ELEZIONI POLONIA / 2 – Kaczinsky: la Germania vuole sottomettere la Polonia

Creato il 05 ottobre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Matteo Zola

Non è un bel periodo per Angela Merkel, criticata in patria, al timone di una Germania che sta cercando di salvare l’Europa (e sé stessa) dalla tempesta finanziaria, apostrofata con gentili epiteti dal premier italiano Silvio Berlusconi, adesso si becca anche dell’imperialista. L’accusa viene nientemeno che da Jaroslaw Kaczynski, fratello del defunto presidente della Repubblica, impegnato negli ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto di domenica. E’ infatti appena uscito il suo libro, La Polonia dei nostri sogni, una sorta di manifesto elettorale del Pis, il partito fondato dai gemelli Kaczynski, in cui il candidato Jaroslaw scrive: “Credo che non sia un caso che Angela Merkel sia stata scelta come cancelliere, rappresenta quella Germania che vuole sottomettere la Polonia“.

Alla mente di chiunque conosca le vicende polacche, tornano le spartizioni, la Germania del secondo Reich e – molto peggio – quella del terzo di Adolf Hitler, tutte connotate da un violento antipolonismo. Accostare implicitamente la Merkel a quel passato, accusandola di volerlo replicare, è una follia degna di Kaczynski. Un insulto diplomatico bello e buono. Scrive ancora Jaroslaw: “Quel che conta è che Merkel rappresenta quella generazione di politici tedeschi che vogliono una sottomissione della Polonia, magari una sottomissione dolce ma pur sempre una sottomissione. E continua: “Quella generazione di politici tedeschi rappresentati dalla Merkel vuole ricostruire la Germania imperiale; un asse strategico con Mosca è elemento costitutivo di questo disegno e quindi la Polonia può essere un ostacolo, dunque va sottomessa in un modo o nell’altro”.

Eccoci al punto. C’è un’anima polacca, antica e tenace, connotata da un profondo e radicale timore dei vicini: Germania e Russia, specie se unite tra loro, hanno sempre rappresentato per la Polonia l’annientamento dello Stato. La tenacia è ciò che ha consentito ai polacchi di risorgere. In epoca di pace, però, questo sentimento è nocivo. Specie se strumentalizzato da gente come Kaczynski per fini propagandistici. In queste dichiarazioni, gravissime dal punto di vista diplomatico, c’è l’accusa a Tusk di aver svenduto la Polonia ai russotedeschi: “potremmo svegliarci con una Polonia più piccola”, ha scritto ancora Kaczynski. Tusk ha infatti siglato accordi energetici con il Cremlino ed economici con la Germania.

Questa rinnovata stagione di cooperazione economica ha consentito alla Polonia di essere la seconda economia d’Europa nonché di uscire pressoché incolume dalla crisi. Il benessere raggiunto dovrebbe aver smorzato la paura di cui si alimentano le retoriche isolazioniste di Kaczynski ma non è detto. Questo è quanto Tusk si augura. La sua vittoria alle elezioni di domenica però non è certa.

Le politiche economiche di Tusk possono anche non piacere dentro o fuori dalla Polonia, ma le retoriche di Kaczynski prefigurano un “futuro antico” e una violenza nazionalista che potrebbe non giovare a nessuno. La Polonia, domenica, si troverà ancora una volta a scegliere tra passato e futuro.


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