Continua la storia di End Times e oggi vediamo come se la passano altre civiltà.
Impero
Nell'Impero, molti guardarono la cometa a due code e videro solo speranza, rinascita e forse il ritorno del loro dio guerriero, poi il cielo si illuminò con fiamme multicolore e i preti ricordarono ai fedeli che Sigmar era arrivato in tempi di estremo bisogno e li avvertirono che questi tempi potevano arrivare nuovamente.
Drakvald era piena di voci e tra queste ce n'era una su un essere che le persone comuni chiamavano Malagor. Molte volte era stato definito solo una superstizione, ma ora Gregor Martak, capo del Collegio d'Ambra, disse di averlo visto nelle rovine di un villaggio vicino a Middenheim. Giorno dopo giorno, carovane e viaggiatori scomparvero dalle strade di Drakwald e di notte i cittadini iniziarono a sbarrare porte e finestre.
Le malattie si diffusero più velocemente e in Aldorf la pestilenza venne dichiarata immune alle preghiere dalle Sorelle di Shallya. Successivamente, si iniziarono a diffondere falsi elisir curativi. Il Conte Elettore Boris Todbringer fece precipitare un mercante dalle mura della città dopo la morte di un suo nipote a causa di un'iniezione letale. Questo limitò improvvisamente gli scambi di elisir, ma, nonostante questo, continuarono a fiorire in altri luoghi dell'Impero.
Anche preti zeloti e portatori di disgrazia videro le proprie tasche gonfiarsi, con congreghe sempre più piene di fedeli man mano che i presagi si fecero più oscuri e maligni. Il numero di flagellanti crebbe e le folle iniziarono ad essere più violente. Nella città di Nuln, i fanatici divennero talmente tanti e senza controllo che i nobili non osarono uscire dalle loro proprietà, finché neanche i cancelli poterono respingerli. Alcuni nobili vennero imprigionati, le case saccheggiate e la Contessa von Liebwitz sarebbe stata bruciata viva come strega e adultera se non fosse stato per l'intervento di un capitano ritirato, il quale riuscì a rifugiarsi nei vecchi quartieri finché la città non ricevette aiuti da Reikland.
Quando la cometa superò la costellazione di Kerr, Mannfred von Carstein avvolse l'intera Sylvania nelle tenebre perenni e Volkmar il Tetro, Grande Teogonista del Culto di Sigmar, fu oltraggiato e spinto ad intervenire per confrontarsi con il vampiro. Non ritornò.
Ma peggio ancora, l'intera Sylvania fu circondata da bastioni torreggianti d'ossa. L'unico barlume di luce fu l'intervento di Balthasar Gelt, Arci-alchimista e Supremo Patriarca dei Collegi della Magia, il quale creò un potente incantesimo che circondò la Sylvania, in modo da formare una barriera invisibile e impossibile da attraversare per qualsiasi creatura nonmorta. La perdita della Sylvania, però, non venne benvista e perciò Karl Franz fece convergere le armate dell'Impero ad essa, pronto a mettere all'angolo e distruggere i vampiri.
Allora arrivarono i cavalieri da Kislev. Syrgei Tannnarov, Boyar di Chekobov e la sua scorta di cavalieri arrivarono alle porte di Altdorf all'alba, due giorni prima che l'Imperatore facesse partire la campagna per la Sylvania. I Kisleviti portarono notizie pessime: tutte le terre a nord e ad ovest di Bolgasgrad erano state inondate da orde di barbari e demoni e Karl Franz pensò che la Regina di Ghiaccio invocasse i termini della loro vecchia alleanza, ma ciò non successe. Come disse Tannarov, Kislev era già finito, ma le battaglie continuavano, specialmente vicino al fiume Lynsk, dove la Tsarina combatté in modo da far guadagnare tempo all'Impero.
Subito vennero inviate centinaia di araldi fuori da Altdorf, con il compito di portare l'ordine di rafforzare i confini settentrionali.
La situazione era critica. Alcuni tratti della Grande Foresta e di Drakwald dovevano essere evitati; interi reggimenti vennero uccisi dalla diffusione della piaga, mentre altri morirono esausti o disertarono per correre dai propri cari; gli eserciti dell'Ostenmark e del Talabecland dovevano respingere le orde del Caos, tra cui una capeggiata da Vilitch il Deforme; il Castello von Rauken venne assediato, ma difeso solo grazie all'acume di Aldebrand Ludenhof, il Conte Elettore dell'Hochland.
