Trionfa la destra nel secondo turno delle elezioni amministrative francesi ed Ayrault, il primo ministro francese, ammette la sconfitta. Jean-Francois Copé,invece, parla di una “grande vittoria dell’Ump”. Marine Le Pen: “Siamo il terzo grande partito”. A salvare i socialisti è Anne Hidalgo, nuovo sindaco di Parigi.
Il Presidente della Repubblica Francese, Francois Hollande (startribune.com)
La destra complessivamente ha conquistato il 45,91% dei voti contro il 40,57 della gauche. L’estrema destra di Marine Le Pen, invece, raggiunge il 6,84% dei suffragi e l’estrema sinistra lo 0.06%: è quanto emerge dai risultati provvisori dello scrutinio annunciati questa sera dal ministro dell’Interno, Manuel Valls. Il tasso di affluenza è invece al “63,70% contro il 65,22% del 2008, ha detto ancora Valls. Quella di ieri “è una sconfitta per il governo” e la responsabilità è “collettiva”: lo ha detto stasera il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, aggiungendo di essere pronto ad assumersi tutta la propria parte. Il ministro delegato all’Economia sociale e solidale, Benoit Hamon, ha dichiarato alla radio RTL che ci sarà sicuramente un rimpasto nel governo di sinistra.
La sinistra ha perso diverse città importanti, secondo i primi risultati. L’astensione è stata fortissima, come domenica scorsa, attorno al 38%. Fra le città perse dai socialisti, Roubaix, Reims, Saint-Etienne, Limoges, Angers e Quimper. Il Front National ha vinto a Beziers e Frejus ma ha perso a Perpignan e ad Avignone, città dove la mobilitazione culturale contro l’estrema destra aveva fatto di questa battaglia un simbolo. ”E’ una grande onda blu, la prima grande vittoria dell’Ump in un’elezione locale”. Così Jean-Francois Copé, presidente del partito di centrodestra Ump.
“Una punizione severissima, che bisogna prendere molto sul serio”: queste le prime parole della dirigente socialista Segolene Royal, in predicato di entrare al governo con il rimpasto dopo la sconfitta elettorale di oggi.
“Da oggi siamo il terzo grande partito nel Paese”. Sono almeno dodici i comuni conquistati dal Front National di Marine Le Pen nel secondo turno delle elezioni municipali francesi: è quanto ha riferito la stessa leader intervenendo in diretta su France 3. “L’obiettivo è stato raggiunto”, ha detto Le Pen, che conquista tanti comuni francesi di piccole dimensioni, ma non è riuscita ad imporsi in grandi città simboliche come Avignone e Perpignan.
La socialista Anne Hidalgo, infime, con il 54,5%, secondo un exit poll dell’istituto Ifop, è il nuovo sindaco di Parigi. La Hidalgo, erede designata del sindaco uscente Bertrand Delanoe, sarà la prima donna a guidare la capitale francese. Battuta la rivale di centrodestra Nathalie Kosciusko-Morizet, ex ministro dell’Ambiente ed ex portavoce della campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, ferma al 45,5%. E i socialisti conservano i posti di sindaco anche a Lione, dove l’attuale sindaco Gerard Collomb è eletto per il terzo mandato consecutivo, e Nantes, feudo elettorale del Premier Jean-Marc Ayrault, dove l’ex vicesindaco Johanna Rolland vince con quasi il 57%. Passa invece al centrodestra Tolosa, storico bastione della sinista e della mobilitazione sindacale transalpina, in cui l’Ump Jean-Louis Moudanc supera con poco più del 51% il sindaco uscente Pierre Cohen.
Hollande, così, metterà le mani nel governo con la determinazione di cambiare registro rispetto a una politica economica che lo ha trascinato al punto più basso della classifica del consenso dei presidenti francesi. All’inizio di quest’anno Hollande aveva cercato di recuperare il gradimento popolare puntando a una politica favorevole agli imprenditori e alla creazione di posti di lavoro, ma già a metà aprile il futuro capo del governo dovrà affrontare la patata bollente del voto di fiducia sul “patto di responsabilità”, che prevede 30 miliardi di tagli. Ma è proprio grazie a questa linea, ha avvertito la sinistra socialista, che il tasso di astensione è aumentato colpendo in modo particolare la gauche. “Non aver paura di abbandonare questa strada”, gli hanno scritto pubblicamente i senatori Marie-Noelle Lienemann, Jerome Guedj e Emmanuel Maurel invitandolo a smentire il patto e a trovare una strada keynesiana alla crescita. “La creazione di posti di lavoro – aggiungono, infine – può venire solo da un rilancio degli investimenti pubblici e dei consumi”.