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Embatur i giochi della tradizione: Capoerica e Peteca

Creato il 07 dicembre 2014 da Cassandramagazine
L’amore del popolo Brasiliano per lo sport è riconosciuto in tutto il pianeta, ed è per questo aspetto è emerso durante la Coppa del Mondo FIFA 2014. Un nuovo e attento appuntamento è previsto nel 2016 con i Giochi Olimpici e Paralimpici di Rio de Janeiro.
Si tratta di un’altra importante occasione per poter mostrare la grande dedizione allo sport che ha reso gli atleti brasiliani famosi a livello globale in varie discipline: dalla Formula Uno con campioni del calibro di Ayrton Senna, ai team nazionali di pallavolo maschile e femminile che hanno collezionato varie medaglie olimpiche e mondiali, così come le squadre di basket e i campioni del tennis, e ovviamente il calcio, o meglio il futebol, che resta la prima passione del popolo verde-oro.
Ma le origini dello sport in Brasile non hanno arriva dal calcio moderno ma hanno invece origini di grande valenza storica e culturale. Primi tra tutti la capoeira e la peteca, due sport che sono diffusissimi in tutta la nazione e che diventano inevitabilmente parte del paesaggio e dei ricordi dei turisti.
Possiamo considerare la capoeira come una delle espressioni artistiche e allo st6esso tempo popolari più rappresentative del Brasile. Questo sport è un’antica lotta di liberazione espressa sotto forma di danza, ed è praticata da donne, uomini e bambini in palestre specializzate così come in coinvolgenti spettacoli in strada.
La capoeira ha origini africane ed era praticata già nel XVI Secolo. Gli schiavi deportati dai colonizzatori portoghesi la portarono a Bahia, così come tutte le loro tradizioni, la cultura e la musica. Il suono del "Berimbau" tiene ancora oggi il ritmo della capoeira. I braccianti di origine africana, al termine della giornata di lavoro si riunivano con canti e balli rituali: la capoeira rappresentava una forma di autodifesa e lotta, mascherata in una danza. Nonostante la culla di questo sport possa, quindi, essere considerata a tutti gli effetti Salvador de Bahia, dove nel 1932 venne fondata tra l’altro la prima Accademia di Capoeira del Mondo, ad oggi la capoeira si identifica in maniera inscindibile con tutta la cultura brasiliana, tanto che nel 2006 è diventata Patrimonio Immateriale dell'Unesco.
La peteca, al contrario della capoeira, è nata dai popoli nativi del Brasile, molto prima dell’arrivo dei portoghesi. Questo sport era ritenuto ‘il gioco degli dei’ ed era praticato dagli indios in occasione delle feste e delle celebrazioni. I primi giocatori furono gli indigeni della tribù "Tupì", che confezionavano la peteca legando tra loro le foglie di caucciù riempite con del riso e decorando la  base con alcune piume. Nella lingua Tupì la parola "peteca" deriva da petek, che significa colpire con le mani: il movimento fondamentale al gioco, che consiste appunto nel colpire con le mani la peteca e portarla al di sopra della rete che divide il campo da gioco. Nel corso delle competizioni viene posto un elastico lungo il perimetro del campo. Come in una sorta di antico volley, la peteca deve essere battuta con una sola mano e passare sopra il filo della rete e la squadra deve raggiungere i 12 punti per aggiudicarsi il match, suddiviso in 3 set.
Ai giorni nostri, la peteca è diffusa in tutto il Brasile al pari della più famosa capoeira. Ma è lo stato di Minas Gerais a essere considerato il punto di origine e diffusione di questo sport in tutta la nazione. Ed è sempre qui che nel 1985 la Federazione di club del Minas Gerais ha rivisto e definito le regole della peteca che sono valide per tutte le partite ancora oggi.
Per maggiori informazioni: www.visitbrasil.com
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