Endometriosi e gravidanza: è possibile rimanere incinte nonostante si sia affette da questa malattia? Ecco alcune indicazioni utili in proposito.
L’endometriosi è una patologia che interessa le donne in età fertile, nelle quali l’endometrio (ovvero il tessuto che riveste la parete interna dell’utero) cresce in delle zone anomale, come ad esempio ovaie, vagina, tube, cervice, retto, vescica o anche intestino. Tale patologia, la cui causa risulta essere ancora sconosciuta, rende il concepimento più difficoltoso rispetto al normale, ma non impossibile.
La cura per l’endometriosi prevede l’assunzione di farmaci ormonali, come ad esempio la pillola anticoncezionale, al fine di bloccare il ciclo mestruale, e così facendo, anche la crescita anormale dell’endometrio.
Spesso in caso di endometriosi si consiglia di “avere una gravidanza” molto presto, in quanto proprio quest’ultima porterebbe ad una remissione temporanea dei sintomi della patologia. Naturalmente, nel caso in cui la paziente volesse avere un bambino, la terapia ormonale andrebbe quindi sospesa, per un periodo di tempo che va dai 6 ai 12 mesi. Il tempo va valutato in relazione alla gravità della malattia ed alla rapidità con cui quest’ultima si evolve.
Detto questo, se nell’arco di questo periodo di tempo non si riesce a concepire, andrà valutata l’ipotesi di fare ricorso alla fecondazione assistita, opzione da valutare sempre tenendo in considerazione la situazione specifica della paziente.
E se si riesce a concepire? In tal caso, la notizia positiva sta nel fatto che proprio la gravidanza rappresenterebbe una “cura naturale” per l’endometriosi, dal momento che l’organismo della futura mamma produrrà spontaneamente il progesterone, ovvero l’ormone che tiene sotto controllo i sintomi della malattia.
Dopo aver dato alla luce il bambino, la donna potrà quindi riprendere la normale terapia ormonale.