Elezioni Parlamento Europeo 2014

Creato il 21 marzo 2014 da Postpopuli @PostPopuli

di Matteo Boldrini

Il prossimo 25 maggio 2014 si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, che ha acquisito un’importanza nuova dopo che gli sono stati attribuiti maggiori poteri. Le elezioni saranno le prime con il nuovo sistema elettorale, che permette di indicare il nome del candidato Presidente alla Commissione  sulla scheda.

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Sebbene manchino ancora alcuni mesi, sembra già chiaro come queste elezioni rappresentino uno spartiacque importante sia sulla scena politica europea sia su quella nazionale. Esse rappresentano prima di tutto un momento decisivo per l’Unione Europea, in quanto le elezioni mostreranno se i cittadini dei vari Paesi ripongono fiducia nell’Unione, premiando i vari partiti europeisti, o se invece prevarrà lo scetticismo, con un netto predominio  di quelli euroscettici. La questione appare tutt’altro che di secondo piano: già in numerosi paesi sono presenti formazioni ostili all’Unione Europea e nel caso di due Paesi Fondatori, Francia ed Italia, c’è il rischio, almeno teoricamente, che essi ottengano la maggioranza relativa. Certo sembra difficile che il gruppo degli euroscettici possa raggiungere la maggioranza ed esprimere il Presidente della Commissione, e anche nel caso in cui vi riuscisse, andrebbe incontro ad enormi problemi di coordinamento interno, vista la grande varietà di partiti presenti; tuttavia sarebbe imbarazzante per l’Unione se un terzo o più del Parlamento Europeo fosse composto da partiti ad essa ostili.

Ci sono poi ragioni politiche a rendere questo passaggio fondamentale; una salda vittoria del Partito del Socialismo Europeo e del suo candidato Martin Schulz, ai danni del lussemburghese Jean-Claude Juncker, sostenuto dal Partito Popolare Europeo, ma investito nell’incarico dal più grande leader conservatore dei paesi UE, Angela Merkel, sarebbe un messaggio importante verso le politiche economiche restrittive volute dalla Cancelliera Tedesca. Oltre a mostrare l’insofferenza dei cittadini europei verso le politiche di austerità, una vittoria dei partiti di sinistra, che porterebbe alla Commissione Europea Schulz, potrebbe poi rinsaldare l’asse tra Parigi e Roma, tra Hollande e Renzi, contro la Merkel, mettendola in netta minoranza e aumentando la capacità di pressione dei governi francesi ed italiani. Certo per poter avere degli effetti in questo senso, bisognerebbe che la maggior parte degli elettori ragionasse in termini direttamente europei, premiando o sanzionando i partiti in base alle loro proposte o alle loro posizioni tenute al Parlamento Europeo. Tuttavia l’elettorato compie la sua scelta in un modo diverso: le elezioni europee sono state fino ad oggi interpretate come elezioni di medio termine, attraverso le quali gli elettori, sentendosi più liberi dalle tradizionali appartenenze partitiche, sanzionano o premiano il partito al governo in quel momento. Quindi è improbabile che vi sia un ragionamento europeo di fondo, e sembra assai più credibile che la maggioranza che uscirà dalle urne sarà il risultato di tanti ragionamenti nazionali.

Tuttavia, specie in riferimento al caso italiano, questa cosa si porta dietro ulteriori conseguenze. Le elezioni rappresentano il primo passaggio elettorale importante dopo le politiche dello scorso anno e visti i grandi sconvolgimenti politici dell’anno appena passato, sono molti i partiti che necessitano di una conferma elettorale. In primis le elezioni europee rappresentano un passaggio importante per Silvio Berlusconi e per Forza Italia. Berlusconi, che da quanto si è appreso in questi giorni proverà anche a farsi candidare in tutte le circoscrizioni, deve dimostrare di essere ancora capace di mobilitare il consenso su di sé e di essere ancora l’unico leader indiscusso del centrodestra. Le elezioni sono però di fondamentale importanza anche per Beppe Grillo ed il suo Movimento Cinque Stelle; tralasciando vaneggiamenti su un impossibile incontro con la Merkel, un buon risultato della lista a cinque stelle servirebbe a rilanciare politicamente e mediaticamente il movimento, vittima del dinamismo politico del nuovo Premier Renzi e di numerose spaccature interne. Vi sono le liste minori, di opposizione al governo Pd-Ncd, come la Lega Nord e Sel; in particolare si vedrà quanto l’elettorato premierà la scelta di Sel di sostenere un candidato diverso da quello sostenuto dal Pd, collocandosi in tal modo fuori dalla coalizione di centrosinistra, scelta avversata più o meno esplicitamente dal presidente Vendola e a lui imposta all’ultimo congresso. Ma soprattutto le elezioni europee rappresentano un passaggio decisivo per la coalizione di governo, composta principalmente da Pd e Ncd. Da una parte c’è il Pd con Renzi che, alla sua prima prova elettorale come Presidente del Consiglio,  deve dimostrare di essere in grado di intercettare quel consenso proveniente da altre forze politiche che si è sempre vantato di avere. Infine vi è il Nuovo Centrodestra di Alfano per la prima volta chiamato a misurare il proprio consenso e dimostrare di potersi ritagliare uno spazio autonomo da Berlusconi. Dalla performance del NCD dipenderanno gli sviluppi successivi del governo, in quanto una prova decisamente sotto le aspettative potrebbe rendere sconveniente la prospettiva di elezioni politiche anticipate per Alfano e blindare, in questo modo, la legislatura.

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