di Matteo Tacconi
Oggi la Slovacchia al voto. Crollerà il centrodestra, annichilito dallo scandalo “Gorilla” su tangenti e favori, il più grosso guaio della storia della giovane nazione centro-europea. Vincerà il centrosinistra. Ma ce la farà a governare da solo?
Questa mattina si sono aperte le urne, in Slovacchia. Si può infilare la scheda nell’urna fino alle dieci di stasera. Poi, nella notte verrà proclamato il nome del vincitore. Ma tutti già sanno che non ci saranno sorprese: a primeggiare sarà Robert Fico, il capo di Smer, partito di ispirazione socialdemocratica. Un po’ vecchio stampo, un po’ populista.
Fico, primo ministro tra il 2006 e il 2010, tornerà a governare la Slovacchia dopo due soli anni di purgatorio all’opposizione. Le elezioni anticipate sono state l’inevitabile conseguenza del crollo della coalizione di centrodestra al potere, avvenuto lo scorso ottobre, quando uno dei suoi quattro azionisti, gli euro-diffidenti di Sloboda e Solidarita (SaS; Libertà e Solidarietà), ha votato contro l’espansione del fondo europeo salva-stati.
Più che sulla crisi di governo e su un programma senza troppe novità presentato agli elettori (via l’aliquota unica al 19%, tasse sul grande capitale e ridistribuzione), Fico deve la sua vittoria al Gorillagate, il più grosso scandalo della storia della giovane nazione centro-europea, nata nel 1993 dopo il divorzio pacifico con Praga. L’affaire è saltato fuori lo scorso dicembre, quando sul web sono stati pubblicati dei documenti relativi al presunto sistema tentacolare di tangenti, favori, mediazioni interessate e gare pilotate sviluppatosi tra il 2002 e il 2006, durante il secondo mandato di Mikuláš Dzurinda, attualmente ministro degli esteri nell’esecutivo guidato da Iveta Radičová e storica guida dei cristiano-democratici dell’Sdku-Ds, partito principale della maggioranza, al quale la stessa Radičová appartiene.