Karl Franz non si unì ancora alla battaglia perché stava cercando aiuto dagli altri regni, sebbene persino i Nani risultassero riluttanti. I primi veri successi giunsero con le truppe provenienti da Altdorf. Presto, Ludenhof si ritrovò a capo di metà della Guardia del Reik e una gran quantità di reggimenti di Altdorf e Reikland, riuscendo così ad infliggere una decisiva sconfitta contro i barbari. Successivamente, nella Battaglia di Lubrecht, riuscì a piantare un proiettile in una delle teste di Vilitch, costringendolo alla ritirata.
Dopo la vittoria, arrivarono ulteriori notizie sugli spostamenti delle orde caotiche, questa volta dirette a sud e molto più grandi di prima.
L'Impero aveva bisogno di alleati. Se non li avesse avuti, aveva bisogno di un miracolo.
Uominibestia
Dopo ogni giorno dall'arrivo della cometa, l'oscura Morrslieb si era avvicinata al pianeta e dalla terra fuoriuscirono dei monoliti. Alcuni erano schegge di meteoriti riportati alla luce mentre altri erano idoli caduti in rovina e ricoperti di vegetazione. Col tempo, essi iniziarono a brillare di luce funesta.
In Drakwald sorse un monolito così enorme da torreggiare su qualsiasi costruzione umana. Dai pilastri cresciuti nella Foresta di Arden colava melma e nelle terre ghiacciate di Naggaroth crebbe un monumento di fiamme vive. Una grande quantità di siti crebbe nelle foreste di Athel Loren e con loro vennero gli uominibestia. I figli del Caos si radunarono, spinti da qualcosa di sconosciuto, ma si presentarono anche creature abiette e mutate che non avevano visto la luce per generazioni. Una volta riuniti, si susseguirono rituali senza senso, ricolmi di depravazione e anarchia.
Il Tempo della Bestia stava arrivando.
Nani
Dall'alto del suo trono, il Sommo Re Thorgrim Portarancore riceveva ogni ora rapporti pieni di brutti presagi. I vulcani rombavano e anche i nani dalle barbe più lunghe non avevano mai visto così tanti problemi in un solo momento.
Dalle vette dei Confini del Mondo, i nani videro la tempesta in avvicinamento, nemici riuniti in numeri mai visti da un nano vivente, pelleverde riempire le Malelande e sempre più tribù di ogre provenire dall'est.
Qualcosa di terribile stava accadendo in Sylvania, perché i suoi bordi erano stati circondati da mura d'ossa mentre nuove di magia nera la oscuravano.
Rapporti da Kraka Drak, la roccaforte più distante in Norsca, parlavano di grandi mobilitazioni di demoni. Vecchie barbe che ricordavano i giorni precedenti alla Grande Guerra contro il Caos erano d'accordo sul fatto che questi presagi erano altrettanto minacciosi quanto quelli del passato.
Alcuni clan, incluso l'influente gilda dei forgiarune, propose di sigillarsi all'interno delle potenti roccaforti. Sarebbero rimasti ancora vulnerabili agli attacchi sotterranei, ma nel frattempo venne fatta notare da molti posti, compresi Zhufbar e Karak Azul, la quantità sempre minore di attacchi da parte degli skaven e dai goblin della notte, la quale venne subito presa come un segno che i nemici stessero pianificando qualcosa.
Thorgrim accolse tutte queste notizie con espressione acida. Sapeva che il suo popolo era diviso e che alcuni ancora non vedevano bene la sua decisione di aiutare gli elfi di Ulthuan, Re Kazador aveva già sigillato i cancelli di Karak Azul; Thorek Cipigliodiferro suggerì di riporre fede in mura robuste piuttosto che in alleati ribelli, inoltre propose al Sommo Re di riporre tutti i suoi sforzi nella ricerca di antichi artefatti degli Dei Ancestrali che potessero aiutarli. Thorek disse di aver quasi scoperto la locazione del leggendario portale di Valaya, il quale avrebbe portato ad una nuova età dell'oro, durante la quale gli dei avrebbero nuovamente camminato tra loro.
Contemporaneamente, c'erano ancora individui pronti ad esaudire i desideri del Sommo Re. Re Alrik di Karak Hirn si era impegnato a supportare Thorgrim, mentre Ungrim Pugnodiferro era sempre in cerca di battaglia. Persino Re Belegar di Karak Otto Picchi diede i propri voti al Sommo Re.
Thorgrim aveva promesso di eliminare ogni voce nel Grande Libro dei Rancori, oppure morire provandoci. E Thorgrim era un nano di parola.