La mia risposta ad un'email di un amico:
Che bella lettera mi hai scritto, proprio quelle lettere che piacciono a me, non di circostanza tanto per instaurare un dialogo, ma sentita nel pieno del tuo cuore. Ti sei aperto a me, senza fronzoli e questo mi dà una grande gioia. E, anche ahimè, mi fa spuntare qualche lacrima. Sono vecchia, almeno di età, e la mia sensibilità si è ancora di più accentuata. Mi dà la percezione di come ci sia ancora un mondo "buono" attorno a me, ma che abbiamo paura a far uscire da noi per gli altri. Forse paura di dimostrare i nostri veri sentimenti? Forse per questo oggi corriamo corriamo corriamo, per non pensare? Per nasconderci? Per fuggire? Non so, all'alba dei miei 63 anni ancora non ho capito! Eppure, come dici bene tu, noi abbiamo bisogno degli altri, ed allora perché non abbracciarli? Dio ci ha dato tante potenzialità che noi anche consapevolmente reprimiamo dentro il nostro piccolo mondo di mortali senza accorgerci che la vita, la nostra, è altrove, accanto a Lui... che su questa terra siamo solo di passaggio... Ed allora perdoniamo noi stessi, solo così riusciremo a perdonare gli altri, e a costruire un mondo bello, fatto di pace, di fratellanza, di comunione, non ci vuole poi tanto... solo un po' di volontà, di amore, di coraggio. Confesso che io non vado molto in Chiesa, a sentire Messa, so che non è corretto, ma vedo troppo sfarzo, dentro l'edificio e fuori di noi esseri umani, mi fa male; preferisco cercare Dio nel viso di un povero, nel sorriso di un bimbo, negli occhi di un animale ferito e abbandonato che non capisce la malvagità dell'uomo creduto amico, nello sbocciare di un fiore al sorgere del sole, nella caduta della pioggia purificatrice, nella carezza di un amico, nelle poesie di Padre Turoldo, nell'immagine di Papa Giovanni XXIII, nell'email che mi hai spedito, questo è il Cristo che amo, che bramo...
Perché l'ho trascritta qui? Non so, mi andava di farlo, forse per rileggerla ogni tanto...