Una corrispondenza intercorsa tra la società produttrice di elicotteri, AgustaWestland (controllata da Finmeccanica), e il ministero della Difesa dello scorso 6 giugno, parlava della presenza di amianto su alcuni elicotteri in uso alle forze armate, con un puntuale riferimento ai modelli e alle singole parti. Il carteggio è stato pubblicato dal quotidiano online Huffington Post, su segnalazione del Partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm). Della questione è stata investita sia la magistratura ordinaria sia militare, mentre alcuni deputati del Movimento 5 Stelle hanno presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della Difesa (del caso si sono occupati anche i sindacati della Polizia di Stato). Dai documenti pubblicati e dagli articoli de l'Huffington, si è appreso che la Agusta Westland fin dal 1996 aveva segnalato la presenza dell'amianto su alcuni velivoli di propria fabbricazione, mentre da parte ministeriale non vi sarebbe mai stato alcun cenno per un programma di bonifica della pericolosa sostanza (intervento che la Agusta ha operato di propria iniziativa su 14 elicotteri), né per un'attività di informazione e di prevenzione verso il personale quotidianamente a contatto con tali velivoli. Lo scorso 20 agosto, come informa un comunicato stampa di Luca Marco Comellini, segretario del Pdm, si è svolta una visita di un gruppo di parlamentari del Movimento 5 Stelle, membri della Commissione Difesa della Camera, e dello stesso Comellini, presso il "1° Reggimento di Sostegno dell'Aviazione dell'Esercito". Secondo il comunicato, i responsabili militari avrebbero assicurato l'immediato inizio delle operazioni di bonifica, mentre il ministro Mauro ha deciso l'avvio di un'indagine interna sulla questione. Per rimanere al "cortile di casa", la presenza di amianto riguarda anche alcuni elicotteri in uso dal comando "Aves Rigel" di Casarsa, gli A129 e gli AB 205 (qui, l'articolo de Il Messaggero Veneto). Tra gli uffici giudiziari che stanno indagando sui cosiddetti "elicotteri all'amianto", vi è la Procura di Torino con il sostituto Raffaele Guariniello: in una conversazione con il sito notizie.tiscali.it, il dr. Guariniello spiega che l'oggetto delle indagini è quello di capire "se esistono responsabilità e se, se ci sono, devono essere addebitate a chi nelle Forze Armate avrebbe dovuto vigilare o all’AgustaWestland o a tutti e due i soggetti. Occorre anche capire, al di là di quando sono stati costruiti i velivoli, se le FFAA erano state o dovevano essere informate sulla presenza di amianto” (articolo segnalato da Lorenzo Lorusso).
Aggiungo una semplice osservazione:
la presenza dell'amianto su alcuni elicotteri era nota al ministero delle Difesa fin dal lontano 1996: ora, nell'anno di grazia 2013, la pubblicazione di una nota dell'azienda produttrice AgustaWestland su di un quotidiano online, il conseguente avvio di indagini giudiziarie, la presentazione di un'interrogazione parlamentare e la visita di un gruppo di deputati in una delle caserme ove si trovano i velivoli, ha portato al "miracolo" della presa d'atto del problema da parte del ministro Mauro Mauro, il quale ha "prontamente" (si fa per dire) disposto l'immediata bonifica degli elicotteri e il conseguente, a questo punto obbligato, avvio di un'indagine amministrativa interna. Le indagini giudiziarie faranno il resto ed accerteranno eventuali responsabilità penali per il passato, ma le parole del ministro Mauro - in carica da pochi mesi, è vero - suonano come una tardiva presa d'atto di un problema che, se non fosse stato sollevato pubblicamente, avrebbe continuato a "dormire" nei cassetti ministeriali. Potenza della stampa!