di Davide Denti
Il 9 ottobre la Repubblica di Polonia va alle urne: un voto che potrebbe confermare il governo in carica durante il suo mandato di Presidenza del Consiglio UE, ma anche riservargli alcune difficili sorprese. East Journal seguirà le elezioni parlamentari polacche presentando i candidati e analizzando i sondaggi e i risultati del voto.
Manca una settimana alle elezioni, e qualcuno nell’entourage del principale partito di governo a Varsavia, Piattaforma Civica (PO), inizia a sudare freddo. Diversi sondaggi danno l’attuale coalizione ancora in vantaggio, ma con un margine troppo basso per garantire sicurezza, e con una serie di possibili sorprese: dal voto dei giovani, alla possibile exploit del maverick Palikot.
Gli ultimi sondaggi danno Piattaforma Civica, del premier Donald Tusk, al 34%, contro Diritto e Giustizia (PiS), dell’ex premier Jaroslaw Kaczynski, al 29%. In seconda linea, si troverebbero pressoché ex aequo il Partito agrario PSL, partner di coalizione di Tusk (6%), il nuovo Movimento Palikot (RP), guidato da un controverso e radicale ex membro di PO, in forte crescita (6%), e i socialdemocratici di SLD, in discesa (8%). Come ha fatto PO a perdere terreno, quando fino a pochi mesi fa la rielezione per Tusk sembrava sicura, tanto da spingere il governo a calendarizzare la tornata elettorale durante la presidenza dell’Unione?
Da una parte PO sembra aver perso il voto dei giovani, che erano stati fondamentali per il suo successo nel 2007. Nelle città, dove PO ancora distanzia grandemente PiS, i giovani di più in più liberali sentono il richiamo di Janusz Palikot, che invoca la “modernizzazione” della Polonia. La piattaforma politica di Palikot, anti-clericale e anti-conservatrice, include la liberalizzazione delle droghe leggere, meno restrizioni all’aborto e la fine dell’educazione cattolica nelle scuole pubbliche: tutti temi su cui PO arranca, frenato dalle radici cattolico-laburiste di Solidarnosc e dall’ancoraggio nel PPE europeo, oltre che dalla sua base elettorale sempre più anziana. Palikot, inoltre, incarna il modello dell’imprenditore di successo, che per la sua ricchezza è considerato lontano dalla corruzione e genuinamente interessato a modificare lo status quo: un mix di Berlusconi e Pannella in salsa polacca, lontano dallo stile soft di Tusk.
Nelle campagne, al contrario, i giovani sentono il richiamo del PiS di Kaczynski, che ultimamente si è assicurato il supporto di alcuni musicisti punk, rock e rap. PiS si propone inoltre come partito “anti-establishment”, attraente per quei giovani che non sono riusciti, pur durante la crescita economica degli ultimi anni, a garantirsi un posto di lavoro fisso e soddisfacente. Lo stile della campagna elettorale di Jaroslaw Kaczynski, che per una volta ha evitato i toni forti e condotto una serie di comizi elettorali dal basso, sembra mettere all’angolo anche la tradizionale strategia di Tusk, volta a mobilitare gli elettori indecisi attraverso lo spauracchio di una ripetizione del “governo dei gemelli” del 2005-2007, un’esperienza conservatrice-populista che anche la Polonia moderata considera fallimentare.
Piattaforma Civica è oggi sulla difensiva: lo slogan “Faremo di più” sembra una goffa replica al “La Polonia merita di più” del PiS. La sua immagine è appannata da un programma elettorale anodino e senza grandi sorprese, e da un impegno sul fronte europeo, per via della Presidenza rotativa, che in questo periodo di crisi dell’euro potrebbe costituire un boomerang piuttosto che un effetto-vetrina.
Il risultato dei tre partiti minori potrebbe inoltre condizionare la vita di un ipotetico secondo mandato di Tusk. Tutti e tre i partiti sono potenziali partner di coalizione di PO, ma la convivenza al governo avrebbe un diverso sapore in base all’alleanza. Se la collaborazione con gli agrari di Pawlak si è già dimostrata fattibile, una coalizione con Palikot, personaggio radicale e dalla forte personalità, potrebbe riservare sorprese e nodi difficilmente risolvibili; infine, un’alleanza con i post-comunisti di SLD esporrebbe il governo alla rinnovata retorica anticomunista del PiS.
Dall’altra parte, Piattaforma Civica dimostra di tenere relativamente bene, in un contesto in cui tutti i partiti al governo hanno sempre pesantemente subito alle successive elezioni negli scorsi vent’anni. Se Tusk riuscirà a tenere duro e rilanciare negli ultimi giorni di campagna elettorale, mobilitando gli elettori indecisi e riconquistando i giovani, PO potrebbe vantare anche in futuro un ruolo di attore-perno del sistema politico polacco. Ma le sorprese, oggi a Varsavia, sembrano dietro l’angolo.
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Per una breve guida ai partiti polacchi durante queste elezioni:
http://www.thenews.pl/1/9/Artykul/55905,Polish-Election-2011-made-simple-Part-1
http://www.thenews.pl/1/9/Artykul/56008,Polish-Election-2011-made-simple-%E2%80%93-Part-2
http://www.thenews.pl/1/9/Artykul/56078,Election-2011-made-simple-%E2%80%93-Part-3