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Elogio della lettura e della finzione

Creato il 14 aprile 2011 da Libriconsigliati

Elogio della lettura e della finzione

Elogio della lettura e della finzione

Titolo: Elogio della lettura e della finzione

Autore: Mario Vargas Llosa

Editore: Einaudi
Pagine: 34
Prezzo: € 8,00 (in formato ePub a € 3,99)
Pubblicazione: marzo 2011
ISBN: 978-88-0620-856-1

Valutazione Libriconsigliati: imperdibile.



Ho imparato a leggere a cinque anni, nella classe di fratel Justiniano, nel Colegio de la Salle, a Cochabamba, in Bolivia. È la cosa più importante che mi sia mai successa nella vita.

Mario Vargas Llosa

Einaudi pubblica nel 2011 il discorso tenuto da Mario Vargas Llosa il 7 dicembre del 2010, in occasione del conferimento del premio Nobel per la Letteratura, momento del quale ci siamo occupati a suo tempo con la pubblicazione di un articolo-saggio dedicato allo scrittore peruviano.

Elogio della lettura e della finzione è quindi un libello che ci aiuta a comprendere da vicino la visione del grande romanziere, con particolare riferimento alla funzione della letteratura nella vita degli uomini. In prima di copertina leggiamo quella che ritengo sia la frase più toccante, e per questo più vera, estratta dal discorso: «Leggere è protestare contro le ingiustizie della vita, così come scrivere. Chi cerca nella finzione ciò che non ha, dice, senza la necessità di dirlo, e forse senza saperlo, che la vita così com’è non è sufficiente a soddisfare la nostra sete di assoluto. E che dovrebbe essere migliore».

Llosa ripercorre la sua vita, tratteggia il percorso che lo ha portato, accompagnato dalla sua scrittura, a soggiornare in Europa (da Parigi a Londra, a Barcellona) e negli Stati Uniti, nella sua amata America Latina: ed è da qui, da questo breve viaggio nella memoria che il suo discorso si amplia, diviene trattazione dal respiro universale che abbraccia tematiche necessarie, attualissime e interconnesse: le dittature e la loro auspicata evoluzione in democrazie liberali, la repressione del libero pensiero, il terrorismo, gli esecrabili nazionalismi, le paure dei nostri tempi. A far da filo conduttore, su tutto, l’amore per l’atto creativo, per la ricerca vitale della finzione quale strumento formativo, atto di ribellione nei confronti del conformismo culturale che conduce all’assopimento delle coscienze, in ogni tempo e in ogni luogo del pianeta premessa essenziale per l’instaurarsi di totalitarismi e conflitti fra popoli: «Chi dubita che la letteratura, oltre a donarci il sogno della bellezza e della felicità, ci mette in guardia contro ogni forma di oppressione, si domandi perché tutti i regimi impegnati a tenere sotto controllo il comportamento dei loro cittadini dalla culla alla tomba la temono a tal punto da organizzare sistemi di censura per reprimerla e vigilano con estremo sospetto sugli scrittori indipendenti. Lo fanno perché conoscono il rischio che possono attendersi permettendo all’immaginazione di correre lungo i libri, di quanto possa divenire sediziosa la fantasia quando il lettore si confronta con la libertà che la rende possibile e che in essa si esercita contro l’oscurantismo e la paura che lo attendono nel mondo reale. […] La letteratura crea una sorta di fratellanza all’interno della diversità umana ed eclissa le frontiere erette tra gli uomini e le donne dall’ignoranza, le ideologie, le religioni, le lingue e la stupidità».

Non manca, in questo discorso magnifico e solenne, un omaggio a quelli che Vargas Llosa considera i suoi maestri nell’arte della scrittura, quelle infinite ombre che hanno tracciato le direttrici principali nella storia della letteratura moderna: «Non era facile scrivere delle storie. Trasformandosi in parole, i progetti appassivano sulla carta e le idee e le immagini venivano meno. Come rianimarle? Fortunatamente, c’erano i maestri, per imparare da loro e per seguire il loro esempio.Flaubert mi ha insegnato che il talento significa disciplina tenace e grande pazienza. Faulkner che è la forma – la scrittura e la struttura – ciò che esalta o impoverisce le trame. Martorell, Cervantes, Dickens Balzac, Tolstoj, Conrad, Thomas Mann che il ritmo e l’ambizione sono importanti in un romanzo quanto l’abilità stilistica e la strategia narrativa. Sartre che le parole sono azioni e che un romanzo, un’opera teatrale, un saggio, legati all’attualità e a più alti obiettivi, possono cambiare la storia. Camus e Orwell che una letteratura priva di morale è inumana, e Malraux che l’eroismo e l’epica sono presenti nell’attualità così come al tempo degli argonauti, dell’Odissea o dell’Iliade».

Roberto Giungato per Libri Consigliati

L’AUTORE

Mario Vargas Llosa

Mario Vargas Llosa

Mario Vargas Llosa è nato ad Arequipa, in Perú, nel 1936. Einaudi ha in corso di pubblicazione l’intera opera. In «ET» sono disponibili: La Casa Verde, La zia Julia e lo scribacchinoLa guerra della fine del mondoI quaderni di Don RigobertoElogio della matrignaConversazione nella «Catedral»La città e i caniPantaleón e le visitatriciStoria di MaytaI cuccioli. I capiChi ha ucciso Palomino Molero? Avventure della ragazza cattivaIl caporale Lituma sulle AndeIl narratore ambulanteElogio della lettura e della finzioneMario Vargas Llosa ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 2010.




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