri migliaia di sostenitori cantavano nelle piazze greche “Bella Ciao“, mentre Alexis Tsipras annunciava: “Faremo splendere sulla Grecia un sole nuovo, il sole della Democrazia e della dignità.“