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Ender’s game

Creato il 26 ottobre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Ender’s game

 

Anno: 2013

Nazionalità: USA

Durata: 114’

Genere: Fantascienza

Regia: Gavin Hood

Distribuzione: Eagle pictures

Uscita: 30 ottobre 2013

 

Tratto dal libro Il gioco di Ender, di Orson Scott Card, questo prodotto di fantascienza diretto dal Gavin Hood di X-men le origini:Wolverine (ma alle spalle ha anche un premio Oscar per Il suo nome è Tsotsi) cerca di colmare quelle lacune cinematografiche che saghe come Guerre stellari e Harry Potter hanno lasciato dopo essersi concluse (ma sia per le creature di Lucas che della Rowling si parla di imminenti ritorni).

Perché citare questi due serial? Per il semplice fatto che Ender’s game prende spunto sia dall’ uno (per l’ambientazione fantascientifica) che dall’altro (il destino del suo giovane protagonista), cercando di tirar fuori qualcosa di nuovo che possa attirare l’attenzione dei giovani spettatori.

Nel ruolo del protagonista c’è la prematura star Asa Butterfield, l’Hugo Cabret di scorsesiana memoria, il quale ricopre il ruolo di Ender, giovane ragazzo di una galassia lontana, unica speranza per la lotta che la razza umana sta progettando contro i nemici alieni, denominati gli Scorpioni.

Inviato all’addestramento insieme ad un gruppo di giovani cadetti scelti, il nostro saprà farsi valere tra i tanti, attirando l’attenzione del colonnello Hyrum Graff (Harrison Ford), il quale vede in Ender l’unica possibilità di salvezza per gli umani.

Prima abbiamo citato Harry Potter e Guerre stellari, per dare un’idea di cosa volesse miscelare questo film di Hood, ma quello che più ha ispirato l’operato del lungometraggio (e del libro stesso alla fin fine) è quel mondo militare e avanti col tempo descritto dal Robert Henlein di Starship troopers, reso su grande schermo con gran senso dell’umorismo dal quel geniaccio fantascientifico di Paul Verhoeven.

Ovviamente in Ender’s game non v’è traccia di humour antimilitarista e, soprattutto, di forti scene di violenza, perché sempre di un prodotto per ragazzi stiamo parlando.

No, Hood prende sul serio la materia, inscena un racconto strizzando l’occhio al mondo dei videogame (le simulazioni con cui si allenano i ragazzi) e, cosa ancor peggiore, non si cura granché di rendere imprevedibile il suo racconto.

Ender’s game alla fine è un giocattolo non molto da intrattenimento, cosa che avrebbe dovuto essere, che pecca sia nella poca riuscita di alcuni colpi di scena (il breve combattimento finale), mal orchestrati e poco elaborati, che nell’utilizzo di un protagonista così poco originale e antipatico che alla lunga stufa.

Naturalmente in questo tipo di prodotto non poteva mancare l’attore di richiamo, che è il Ford/Han Solo (Guerre stellari docet) noto ai più, e la guest star di contorno, ruolo affidato al premio Oscar Ben Kingsley, che alla fine è poco chiaro di cosa ci faccia nel film.

Insomma, nonostante gli alti punti di riferimento, in Ender’s game non c’è modo di intravedere nè le emozioni del maghetto di Hogwarts, nè le gesta di una “galassia, lontana, lontana…”, nè tantomeno il mondo di Henlein; qui, come ritmi e risultati, siamo più dalle parti di un brutto film di fantascienza anni ’90 quale era il poco famoso, giustamente, Wing commander. Ed il che è tutto dire.

Mirko Lomuscio


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