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Empoli-Reggina 3-2

Creato il 27 settembre 2011 da Domenico11
Empoli-Reggina 3-2
Il calcio non è una scienza esatta. Altrimenti l’andamento del match, non soltanto il risultato, sarebbe stato completamente diverso. Una partita che nel primo tempo la Reggina ha dominato e concluso sotto di due gol, mentre nella ripresa, nonostante il calo fisico e la confusione tattica, ha rischiato di pareggiare, se la girata di Ceravolo un attimo prima del triplice fischio fosse stata dieci centimetri più bassa.
L’inizio è stato una sceneggiatura di Dario Argento. Un incubo per gli amaranto di Breda, presentatisi al “Castellani” con D’Alessandro sulla fascia destra e Campagnacci in panchina. Bastano due minuti a Tavano per liberare un tiro insidioso dal limite che Kovacsik respinge sui piedi di Saponara, il quale non ha problemi ad appoggiare in rete. Passano altri sei minuti e, sempre dal limite, Signorelli centra il sette alla sinistra dell’estremo difensore amaranto. A quel punto la Reggina si scuote e le occasioni fioccano (almeno sei nitide), specialmente dopo l’ingresso di Barillà che sostituisce Rizzo al 19’. Ceravolo è impreciso, Bonazzoli non riesce a sbloccarsi e Missiroli vaga svogliato per il campo. L’Empoli va in affanno e non passa più il centrocampo. Lo farà nella ripresa, subito dopo il secondo cambio amaranto (Ragusa per Marino), con Tavano che, approfittando dell’approssimativa disposizione difensiva, punisce gli ospiti con un preciso e beffardo pallonetto. Entra pure Campagnacci, per una squadra sbilanciatissima che ormai si affida più alla forza di volontà che a uno schema di gioco. Angoli su angoli (11-2) e occasioni da rete che non si concretizzano. Non è serata: troppa imprecisione, ma anche una porta stregata e un pallone che non vuole entrare. Quando ormai si attende la fine della partita, un lampo di Campagnacci porta al gol Missiroli (88’) il quale, uscito tardivamente dal torpore, ha ancora il tempo per una giocata da campione che innesca l’azione della seconda rete amaranto, al 92’ con Ragusa. Due gol che non evitano la sconfitta e acuiscono il rimpianto per gli otto minuti iniziali da brivido .

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