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Elezioni politiche 2013: Inveterata nonchalance

Creato il 05 febbraio 2013 da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

Alzi la mano chi pensava che in tanti soloni ci avrebbero riprovato! Eppure e’ cosi’. Non e’ bastato schivare l’astruso vaticinio attribuito ai Maya per assicurarsi un po’ di tranquillita’. Ecco infatti l’incubo politiche con tanti soliti noti che con inveterata nonchalance sono ai blocchi di partenza per provarci ancora e farsi rieleggere! Benche’ nella precedente legislatura nulla abbiano fatto per pesare meno ad un’Italia (quella del popolo) attanagliata dalla crisi avvitante.

Li ha sferzati la frusta del Presidente della Repubblica Napolitano, parlando chiaramente di “una legislatura perduta, in cui anche modeste modifiche sono naufragate”. “Imperdonabile – grosso modo le sue considerazioni – non aver provveduto alla riforma del sistema elettorale e neppure alla riqualificazione, non solo morale, dei partiti politici”.

E quindi, porcellum sic stantibus, si vota il 24 febbraio con le vecchie, assurde, regole. Per eleggere lo stesso numero (macroscopico) di deputati e senatori che saranno stipendiati (eufemismo) come sempre, senza taglio alcuno, un po’ come i manager pubblici (categorie che sembrano crisi repellenti). Ed il numero delle province? Quando lo si stava riducendo – e con loro tanti costi insopportabili – il governo Monti e’ caduto e quindi si parte da un numero di province superiore a quello del 2008. Prepariamoci, allora, all’ennesima legislatura a vantaggio di un nugolo (ahinoi sempre troppo consistente) di persone ed in beffa alla grande massa.

“Signore, pietà!”, verrebbe da dire parafrasando Roberto Benigni (geniale, ma pur sempre nell’esercito degli esageratamente strapagati) e pensando a certe (ri)candidature. Ed invece,  imperterriti, in tanti presenziano a tutti i salotti tv che nel corso della sua legislatura “regolare” si sono sovente occupati di mignottocrazia e derivati (della mignottocrazia e strumenti finanziari). Proviamo a mitridatizzarci agli imbonitori impenitenti.

Come folla – ancora Benigni docet – evitiamo, una volta tanto, di scegliere (ammesso sia possibile) il Barabba di turno. E che, finalmente, i politici tirino giu’ la maschera. I travestimenti lasciamoli al Carnevale che incombe!

Francesco Rella


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