Fantastico. Ebbene sì, non avevo ancora letto quest'opera meravigliosa, come se stesse aspettando pazientemente il suo turno. Finalmente posso dire anch'io di essermi arricchita con la lettura di questo capolavoro, che reputo assolutamente fantastico.
Pubblicato nel 1847, unica opera dell'autrice, morta giovanissima, "Wuthering Heights" - titolo originale di "Cime tempestose" - è stato in grado di lasciare la sua impronta nella cultura letteraria. Al di là delle insindacabili qualità di quest'opera, vi dirò perché mi è piaciuto (senza soffermarmi sulla trama, disponibile ovunque su internet).
1. Innanzitutto, già mi affascina molto leggere opere il cui narratore è di sesso opposto all'autore; in questo caso, però, Emily Brontë si è spinta addirittura oltre: non solo il racconto inizia con una prospettiva maschile - quella del signor Lockwood -, procede poi articolandosi tra diversi altri narratori. Oltre alla domestica Nelly - che ha un ruolo fondamentale in quanto funge da collante fra tutti - personaggi ogni volta diversi si fanno narratori della vicenda, attraverso lettere o racconti nel racconto. La vicenda viene, quindi, illustrata attraverso punti di vista soggettivi che danno, però, una visione completa.
2. La struttura si articola tra le numerose vicende di svariati personaggi, tutti membri di una stessa, allargata famiglia. Il dinamismo è dato, oltre che dal moltiplicarsi dei narratori, anche dai cambi temporali: da una situazione iniziale, che può apparire confusa, si torna indietro, per scoprire ogni dettaglio atto a spiegare quel presente, per poi, giunti quasi alla fine dell'opera, arrivare alla conclusione del racconto.
3. Quando al modo brillante di raccontare si aggiunge una storia interessante, nasce un capolavoro. L'autrice ha sviscerato i sentimenti umani in maniera originale, soffermandosi sull'odio, la rabbia, la violenza, il desiderio di vendetta, in poche parole sul male, al quale non tanto si contrappone, quanto piuttosto si intercala l'amore. Il racconto delinea la lenta metamorfosi dei sentimenti, in una realtà in cui l'immobilità è data dalla ripetitività, dei gesti così come dei nomi. I sentimenti, invece, sono imprevedibili e sono l'unica cosa che può rimanere selvaggia, selvaggia come erano al principio due dei protagonisti.
Di certo non bastano queste poche righe a spiegare tanta maestria e tanto piacere nella lettura, il mio è un invito a sperimentare da soli codesta lettura. Vi lascio, come anticipo, questa citazione tratta dal discorso di Catherine...
[...] Non saprà mai quanto io lo ami; e ciò non perché sia bello, Nelly, ma perché lui è più me di me stessa.
[...] Tutti hanno l'idea che ci deve essere, fuori di noi, un'esistenza che è ancora la nostra. A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? [...] Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste e immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario.