è una febbricitante Jle che vi scrive live dal divano di casa. Purtroppo, come dicevo anche sull'ormai famoso gruppo Facebook del Diario, a Vancouver non si è immuni all'influenza ma, temperatura permettendo (ora sono solo a 38.1), è un'ottima scusa per aggiornare blog e gruppo.
Così eccomi qua di nuovo a scrivervi! Questa volta volevo dedicare un post alle tantissime famiglie che ci scrivono chiedendoci consigli, aiuto e informazioni varie sulla vita vancouverese e canadese in generale.
Perdonatemi già da subito: sarà un post parecchio lungo e "pesante" ma spero possa aiutarvi a fare un po' di luce sui vostri dubbi.
Premetto anche che molti di voi ci chiedono contatti di datori di lavoro che assumono e che sponsorizzano ma purtroppo non siamo (ancora) in grado di darvi una mano in questo senso. Non abbiamo il tempo, purtroppo, di fare da agenzia interinale e ora non è nelle nostre capacità. Ovviamente se abbiamo qualcuno che ci chiede non manchiamo di postarlo sul gruppo facebook, così come se qualcuno affitta stanze o appartamenti. Ci è già capitato di farlo, quindi tenete sempre d'occhio il gruppo Facebook. Ovviamente noi facciamo solo da portavoce, sta a voi poi valutare l'offerta, da entrambi i lati (landlord e non) e non ci riteniamo responsabili delle transazioni. Certamente cerchiamo di valutare prima se le persone sono affidabili quindi diciamo che un minimo di sicurezza in più rispetto ad una craigslist potete averla :)
Già da parecchi mesi, la tendenza si è invertita in merito alle persone che ci scrivono e posso dire che sono più le famiglie con uno o due figli invece di ragazzi che vogliono venire in Canada (Vancouver) per un'esperienza, per far fruttare le loro lauree o conoscenze e migliorare l'inglese.
Tutto questo mi ha fatto parecchio riflettere perchè, com'è vero che ho sempre incoraggiato i ragazzi a fare un'esperienza all'estero (che poi, chi lo sa, può diventare una sistemazione permanente), perchè apre la mente, arrichisce e ti fa capire quali sono i tuoi limiti, è anche vero che prendere in considerazione l'idea di emigrare, di scappare dall'Italia perchè non ci sono più alternative in patria. Con moglie e figli, è tutta un'altra storia che comporta rischi e impegni decisamente diversi e più elevati.
Seattle, Space Needle
Per tracciarvi un profilo della famiglia media che ci scrive, può essere indipendentemente dal nord o dal sud Italia (ormai la crisi ha colpito nella stessa misura più o meno ovunque), moglie e marito (over 35 generalmente, quindi purtroppo fuori dal programma working-holiday) con due figli dai 3 ai 10 anni circa. Generalmente il marito ha esperienza pluriennale in lavori manuali (idraulico, carpentiere, muratore) ma anche in settori come l'informatica (senza avere una laurea magari), mentre la moglie può avere una laurea in materie umanistiche o esperienza in contabilità, gestionale, infermiera, nail artist, etc... Diciamo che di solito le mogli hanno esperienze molto varie, mentre i mariti hanno un'esperienza tecnica o artigianale.Un'altra cosa che ho notato è che il livello d'inglese e medio basso e, sempre generalmente, le mogli sono un po' più ferrate con la lingua, mentre i mariti hanno l'esperienza lavorativa dalla loro. Il denominatore comune rimane sempre una grandissima voglia di adattarsi a qualsiasi lavoro, almeno inizialmente e la forte determinazione nel riuscire a farcela. Ovviamente tutto questo è unito alla comprensibilissima paura di dover fare un salto nel buio insieme a tutta la famiglia e quindi, in caso di insuccesso, dover tornare a casa avendo perso tempo e soldi.
Quello che voglio fare con questo post è aiutarvi a chiarire le idee su come funziona a Vancouver SECONDO LA NOSTRA ESPERIENZA (non prendetelo come verità assoluta, mi raccomando), come frutto di quasi 2 anni passati qui e con le storie condivise di altri immigrati come noi (conosciuti tramite il blog oltretutto :)) che possono dire di avercela fatta e di aver trovato un lavoro e quindi uno sponsor.
Premetto che ovviamente ogni storia è a sè, ogni persona, coppia, famiglia è conscia dell'esperienza che ha acquisito in Italia oltre al fatto che ogni persona, coppia o famiglia ha una strada tutta sua su come è riuscita ad ottenere un temporary work-permit e poi una permanent residence. Quindi, alla luce di questo, il mio discorso è a carattere generale, una linea guida e dei consigli in GENERALE .
Innanzitutto Vancouver è una città multietnica con 2 milioni di abitanti; l'offerta di lavoro è tanta ma è altrettanto vero che la concorrenza è alta. Prendete coscienza che il discorso "Non so l'inglese ma lo imparo lì" e "Sono disposto a tutto, ho una grande capacità di adattamento e posso fare anche il cameriere/lavapiatti/pulizie" è un discorso che fanno davvero tutti. Ovviamente la capacità di adattamento è una cosa fondamentale quando si emigra e partire con l'idea che ci si adatterà a fare qualsiasi lavoro è giusta, umiltà prima di tutto (e la sottoscritta ha fatto un anno di cameriera prima di trovare il lavoro attuale, senza nulla togliere ad un lavoro rispettabilissimo come questo, specialmente in North America dove si vive di un buon servizio e quindi di mance!), però ricordatevi sempre che, specialmente con una famiglia a carico, un lavoro da cameriere o da lavapiatti NON mantiene la famiglia, men che meno a Vancouver! Inoltre, lavori non specializzati come questi, hanno una probabilità di successo minima quando si tratta di richiedere un permesso di lavoro al governo.
Il discorso inglese invece è un po' più complesso, e qui mi riferisco alle famiglie alle quali ho dedicato questo post. Se venite qui senza una parola di inglese (ok, tralasciamo "Hi, how are you, my name is..." che NON è sapere l'inglese), dovete pensare che, apparte in famiglia, con vostra moglie/marito/figli (ma nemmeno molto perchè i bambini assorbono come spugne e nel giro di qualche mese parleranno l'inglese molto meglio di voi!), dovrete scontrarvi con una realtà tutta anglofona: supermercato, banche, parlare con un futuro datore di lavoro, il bimbo ammalato e devo spiegarlo al dottore, rispondere al telefono... Ok, molti di voi mi dicono che sanno arrangiarsi, che in vacanza a Londra, complice la famosa frase "l'italiano se la cava ovunque", è stato semplice, ma qui si tratta trovare lavoro prima possibile perchè ci sono moglie e figli da mantenere e Vancouver, come dicevo, non fa sconti a nessuno.
Ovviamente sono convinta che più di qualcuno mi dirà che ha trovato lavoro senza conoscere l'inglese, che ce l'ha fatta comunque, ma tenete presente che io parlo di famiglie, con una fortissima necessità di trovare lavoro per mantenere uno o due bambini con tutto quello che ne consegue. Non voglio togliere nulla a chi ce l'ha fatta senza conoscere un minimo di inglese, tanto di cappello, però sarete daccordo con me che conoscere la lingua sicuramente aiuta, ed è altrettanto vero che, dalla mia esperienza, è una piccola percentuale, a meno chè non si lavori per gli italiani...ma questo è un'altro discorso.
In più, tanto per aggiungere benzina sul fuoco, se siete over 36 (ricordo che fino a 36 anni NON compiuti si può far richiesta per la WHV), sarete sicuramente qua con un visto turistico verosimilmente di 6 mesi e questo non vi da assolutamente il diritto di lavorare.
Certo, non è assolutamente mistero che il Canada ha bisogno di gente esperta in lavori di bassa manovalanza come muratori, carpentieri, pittori, o di figure come informatici e ingegneri, ma è anche vero che bisogna un'attimo fare due calcoli e vedere come meglio muoversi, valutando tutti i pro e i contro, specialmente con famiglia a carico! Oltretutto è anche vero che, come dicevo prima, a Vancouver c'è molta concorrenza; ci sono scuole come la BCIT (un college professionalizzante) che sforna ogni genere di professione. E' altrettanto vero che molto spesso la British Columbia ha bisogno di determinate figure, non a Vancouver, ma in città ed aree molto più disagate (per via delle temperature e dell'isolamento), a nord della provincia... ovviamente i canadesi non sono sempre disposti a trasferirsi a lavoare in queste condizioni, per cui per un immigrato è più facile ottenere un permesso di lavoro in queste zone. Le condizioni di vita sono dure sicuramente, ma le possibilità di successo sono sensibilmente più alte.
..no, non suona il flauto,era solo un
esperimento!
Come sottolineavo prima, con un visto turistico NON si può lavorare, però nulla vieta di farsi un giro per le aziende e parlare un po' della propria esperienza (da qui la conoscenza dell'inglese può venire a vostro vantaggio) e farvi un po' di contatti sul luogo. Ovviamente senza l'inglese si può puntare solo sulle aziende italiane, capire come funzionano le cose e se sono disposti ad assumere e a sponsorizzare.
Capirete però la difficoltà di un datore di lavoro ad assumervi a "scatola chiusa" e quindi di avviare le pratiche per un temporary work-permit. Non potete lavorare legalmente, il datore di lavoro deve andare in fiducia in base al vostro resume e alla vostra parola, specialmente quando poi può andare a pescare nel mare dei canadesi dove non servono scartoffie e burocrazia immigrativa.
Come dico sempre, non è per scoraggiarvi ma per mettervi di fronte all'iter che un datore di lavoro canadese deve fare per sponsorizzare qualcuno. Ovviamente con una whv sarebbe molto più facile, ma anche qui mi è capitato di parlare con qualche italiano che si lamentava del fatto che avrebbe potuto essere assunto ma che, il datore di lavoro, di fronte ai soli 6 mesi di visto, non se la sentiva perchè erano troppo pochi.
Non sono qui per fare confronti con l'Italia, ma la realtà canadese è diversa: qua si investe sulle persone e, come dicevo, è tutto nell'interesse dell'azienda fare in modo che il dipendente rimanga, specialmente perchè si investe tempo e risorse per istruirlo al mestiere (porca vacca non mi viene in mente una traduzione migliore al termine "training", apparte questa che ho scritto o "trainarlo", scusate!).
Purtroppo non è tutto perchè se venite qui e, nella migliore delle ipotesi trovate un lavoro come barista, (il discorso del "mi adatto a fare tutto") o cmq un lavoro chiamato low skiilled (lower levels of formal training, NOC C e NOC D nelle categorie nazionali) e riuscite ad ottenere un LMO positivo (vi prego, non chiedetemi nei commenti cos'è un LMO, l'abbiamo detto tantissime volte, chiedetelo a google per questa volta ^_^), c'è una nuova normativa in materia di sponsorizzazione del partner, precisamente qui:
Open work-permits per common-law parters e coppie sposate (en)
questo significa che se trovate un lavoro low skill, dal 15 febbraio 2013 NON è più possibile sponsorizzare
il proprio partner/moglie/marito e quindi dargli un open work-permit della durata del vostro. Questo implica che eventualmente anche il vostro partner dovrà trovarsi un lavoro che lo sponsorizza e passare l'iter dell'LMO,
Come avete poi potuto leggere, purtroppo non è tutto: dal 15 febbraio 2014 anche il progetto pilota che permette ai lavoratori cd skilled, di sponsorizzare il proprio partner avrà termine. Sarà da vedere se decideranno di rinnovarlo o meno.
