Emily Elizabeth Dickinson, poetessa degli Stati Uniti, è considerata tra i maggiori lirici del diciannovesimo secolo e la maggio parte delle sue poesie fu scritta durante la guerra di secessione americana.
Il caso ha voluto che è morta lo stesso giorno in cui festeggiava il suo cinquantacinquesimo compleanno a causa di nefrite, un'infiammazione che coinvolge il rene.
Il linguaggio utilizzato da Emily Dickinson era semplice e allo stesso tempo brillante, anche se non ebbe molti riconoscimenti durante la sua vita, perché la maggior parte delle persone preferiva un linguaggio maggiormente ricercato e le sue opere non risultavano conformi a tale gusto dell'epoca.
Il suo amore per la natura traspare da tutte le sue poesie, ma è spesso ricorrente anche il tema della morte.
Tra le sue opere troviamo "Per te io curo questi fiori":
Per te io curo questi fiori,
fulgido assente!
Si fendono le vene di corallo
della mia fucsia - ed io semino e sogno -
I gerani si tingono di chiazze -
umili margherite si frastagliano -
dirada il cactus le spinose punte
per mostrare la gola -
Stilla aromi il garofano
presto colti dall'ape -
un giacinto nascosto
sporge il capo arruffato -
esalano profumi
del fiale così tenui
che ti domandi come li serbassero -
Fiocchi di raso spargono le rose
sferiche sulla ghiaia del giardino -
pure - tu non sei qui -
e vorrei che i miei fiori
non avessero piu' rossi colori -
Che sia felice il fiore
e il suo signore - assente -
mi dà solo dolore -
in un calice grigio mi rinchiudono -
umilmente - per esser d'ora in poi
la tua margherita -
in lutto di te!