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Enemy

Creato il 22 agosto 2014 da In Central Perk @InCentralPerk
Al Cinema (prossimamente)
Non uno ma ben due Jake Gyllenhaal?
Due, e dico due, Jake occhionidolci Gyllenhaal?
Un doppio Jake ancheseingrassopiaccio Gyllenhaal?
Che cos'è, il migliore dei sogni?
Quasi, o meglio, per le spettatrici forse, perchè per il povero professore di storia Adam Bell, scoprire che al mondo, anzi, nella sua stessa città, esiste un suo perfetto sosia si trasformerà ben presto nel peggiore degli incubi.
Com'è possibile, come quest'attore scoperto praticamente per caso come comparsa marginale in un film può assomigliargli tanto?
Fisicamente, almeno, visto che tra Adam, inetto, timido e mansueto, e Anthony, sicuro di sé, fondamentalmente egoista e fedifrago, le somiglianze si fermano al corpo, cicatrici e voce comprese.
Il resto no, nemmeno i gusti -per i mirtilli- o le aspirazioni -di carriera- si assomigliano.
Enemy
Come reagire allora alla scoperta di un altro uguale a sé?
Cosa fare, da moglie e futura madre, al vedere con i propri occhi un altro marito, forse più giusto, più buono, che ti sta davanti?
Le vite di tutti, a questa scoperta, non possono che andare alla deriva, mescolando sogni e allucinazioni, facendo sorgere ossessioni che romperanno ancor più, e ancor prima, l'equilibrio ormai distrutto di una vita ripetitiva.
Ma è davvero tutto questo?
E' davvero uno scontro tra sosia quello che vediamo?
O è la vita di una stessa persona, di un passato, di un presente, di una ragnatela di bugie e raggiri che si mescolano davanti ai nostri occhi?
Enemy
Belle, sì, e tante domande. Forse troppe.
Ma vi sfido a non farvele, a non arrovellarvi il cervello al solo finale del film, a quella visione criptica e inaspettata che vi si palesa improvvisamente davanti.
Le domande andrebbero quindi poste a Denis Villeneuve, regista che sa spaziare tra generi e modalità narrative mantenendo il suo stile, mantenendo un marchio di fabbrica (quelle inquadrature vertiginose, quelle atmosfere claustrofobiche e quei colori spenti) che si parli di un dramma nazionale, di un dramma privato, di un thriller dal sapore d'altri tempi.
Sempre dalle parti del thriller qui rimaniamo, con atmosfere ancora più claustrofobiche e stranianti che richiamano ad altri registi (Cronenberg?) e a risoluzioni decisamente poco chiare.
Ma che importa se una logica a quanto visto non si riesce a dare? Che importa se anche la sottoscritta è consapevole che la sua spiegazione di logica non ne possiede troppa?
Enemy cattura, dalla prima (allucinante) all'ultima (ancora più allucinante) sequenza, vuoi per degli attori straordinari (oltre al doppio Jake, anche Sarah Gadon e Mélanie Laurent, decisamente disinibite), vuoi per delle musiche di contrappunto efficaci, vuoi per una costruzione che non disdegna l'adrenalina e l'azione, vuoi per una regia sicura di sé.
E poi, bisogna dirlo?, meglio due Jake Gyllenhaal che due Jesse Eisenberg!
Enemy
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