Per capirci: Diego col suo lavoro high skill (informatico) ha potuto dare a me l'open work-permit (Open: significa che non sono legata ad un'azienda ma posso fare qualsiasi lavoro) perchè è possibile (fino al 14 febbraio 2014) sponsorizzare il proprio partner, dare cioè lo stesso identico visto della stessa durata al vostro compagno/a, marito/moglie.
Per maggiori info vi lascio il link ufficiale: temporary workers (en)
ATTENZIONE: non sappiamo se il programma pilota della BC che prevede che il partner possa essere sponsorizzato da un lavoratore skilled, verra' rinnovato dopo la sua scadenza. Potrebbe sembrare un controsenso il fatto che suggeriamo ad uno solo della coppia di venire in esplorazione, dato che in futuro non si potra' piu' fare leva sul partner per entrare ed avere un WP. Tuttavia noi ci riferiamo allo status attuale delle cose e consigliamo la maniera migliore, a nostro avviso, per approcciarsi ad un'avventura del genere. Permane il fatto che diventando Residenti Permanenti, il partner assume lo stesso status e quindi e' qualificato per lavorare in Canada. La procedura per diventare PR e' piu' articolata e merita uno spazio a se' stante all'interno del nostro blog.
Ricapitolando quindi:
-puntate sempre sulla persona, nella coppia, che ha maggiore esperienza nei settori dei quali il Canada necessita (lavori manuali, carpentieri, idraulici, elettricisti, muratori, informatici, ingegneri...), se non fosse possibile, in chi ha l'inglese migliore; -la suddetta persona, se non rientra nel programma whv, è bene che spenda del tempo (di solito un mesetto) nella città scelta in Canada, per vedere come funzionano le cose e soprattutto per farsi dei contatti lavorativi; -una volta qui, cercare di imparare le diverse zone, farsi un'idea del sistema scolastico nel quali i figli poi dovranno ambientarsi e soprattutto, parlare, parlare a tutti delle vostre esperienze: non si sa mai che la persona seduta in fianco a voi sullo skytrain sia un titolare d'azienda e stia cercando del personale!
Non è assolutamente in dubbio che partire da soli non è facile, specialmente con moglie e bimbi a casa in Italia. Abbiamo avuto più di qualche esempio di intrepidi mariti venuti qua in cerca di lavoro/sponsor, averlo trovato e aver passato alcuni mesi a Vancouver da soli, senza la propria famiglia. E' un aspetto da non sottovalutare: ci saranno periodi difficili in una città sconosciuta, al'insegna della pioggia e del grigume infinito, senza auto e con la spesa da fare.
Certo, voi mi direte: "ma che prospettiva ho in Italia? Il lavoro non va e non vedo futuro per i miei figli". Come darvi torto, è la stessa motivazione che ha spinto noi a venire qua, per darci una possibilità, per garantire un futuro ai nostri futuri figli quindi, come dire a voi di non provarci? Sappiate solo che sarà dura; magari per alcuni di voi sarà più semplice, vi troverete al momento giusto nel posto giusto, il fattore C (ulo) vi darà una mano o magari sarà la vostra esperienza a parlare, il vostro spirito di adattamento e la vostra simpatia (perchè no). Voglio solo mettervi in guardia, sfatare quel mito del Canada come il nuovo paradiso in terra, della nuova Mecca, dove è facile e tutti vi aspettano a braccia aperte. Non è così, il Canada oggi più che mai ti volta le spalle se non ti ritiene utile, testimone anche il fatto che stanno chiudendo i rubinetti sulla sponsorizzazione del partner (che può essere una cosa giusta come no, ma sta di fatto che è così, non decidiamo noi purtroppo.)
Spero di aver fugato un po' dei vostri dubbi e aver risposto con questo post a molti di voi che ci hanno scritto in privato ma che non hanno ancora ricevuto risposta.
