L’ultradestra populista e anti-immigrati dell’Udc-Svp vince le elezioni in Svizzera. La campagna elettorale ha avuto come tema centrale il dibattito sulla questione dell’asilo e dell’immigrazione.
La destra populista dell’Unione Democratica di Centro Udc-Svp vince le elezioni svizzere. Secondo le proiezioni dell’istituto Gfs.bern, c’è uno spostamento a destra del Consiglio Nazonale, dove l’Udc con il 28% ottiene +1,4 punti rispetto al 2011, il partito socialista non varia di molto e si attesta al 18,6%, il partito liberal radicale sale al 16,4% con +1,3 punti, il partito democristiano al 12,6%, i verdi scendono al 7,8% con il -0,6 punti, pure i verdi liberali al 4,7% con -0,7 e anche il partito borghese democratico al 4,6% con -0,8.
Il partito della destra più conservatrice e antieuropeista di Christoph Blocher, ha superato con questo risultato incassa 65 seggi su 200 al Consiglio nazionale, 12 in più rispetto al 2011, un record assoluto per il partito della destra radicale, che ha condotto la campagna elettorale fondata quasi esclusivamente sul tema dell’immigrazione e del diritto d’asilo. Gli slogan utilizzati e le discussioni richiamano molto quelle utilizzate qui in Italia da Matteo Salvini. Frasi del tipo “Restiamo liberi” e “Prima i nostri” fino a promettere limitazioni dell’immigrazione, assicurando anche l’espulsione per i “criminali stranieri” e la restrizione delle regole per il riconoscimento del diritto d’asilo.
Il Leader della formazione Toni Brunner ha dichiato:
“Gli svizzeri hanno voluto porre l’immigrazione al centro di queste elezioni e non sono d’accordo con gli altri partiti, con il governo e con il parlamento. Noi sappiamo come gestire questa crisi dei rifugiati, mentre gli altri agiscono come se non fosse un problema.”
Gli altri seggi sarebbero ripartiti così: ai socialisti 44 (-2 rispetto al 2011), liberal radicali 33 (+3), democristiani 28 (-1), verdi 10 (-5), borghesi democratici 8 (-1), verdi liberali 6 (-6).
La vittoria dell’ Udc potrebbe avere ripercussioni anche sui rapporti con l’Unione europea, come conferma il referendum richiesto parallelamente alla campagna politica per negare il patrocinio legale gratuito ai richiedenti asilo. Un cattivo segno che induce a alla chiusura del mondo e al mantenimento dello stato delle cose, fomentando odio e paura.
In Canton Ticino, regione svizzera dove si parla italiano, la sterzata a destra della confederazione può avere delle conseguenze, oltre che sulle politiche migratorie e sui rapporti con l’Unione Europea, anche sulla gestione del frontalierato. Questo fenomeno, infatti, da anni al centro delle battaglie cantonali di Udc e Lega per limitare l’accesso di lavoratori italiani in Svizzera.
M.E.