I produttori di energia idroelettrica sollevano perplessità sui sovracanoni degli impianti
L’idroelettrico è una delle principali fonti energetiche dell’Italia e ancora tanto potrebbe essere sfruttato, ma i produttori sollevano alcune criticità, come l’adeguamento dei sovracanoni. ‘L'adeguamento dei sovracanoni è un atto di equità tra i produttori. Non si capisce perché i grandi impianti idroelettrici debbano pagare di più visto che il costo dell'energia prodotta ha lo stesso prezzo per tutti i produttori’, afferma Federbim rispondendo a AssoRinnovabili e Assoelettrica in merito ai sovracanoni, proposta come modo per ‘garantire i territori di montagna e prevenire ogni speculazione affaristica’.
‘La norma contenuta nell'articolo 45 del collegato ambientale - si legge in una nota firmata da Carlo Personeni, presidente Federbim -, che innalza del 30% i sovracanoni dovuti dai piccoli impianti idroelettrici ai Comuni dei Bim, trova la sua valenza in alcune affermazioni: l'incidenza dei sovracanoni, adeguati, è meno del 2,50% del prezzo medio di collocamento dell'energia sul mercato e comunque i sovracanoni spettanti ai Comuni incidono per il 10%; l'impatto geofisico di questi impianti sui territori, per la loro diffusione, rischia di essere, a volte, persino più invasivo e sicuramente meno controllato, dei grandi impianti’.
‘Il sovracanone - prosegue Federbim - è destinato unicamente allo sviluppo socioeconomico delle popolazioni che vivono in montagna e alle piccole opere di bonifica montana non di pertinenza dello Stato. Questo è il motivo della nostra richiesta di adeguamento: garantire ai territori quei giusti risarcimenti ambientali che oggi non arrivano più dai posti di lavoro e da interventi straordinari realizzati sul territorio da parte dei Concessionari, così da poter continuare a garantire l'indispensabile presidio umano nei territori di montagna’.
gc
24-02-2015