Tra le scuse più irritanti, a proposito dell’autoproclamato califfato islamico che oggi occupa di fatto parti di Iraq e Siria, comunemente detto ISIS o IS, vi è che la sua comparsa fosse «imprevedibile.» Un’autoassoluzione che viene anche dalle bocche di quotati analisti internazionali. In una recente, lunga intervista televisiva con il giornalista Gianni Riotta, l’ex Ministra degli affari esteri italiana Emma Bonino ha confermato che almeno dal 2006 vi erano chiari movimenti verso la costituzione, in quell’area, di un’entità che avrebbe segnato una svolta tragica, nel già difficile scenario di quella regione. Non è possibile giustificare l’incapacità dell’Occidente di gestire il sorgere del cosiddetto Stato islamico con l’impossibilità di prevederlo.
Nell’intervista, che brilla per totale indipendenza dai più triti luoghi comuni politici e giornalistici sul Medio oriente, la dott.ssa Bonino, stimolata con discrezione dall’intervistatore, dimostra ancora una volta una rara profondità di comprensione della situazione mediorientale, sorretta dal suo forte coinvolgimento personale, dalla conoscenza delle lingue locali, e da viaggi e contatti sul posto. Un patrimonio di conoscenze che poche altre personalità politiche, oggi, possono vantare, non solo in Italia, al di fuori di ogni appartenenza di partito. Le sue considerazioni toccano il ruolo dell’Occidente, la sopravvalutazione della questione israelo-palestinese e tanti altri aspetti che, finalmente, vengono riportati fuori dalle gabbie di una lettura meramente retorica o partigiana.
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La sottovalutazione degli eventi continua: i governanti, oggi, sono troppo poco interessati alle questioni internazionali. Di queste, purtroppo, spesso si dimostrano assai scarsamente competenti, convinti che i problemi economici e sociali interni dei singoli Stati siano questione prioritaria e distinta dalla politica estera, come se, oggi, la soluzione della crisi economica e occupazionale non dipendesse in primo luogo dalla sicurezza globale.
Un altro fenomeno del quale ci sentiremo presto dire con meraviglia, forse, che «era imprevedibile,» è il revisionismo russo, sul quale oggi gli analisti più attenti, vox clamantis in deserto, richiamano invano l’attenzione del mondo. Perché i cittadini e i Governi si accorgano di cosa sta realmente accadendo, non solo in Ucraina, ma su tutto l’arco della frontiera ovest e sud della Russia, dovremo forse aspettare di avere truppe russe camuffate da «separatisti» anche in Estonia, Lettonia e Lituania, chissà, forse in Polonia e Finlandia. Chi l’avrebbe mai pensato!?, si dirà. Come molte altre volte nella storia dell’umanità, sarà tardi per governare gli eventi. E’ vero, la Storia non si ripete mai uguale: è l’unica speranza che ci resta.
| ©2014 >Luca Lovisolo
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