Purtroppo nella maggior parte dei casi non sappiamo bene cosa rispondere, purtroppo le figure lavorative che il Canada necessita sono quelle di cui sopra, per tutti gli altri nessuno vieta di provarci, anzi, ma tenete conto che la concorrenza è alta, i pizzaioli che mi scrivono sono molti, così come le persone laureate in lingue, giurisprudenza, relazioni pubbliche, economia... La vostra laurea è sicuramente costata in termini di soldi e sudore, notti di studio ed esami difficili ma purtroppo al Canada non interessa. Questo tipo di lauree non sono richieste qui, preferiscono laureati in materie tecniche, piuttosto che un avvocato che sicuramente sarà bravissimo con la legislazione italiana ma che con quella canadese non c'azzecca molto.
Perdonatemi, non voglio scoraggiare, al solito, e rispetto tutti voi, i vostri percorsi di studi, la vostra buona volontà e tenacia, ma se avete una famiglia a carico capirete che non si può fare un salto nel buio senza prima aver almeno gettato quache materasso al di là della luce. Ribadisco, non è possibile mantenere una famiglia a Vancouver se solo una persona trova lavoro in una posizione come cameriere o barista e con due bimbi a carico. Tenete presente che lo stipendio base a Vancouver è di $10.25 (9.50 più tips per un cameriere) e un affitto per un appartamento con due stanze in zona Burnaby (quindi a due zone dal centro di skytrain/mezzi pubblici) è sui 1.200-1.400$ circa.
Per quanto riguarda invece i ragazzi con una whv, il discorso è sempre lo stesso per le figure ricercate dal Canada e le sponsorizzazioni ma, con un visto di 6 mesi, nonostante il poco tempo e le difficoltà di emigrare, il vantaggio è che si può lavorare, senza contare che con due stipendi da camerieri/baristi, non ci si possono permettere grandi lussi ma almeno l'affitto e la spesa la si paga (ovviamente non vivendo in downtown Vancouver!).
Scusate il post super corposo, comprendo che ognuno di voi ha una storia, un'esperienza a sè, ma spero di avervi dato delle linee generali che possono farvi aiutarvi e valutare se questa strada fa effettivamente per voi.
Ultimamente tendo a consigliare Londra come alternativa e vi lascio un video in merito a questo:
Concordo tutto quello che dicono questi ragazzi italiani a Londra e posso affermare che si applica tranquillamente anche alla realtà di Vancouver, con qualche differenza: per rimanere in Canada purtroppo serve un visto e tornare in vacanza in Italia è molto più lontano e costoso ma di contro, trovare appartamente a Vancouver è molto più semplice e di solito nel giro di una settimana si combina.
L'ultimo link che vi lascio è di una ragazza che ha vissuto in Australia e ha pubblicato recentemente un post che condivido sull'immigrazione in Aussie. Mi piace la sua schiettezza e mi piace molto il suo modo di scrivere. La seguivo quando ancora lei era nella terra dei canguri e io in Italia.
La nuova immigrazione
Un grande abbraccio, grazie a tutti quelli che sono riusciti ad arrivare fino in fondo a questo post, ci sentiamo presto, tanti abbracci da Vancouver,
un'influenzata Jle
P.s. Sabato 30 maggio abbiamo intenzione di riproporre l'esperienza del raduno on-line visto il successo delprimo raduno on-line. Si terrà alle ore 18.30 ora italiana (ore 10.30 a Vancouver). Chiunque fosse interessato può parteciparvi, sarà un piacere per noi! Ecco il link all'evento, se interessati, confermate pure la vostra partecipazione: Raduno on-line degli amici del Diario da Vancouver
P.p.s. A Pasquetta (probabilmente lunedì sera) si terrà il raduno pasquale 5.0 degli amici del Diario da Vancouver con una bella cena organizzata da noi. Ecco il link dell'evento:
https://www.facebook.com/events/557545930943044/
Mandi!!
Edit:
Qualcuno di voi tempo fa mi ha scritto che avrebbe dovuto fare un colloquio in ambasciata a Roma per via della richiesta della working-holiday visa. Un nostro lettore è stato così gentile da farci un resoconto di quello che gli hanno chiesto a Roma al colloquio. Ho pensato di pubblicarlo perchè lo ritengo interessante e spero possa essere utile a qualcuno dei nostri lettori.
"Ciao ragazzi,
premesso che il pezzo di oggi sul blog mi ha fatto venire un po' il magone, volevo (anche e sopratutto a beneficio di chi ci si troverà ) relazionarvi sull'interview fatta ieri presso l'Ambasciata Canadese di Roma.
Ho fatto la richiesta di WHV con mia moglie e una coppia di amici che a differenza nostra non hanno figli. Noi abbiamo ovviamente segnalato nel form che avevamo due bimbi e che li avremmo portati con noi.
Lo stesso giorno che ai nostri due amici è arrivata la mail che li informava che la loro richiesta era stata accettata, a me e mia moglie è arrivata una mail dicendo che era necessario, per il prosieguo dell'iter, che uno solo di noi due sostenesse un iterview presso l'ambasciata di via Zara a Roma (che si raggiunge in circa 10 minuti a piedi dalla fermata della metro B di piazza Bologna). Sono arrivato ieri mattina alle 10:30, esattamente un'ora prima dell'orario prefissato, e la guardia di sicurezza mi ha detto che era troppo presto e che sarei dovuto ripassare dieci minuti prima dell'appuntamento. Così ho ammazzato il tempo al bar di fronte che tra l'altro fa un'ottimo caffè , ha la wireless e il Corriere dello Sport.
Alle 11:20 mi sono ripresentato, mi hanno fatto lasciare tutt compreso il cellulare (spento) in un armadietto tipo quelli fuori dalla banca, una simpatica ragazza creola ha controllato il mio documento(avevo portato anche il passaporto, ma basta la carta di identità), mi hanno dato un bel pass "Visitor" e mi hanno mandato al secondo piano. Qui un'altra simpatica ragazza ha ricontrollato il mio documento, chiesto il motivo della visita (avevo portato una copia della mail di richiesta dell'interview, fatelo, non si sa mai) e mi ha chiesto di accomodarmi in una sala d'attesa con circa 30 sedie dove c'erano ad aspettare due altre persone.
Il primo dei due viene chiamato subito, quindi non ho neanche il tempo di presentarmi, l'altro, un ragazzo calabrese è tranquillo e scambiamo qualche chiacchiera, così vengo a sapere che anche lui ha un bimbo e che tutti quelli prima sono stati chiamati perchè sposati/conviventi con prole, ma sia lui che il tizio appena entrato con cui aveva scambiato qualche parola avevano comunque scelto di parire senza figli ( in realtà proprio da soli lasciando a casa moglie e figli come da "tradizione")
Breve inciso: il ragazzo aveva appuntamento alle 12:30 , ma a differenza mia la guardia lo ha fatto entrare con largo anticipo e, contrariamente a quanto pensassi, è anche stato chiamato prima di me, questo solo per dire che neanche i canadesi almeno a Roma sono un po' "caciaroni". Il ragazzo calabrese mi confida di non sapere una parola nè di inglese nè di francese, ma è tranquillo perchè pare che la seconda simpatica ragazza sia anche l'interprete che affianca l'intervistatrice in caso di necessità.
Nel frattempo il primo tipo esce, è abbastanza nervoso, si lamenta che le domande fatte sono poco pertinenti, che non ha senso chiedere se lui qua ha o meno un lavoro, o cose del genere e che tanto lui in Italia non ci vuole stare, anche se non lo prendono in Canada, lui fa le valige e se ne va in Germania. Poi saluta e va via. Il ragazzo calabrese viene chiamato per l'interview, e passo i sucessivi 20 minuti da solo a guardarmi in giro (senza neanche il telefono per poter ammazzare il tempo).
Esce con la solita aria tranquilla mi guarda e in una frase sintetizza tutto il senso di quell'intervista: "Più cose lasci qui in Italia, più loro sono contenti, perchè sanno che tornerai..:"
Mi saluta e va via.
