Elezioni una volta al mese

Lontano dalla retorica del primo maggio butto giù due righe sulla questione lavoro dalla mia posizione privilegiata. Ragazzo del sud, 21 anni, studenti e un futuro che si prospetta grigio.

A mia memoria e da quel che ho studiato sui libri non c’è mai stata una fiorente situazione occupazionale nel Bel Paese, ed il tasso di disoccupazione, se si trascura il boom economico degli anni 60, è sempre stato al di sopra del fisiologico 3-4%. Eppure come tutti gli anni c’è chi ci si indigna.
E come ogni anno sento paroloni, moniti, e formule magiche per uscire da questa situazione di stallo. Sento sindacati che rivendicano i diritti di quelle tute blu ormai in via d’estinzione nel nostro paese. Sento di nuove tasse. Sento di licenziamenti per assumere di più. Sento di esodati. Sento di articolo 18. Sento di flessibilità. Sento un senso di smarrimento.

Poi mi affaccio e vedo il grigio delle case popolari..QUI si sentono i discorsi di quindicenni che la vita se la rubano tutti i giorni, QUI la scuola si abbandona appena possibile, QUI la pensione forse non la vedranno mai, QUI non sanno di spred, di esodati, di articolo 18. Sanno solo che per il secondo anno consecutivo si vota. E sanno che un po’ di soldi si raccimolano. Che cosa fantastica le elezioni:Ti spacchi la schiena tutto il giorno per 30 euro caricando camion al mercato della frutta, o facendo il camerie in qualche bettola, e poi per uno scippo su di un foglio ti becchi 50 euro!
E mentre il resto di Italia si perde in discorsi accademici una soluzione reale al problema della dilagante povertà e alla mancanza di lavoro c’è:Non vogliamo una scuola migliore, che ci prepari al mondo del lavoro, non vogliamo il reddito di cittadinanza, non vogliamo un governo che sia in grado di far ripartire l’economia.
Una cosa sola vogliamo, se possibile: Elezioni una volta al mese.

Agostino