La sana crescita dei giovani minori di 14 anni è sempre più soggetta a rischi: a sostenerlo è l’Age, l’Associazione italiana genitori, dopo la decisione presa dall’Agcom di parificare i film vietati ai minori di 14 anni a quelli semplicemente “nocivi”. Per i rappresentanti dei genitori si tratta di un provvedimento che indebolisce ulteriormente il già insufficiente sistema di tutela fasce protette delle trasmissioni televisive. Il concetto è stato espresso direttamente dal presidente nazionale dell’Age, Davide Guarneri, secondo cui d’ora in poi “di fatto toccherà solo alle famiglie il compito di tutelare i minori anche nelle fasce orarie ‘protette’ in aperto contrasto con le direttive comunitarie”. Guarneri fa anche proprie le posizioni del ‘Comitato media e minori’, che ha considerato grave questa situazione che sembra “privilegiare il mercato cinematografico e televisivo a scapito degli interessi dei bambini e degli adolescenti”.Il riferimento del rappresentante dell’Age è alla lettera che il presidente dello stesso Comitato, Franco Mugerli, ha inviato al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, attraverso cui ribadisce che “il Comitato ha più volte richiamato Governo e Parlamento sul fatto che la tutela dei minori nella programmazione televisiva è ulteriormente disattesa dalla deroga introdotta dalla legge italiana alla direttiva europea. Infatti - prosegue la lettera di Mugerli - la normativa italiana, in contrasto con la direttiva 2010/13/UE, consente trasmissioni gravemente nocive per i minori (pornografia e violenza efferata) solo in orario notturno sulle televisioni a pagamento con un sistema specifico e selettivo”.Per Guarnieri lo Stato ancora una volta dimostra di tenere all’educazione delle giovani generazioni solo a parole: “il pluralismo dell’informazione e la tutela dei minori sono due indicatori di civiltà e di stabilità culturale: è preoccupante – conclude il presidente dell’Age- che le istituzioni da un lato parlino di emergenza educativa, dall’altra ignorino e persino promuovano le condizioni che contribuiscono a produrla”.
In rafforzamento alle parole dell'age aggiungo gli articoli 59, 60 e 61 della DIRETTIVA 2010/13/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 10 marzo 2010 relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi) che anche in base alla firma della, più volte citata, Convenzione Internazionale sui diritti dei minori e del Codice di autoregolamentazione televisiva firmata sia dalle reti pubbliche (RAI) che private (Mediaset, MTV), dovrebbero già tutelare le fasce più deboli, mentre tutte queste disposizioni vengono continuamente disattese, perché ad esempio nelle fasce protette pomeridiane se di fatto non vengono mandati in onda programmi di per sé violenti, la violenza passa lo stesso. Pensate a tutti quegli pseudo talk show o pseudo programmi di informazione/intrattenimento del pomeriggio che tra le 14.00 e le 18.00 mandano in onda interviste, immagini e particolari raccapriccianti dei fatti di cronaca più violenti, non è anche questa violenza e per giunta gratuita? Per non parlare di altri programmi in cui l'unica finalità è litigare, insultarsi, parlar male del vicino, del fidanzato o di chiunque altro? Anche questa è violenza! E passa tutta attraverso quei programmi ma soprattutto passa un messaggio: che da un lato la violenza viene respinta ma di fatto viene proposta come un modo normale di comportarsi in tutte le sue gradazioni e salse.
DIRETTIVA 2010/13/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
(59) La presenza di contenuti nocivi nei servizi di media audiovisivi è una fonte di preoccupazione per i legislatori, l’industria dei media e i genitori. Si affronteranno altresì nuove sfide, in particolare in relazione alle nuove piattaforme e ai nuovi prodotti. In tutti i servizi di media audiovisivi, incluse le comunicazioni commerciali audiovisive, sono quindi necessarie norme per la tutela dello sviluppo fisico, mentale e morale dei minori, nonché della dignità umana.(60) Le misure adottate per la tutela dello sviluppo fisico, mentale e morale dei minori e della dignità umana dovrebbero essere attentamente conciliate con il diritto fondamentale alla libertà di espressione sancito nella carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Lo scopo di tali misure, quali l’uso di numeri di identificazione personale (codici PIN), sistemi di filtraggio o di identificazione, dovrebbe quindi essere di garantire un adeguato livello di tutela dello sviluppo fisico, mentale e morale dei minori e della dignità umana, con particolare riferimento ai servizi di media audiovisivi a richiesta. La raccomandazione relativa alla tutela dei minori e della dignità umana e al diritto di rettifica già riconosceva l’importanza di sistemi di filtraggio e di identificazione e prevedeva una serie di azioni possibili a beneficio dei minori, quali la sistematica messa a disposizione degli utenti, all’atto di sottoscrivere un abbonamento presso un fornitore di accesso, di un sistema di filtraggio efficace, aggiornabile e di semplice utilizzo o la predisposizione di sistemi di filtraggio automatico per l’accesso a servizi specificamente destinati ai bambini.(61) I servizi di media soggetti alla giurisdizione degli Stati membri dovrebbero essere in ogni caso soggetti al divieto di diffusione della pornografia infantile conformemente alle disposizioni della decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio, del 22 dicembre 2003, relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile ( 1 ).Simonetta Frongia
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=33060&action=view
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:095:0001:0024:it:PD
http://www.minori.it/?q=node/2897