Vengo chiamato subito dopo, ci sono tre porte numerate, ma tutti i colloqui si fanno alla porta 2, aperta la quale entro in una sorta di cubicolo larga quanto due sedie affiancate e separato a metà da un vetro antiproiettile stile posta.
Dall'altro lato la mia intervistatrice, donna sulla cinquantina e qualcosa.
Mi chiede se parlo inglese, le rispondo positivamente e lei mi dice di accomodarmi. Preferisco sostenere il colloquio in inglese, ma consiglio di farlo solo se siete ferrati: è sicuramente un punto a favore, ma dover ricorrere all'interprete dopo due domande fa peggiore impressione che chiederlo da subito.
L'intervistatrice mi dice che il WHV è essenzialmente un canale per giovani single sotto i 35 anni, e che le coppie con figli sono "anomale" e il suo compito è capire come si intende gestire la componente lavoro con la gestione dei bambini senza gravare sul sistema Canadese.
Mi chiede se ho un lavoro in Italia e che garanzie ho di ritrovarlo al mio rientro (perchè dice, con il WHV dopo sei mesi DOVETE rientrare - e qui penso a Jle e Diego e forse la cosa non è proprio così), e io le spiego che ho un contratto a tempo indeterminato e posso usufruire di un periodo di 6/12 mesi di aspettativa e riprendere da dove ho interrotto . Mi chiede di mia moglie e le spiego (evito di dilungarmi ... l'ho fatto già troppo). Poi passiamo ai bimbi; le dico che ho già contattato il sito del Vancouver Board of Education, e che mi sono fatto spiegare quali documenti sono necessari (se volete posso darvi i link al sito); che i bimbi avranno 5 anni quando partiremo e che abbiamo intenzione di partire a marzo inoltrato in modo che abbiano quasi terminato l'anno scolastico in Italia . Inoltre mi gioco la carta che avendo fatto la domanda con una coppia di amici e avendo intenzione di prendere casa insieme per un primo periodo, ci saremmo organizzati in modo da lasciare sempre almeno un adulto con i bimbi.
Poi mi chiede a trabbocchetto se ho una casa di proprietà e se abbia intenzione di venderla prima di partire. Le dico che non ha senso visto che parto senza la certezza di un lavoro, e senza sapere se il Canada sia veramente quello che sto cercando, potrei (ma dubito) voler tornare indietro dopo 2 mesi... Annuisce. Altro punto a favore.
Infine mi chiede quanti soldi ho intenzione di portare con me per il periodo. Attenzione: non mi chiede di provarlo adesso, mi sta facendo delle domande esplorative. Io le dico la verità: tra i 12 e i 15mila euro. Calcolate che dovrebbero essere neecssari 2500 dollari canadesi a testa (confermi Jle), ma con i bimbi piccoli occorre tenersi alti. La simpatica signora mi dice che le mie risposte sono state molto sensate e che l'intervista a questo punto è terminata.
Mi dice che avremo una risposta in un senso o in un altro entro una settimana, e di controllare la mia email.
Saluto e vado via. Prendo le mie cose dalla cassetta, ed esco alle 12:08. Faccio tre passi e mi rendo conto di avere ancora il cartellino visitor attaccato e che nessuno me l'ha chiesto indietro. Rientro a restituirlo e accendo il cellulare.
Alle 12:10 mi arriva la mail che il WHV è stato accettato.
Devo averla convinta la signora!
Spero che questo sproloquio sia utile: in sintesi siate tranquilli, pensate che l'intervistatrice vuole che voi Le diciate che non state scappando a gambe levate dall'Italia ma che state andando all'estero per un'esperienza migliorativa e che siete organizzati per gestire il lavoro e i bimbi, e che sapete che i bimbi costano (mava?!) anche in Canada."
Grazie mille per aver condiviso con noi la tua esperienza! :)